Avete mai avuto tra le mani un fumetto che “respira“? Avete, cioé, mai avuto tra le mani un albo le cui vicende, i cui protagonisti, fossero così veri, reali, da darvi la sensazione di trovarvi proprio lì, con loro, a condividere la loro vita quotidiana, le loro sensazioni?
Se queste domande vi sono sembrate “strane”, o la vostra risposta è “no”, allora fareste bene a recarvi nella vostra edicola o fumetteria di fiducia ad acquistare l’ultimo numero di Nana, dell’ autrice Ai Yazawa. Poi, ritornate a leggere l’incipit di questo articolo: sarà chiaro il significato di quelle domande…
Nana Osaki e Nana Komatsu sono due ragazze che in comune hanno solo il nome. La prima ha un carattere mascolino, duro, aggressivo e determinato nel raggiungimento del proprio sogno, sfondare come cantante, anche a costo di sacrificare tutto il resto; la seconda, invece, ha un carattere dolce e femminile, ma probabilmente non sa bene cosa vuole dalla vita, a parte cercare il “grande amore”.
Ci sono incontri che sono dettati dal destino. Due persone che non hanno nulla in comune e che non si incontrerebbero per nessun motivo, ma che anzi normalmente si guarderebbero con diffidenza, si trovano per combinazione nello stesso posto, e per questo motivo nasce qualcosa di magico.
Il caso vuole così che le due Nana si trovino dapprima sullo stesso treno che va a Tokyo, poi, cercando casa, capitino nella stessa e decidano di vivere insieme per dividere le spese. La loro diversità è il loro punto di forza: si scoprono infatti l’una nell’altra e diventano grandissime amiche.
Nana Osaki canta in un gruppo, i Blast, di cui fanno parte Yasu Takagi, batterista e suo migliore amico, Nobuo Terashima, chitarrista, e il quindicenne Shin Okazaki, bassista. Quest’ultimo è subentrato nel gruppo a Ren Honjo, ex fidanzato e convivente della Osaki, arrivato a Tokyo un anno prima per diventare membro dei già allora famosissimi Trapnest, altro gruppo rock che annovera tra le proprie file la cantante Reira, ex di Yasu che ora vive con Shin una storia di amicizia/sesso, il batterista Naoki (a cui la Yazawa a dedicato una storia breve che sarà pubblicata nel numero 18) e il chitarrista e leader Takumi.
Mentre la Osaki riallaccia la storia di amore con Ren una volta giunta a Tokyo, comincia ad accorgersi di provare qualcosa di strano nei confronti della Komatsu. Nonostante sessualmente non sia attratta dalla omonima, è Hachi (così è stata affettuosamente ribattezzata l’altra Nana) che le appare in mente quando pensa a qualcuno che le stia vicino, è pensando a lei che il cuore le batte all’impazzata. Questo la porta ad allontanare dal suo cuore Ren (ed ad avere con lui un rapporto vissuto quasi esclusivamente a letto), e contemporaneamente un rapporto sempre più possessivo con l’altra Nana.
Nana Komatsu invece sembra proprio non trovare pace con il cuore: lei si è trasferita a Tokyo principalmente per reincontrare il suo fidanzato Shoji, prima storia seria dopo tanti amori travagliati (tra cui una relazione con un uomo sposato). Il tempo di rivedersi che, poco dopo, il ragazzo si invaghisce di una collega di lavoro, e per Hachi è un’ altra batosta causata dal “Grande Demone Celeste“, una “entità divina” che, a suo parere, la perseguita.
Ma è un altro l’uomo destinato a sconvolgere la vita della Komatsu: il chitarrista dei Trapnest, Takumi. Nana lo incontra una sera a casa sua, insieme agli altri componenti della band, e tra i due scatta immediatamente una irrefrenabile passione. La ragazza si annulla completamente in questo rapporto, diventando una bambolina nelle mani di Takumi, che ne dispone quando e come vuole per il suo piacere fisico, trattandola come una sua proprietà. Contemporaneamente, Nobu (migliore amico della Osaki e membro dei Blast) comincia a provare per Hachi qualcosa che non è semplice affetto, e la Komatsu accortasi di questi puri sentimente riesce poi a trovare in lui il vero significato della parola “amore”.
