Nel secondo volume di Nailbiter Joshua Williamson e Mike Henderson proseguono il loro discorso sulla predestinazione a diventare serial killer. La vicenda muove dall’assunto che un’unica cittadina, Buckaroo, abbia dato i natali ad alcuni tra i più pericolosi assassini seriali al mondo: l’agente Nicholas Finch e lo sceriffo Crane non indagano su singoli casi, ma sul legame che intercorre tra loro e che rappresenta potenzialmente la chiave per scoprire la ragione che spinge l’essere umano a uccidere.
Il plot elaborato da Williamson, già autore di Ghosted, si dimostra solido e intrigante. Oltre a sfruttare alcuni topoi della narrativa di genere, lo sceneggiatore statunitense si concede alcuni momenti d’ironia e strizzate d’occhio al lettore: su tutte, la presenza tra i personaggi di Brian M. Bendis nel ruolo di se stesso, in un riuscito gioco tra realtà e finzione.
Henderson realizza tavole che puntano molto sulla leggibilità, con uno stile sintetico e alquanto efficace. Sebbene in alcuni passaggi i disegni appaiano piatti e privi di particolari guizzi, globalmente risultano congeniali alle caratteristiche della narrazione.
In conclusione, tra richiami cinematografici, ritmo serrato e validi colpi di scena, la serie si conferma un concentrato di atmosfere horror particolarmente adatte a un’eventuale trasposizione in una serie tv, come già avvenuto per altre opere prodotte dalla Image.
Abbiamo parlato di:
Nailbiter Vol. 2 – Mani insanguinate
Joshua Williamson, Mike Henderson
Saldapress, 2016
128 pagine, brossura, colori – 14,90 €
ISBN: 9788869192272