Alfredo Castelli è uno dei principali autori del fumetto italiano, contraddistinto da uno cultura sterminata – in temi sia classici, sia esoterici – ma anche da una ironia affilata e sottile, in stile british. Una caratteristica evidente nella sua prima serie di grande successo, Gli Aristocratici (1972) ma anche nella sua principale creatura, Martin Mystere (1982).
Cut-Up Publishing ci propone quindi – con un bel colpo editoriale – un volume in formato francese con l’affascinante riscoperta di quattro racconti di un personaggio finora pressoché ignoto di Castelli: Sir Aladdin Gulliver Simbad Munchausen Junior. È lo stesso Castelli a ricostruire nell’ampia prefazione, con ironia e acribia filologica, la storia di questo suo fumetto misconosciuto. Si collega all’avventura francese dell’autore, iniziata nel 1975 con la trasposizione degli Aristocratici su Pif, rivista per ragazzi che Castelli colloca con precisione nel complesso quadro del fumetto francese dell’epoca. Gli Aristocratici, ladri gentiluomini ma matricolati, fanno storcere qualche naso Oltralpe (per una volta i francesi si dimostrano più retrivi dell’Italia, contrariamente al luogo comune), e la serie viene accantonata. Però l’editore lancia Bazar, rivista di fumetto per un pubblico maturo, e gli viene chiesta una nuova serie.
Castelli riadatta così il personaggio di Sorry (1972), creato per una rivista italiana mai andata in porto (l’introduzione riporta anche l’unica storia disegnata, con quattro tavole di Bonvi). L’idea è semplice e brillante: come i quattro ispiratori che ne formano il nome, il nostro Sir è un raffinato miles gloriosus, in grado di spararla grossissima in qualsiasi ambito e genere egli venga a cimentarsi.
In particolare, è evidente che il modello principale del protagonista sia il celebre barone di Munchausen (1720-1797), personaggio storico già noto in vita per le sue incredibili vanterie, ampliatesi ulteriormente dopo la morte e la loro trasposizione scritta (Castelli affrontò il personaggio anche su Martin Mystere).
A disegnare il fumetto viene chiamato Georges Pichard, maestro del fumetto erotico francese. E, come dice Castelli con la consueta ironia e un pizzico di disappunto, si aggiunge ai grandi millantatori anche il nome di Casanova. Pichard infatti insiste per inserire nella prima storia, che deforma umoristicamente i meccanismi del giallo, un elemento erotico che solo in parte Castelli riesce ad amalgamare con la sua idea di personaggio. Nelle tre sceneggiature successive Castelli quindi cerca di adattare la storia ai temi erotici imposti da Pichard. Tuttavia, Pichard alla fine ne disegnerà solo una: il progetto di Bazar si interrompe, e due sceneggiature restano da disegnare.
Nel 1978 queste due avventure superstiti vengono adattate da Vincenzo Jannuzzi su Il Mago, con uno stile radicalmente diverso da quello di Pichard: tanto questi si basa su una sensualità esasperata della morbidezza delle forme delle sue procaci eroine, accompagnata da una simile rotondità del tratto, tanto il segno di Jannuzzi è asciutto, nervoso, essenziale. L’elemento erotico – introdotto da Castelli per compiacere Pichard – viene sviluppato, ma senza l’enfasi cara al disegnatore francese. Oltre al segno, spicca la differenza nel montaggio della tavola: la composizione di Pichard è, secondo il suo solito, estremamente libera, con numerose vignette di forma irregolare ed esaltando il massimo grado l’impatto visivo complessivo e la seduzione erotica dei disegni. La struttura adottata da Jannuzzi, invece, è in gran prevalenza una classica gabbia italiana, con le classiche tre strip di due o tre vignette.
Insomma, nel complesso, questo Sir Munchausen Jr. si rivela un personaggio molto interessante, dalle grandi potenzialità comiche, perfetto per quell’umorismo british che Castelli ha saputo profondere con sapiente delicatezza in tantissime sue opere. Le sue avventure sono tutte giocate su questa divertita leggerezza cara allo sceneggiatore: un punto di forza nel divertimento immediato del lettore che, naturalmente, può essere anche il limite, soprattutto dopo un certo numero di ripetizioni del meccanismo narrativo. La presenza di un grande disegnatore come Pichard, in teoria prestigiosa, si rivela inizialmente ingombrante nel condizionare il personaggio in una versione nettamente erotica che non sembra quella congeniale. L’auspicio finale di Castelli di una eventuale ripresa del personaggio sembrerebbe un’ottima idea, per vederlo agire in uno dei campi in cui si rivela un maestro: quello della pura affabulazione avventurosa.
Abbiamo parlato di:
Sir Aladdin Gulliver Simbad Munchausen Junior
Alfredo Castelli, George Pichard, Enzo Iannuzzi
Cut-Up Edizioni, 2020
48 pagine, cartonato, colori e bianco e nero – 19,90 €
ISBN: 9788832218152