Ma quando tutto sembra essersi messo per il meglio, con Nana e Nobu che vivono felicemente la loro storia d’ amore, Hachi si accorge di essere rimasta incinta e, cosa ancora più grave, senza sapere di chi sia il bambino. La Komatsu pero’ sembra ricordare che l’unico tra Takumi e Nobu con cui ha avuto rapporti non protetti sia il primo, che appena saputa la notizia si dichiara subito pronto ad assumersi le sue resposabilità sposando Nana e assumandosi la paternità del nascituro. Nobu frattanto è talmente sconvolto da non sapere cosa fare, se lasciare campo libero a Takumi per il bene di Nana e del piccolo, o lottare per la sua amata che sembra continuare a ricambiare i suoi sentimenti.
Ma la persona più distrutta emotivamente è proprio Nana Osaki: la gravidanza significa la fine della convivenza con l’amata Hachi, per di più se il bambino è di Takumi, e sa già che perderà l’amica per sempre. Non trovando conforto tra le braccia di Ren, per assurdo deve essere proprio Nobu a consolarla, anziché l’inverso.
La situazione adesso è in una fase di stallo tutti i personaggi sono coinvolti nella gravidanza di Nana, e le decisioni di ognuno sono fondamentali nel determinare i destini di tutti gli altri…
Leggendo solo un riassunto della trama, non si può capire perché la storia raccontata in Nana sia speciale: è indispensabile leggere l’opera. I personaggi parlano con il cuore, e le loro riflessioni, le loro ansie come le loro gioie, entrano a far parte del lettore fino a risucchiato talmente nella lettura da farlo sentire volta per volta al posto dei protagonisti, tanto che capita di anticipare con il pensiero le riflessioni e i comportamneti dei vari personaggi.
Se ti “senti” Nobu, sai già che rimmarai sbigottito alla notizia della gravidanza di Hachi, perché il tuo amore è così grande che vuoi solo il suo bene e non sai cosa fare. Se invece ti “senti” Takumi, sei pronto ad assumerti le tue responsabilità poiché Nana è una tua proprietà, e hai come fare per rivendicarla per sempre. Se infine ti senti la Osaki, la tristezza ti stringe il cuore poiché il dolore di separarti da Hachi è troppo grande, e la rabbia contro la vita che vuole portartela via è talmente forte da diventare autodistruttiva.
Graficamente Nana è stupendo, anche se forse piacerà di meno a chi non ama la scuola giapponese – pur distinguendosene per l’originalità del tratto: i personaggi sono disegnati con la cura dei particolari che contraddistingue lo stile della Yazawa, con una attenzione al look degna di una stilista. In particolare, in quest’opera la sensei riesce maggiormente nei momenti topici a realizzare tavole che esprimano al meglio la situazione, fondendole perfettamente con i pensieri dei protagonisti. Anche qui, come in precedenti opere dell’autrice, i fondali vengono ralizzati con retino e matita direttamente su foto dal vero.
Se siete giunti sin qui, vuol dire che questo speciale vi ha per lo meno incuriosito su chi sia Ai Yazawa e su come, attraverso le pagine delle sue opere, riesca a farci provare tante emozioni. Ma questa è una autrice che, più che attraverso le parole, ha bisogno di farsi conoscere con i fatti: prendere in mano un opera della mangaka significa regalarsi momenti di felicità, gioia, tristezza, che si rivivono attraverso i suoi splendidi personaggi. Se siete quindi tra quelli che ancora non conoscono la Yazawa attraverso i suoi fumetti, fatevi un regalo, e chissà che non siano tra i soldi meglio spesi, fumettisticamente parlando, della vostra vita.