Morte di un tiranno: la fine del Dragonero ribelle

Morte di un tiranno: la fine del Dragonero ribelle

“Morte di un tiranno”, di Enoch e Pagliarani, è il degno epilogo della saga Dragonero il ribelle, che termina fra i colpi di scena.

DN36_copScritto da Luca Enoch e disegnato da Gianluca PagliaraniMorte di un tiranno chiude la saga Dragonero il ribelle, iniziata nel novembre 2019 con I ribelli dell’Erondàr. Tre anni che hanno rivoluzionato il mondo in cui si muove Ian e sancito l’addio di figure letteralmente amate come Yannah e Briana e di antagonisti illustri come Roney.

Per circa due terzi dell’albo Enoch si concentra sulla missione di Alben che, insieme al feticcio creato in Alla conquista di un impero, corre verso lo scontro finale con Leario, in quello che è di fatto l’ultimo atto che deve sancire la vittoria dei ribelli. Con la capitale dell’impero Vàlendàrt ormai riconquistata dalle spade di giustizia guidate da Ian, il tempio della signora delle lacrime rimane l’ultimo baluardo dell’usurpatore: lì si consuma un colpo di scena destinato a intaccare ancora una volta il cast di comprimari della serie, esibendo una fragilità non prevista in uno dei compagni del Romevarlo.

Enoch inserisce, soprattutto all’inizio dell’albo, una sfilza di (gradite) citazioni da Il signore degli anelli e prepara con attenzione una demolizione del culto della dea di Leario sia fisica sia simbolica.     
Dopo aver introdotto il tema della ricostruzione, in quello che appare al momento un nuovo periodo di pace, lo sceneggiatore imbastisce un lungo finale – quasi un quarto atto alla maniera de Il ritorno del re, ma senza eccessive lungaggini – nel quale dedica un segmento narrativo a ogni personaggio. Emergono così, ad esempio, i dubbi di Sera che fa ritorno alla sua foresta di Frondascura, e quelli di Gmor, che raggiunge l’isola di Taigh Ùrr, la nuova casa degli orchi, mentre Nahim torna a occupare il trono imperiale di Vàlendàrt e Alben va a caccia di un nuovo bastone magico.
Nel finale si delineano alcuni elementi del nuovo scenario politico: il cancelliere Ausofer, ad esempio, non vuole una personalità forte come quella di Ian al fianco dell’imperatore, anche se l’attrito fra i due è per ora mitigato dal desiderio di Dragonero di farsi da parte per mettere ordine nella sua vita, dopo la nascita di Elara e la morte di Briana.DN36_tav

Pagliarani regala una prova di livello molto elevato sotto ogni punto di vista: ambientazioni, inquadrature, prospettive, effetti speciali, caratterizzazioni dei personaggi, pose ed espressioni. Ne sono esempi emblematici la sequenza iniziale con la marcia inarrestabile di Alben verso il tempio della dea e il coinvolgente lavoro sulla visualizzazione di Aura. 

L’albo conclusivo di Dragonero il ribelle esalta dunque tutti gli aspetti positivi che hanno caratterizzato la saga: disegni e sceneggiature di standard sempre elevato e una pianificazione editoriale evidente che accresce il valore della trama orizzontale. Una gestione oculata, quella sulla continuity, che mitiga l’unica criticità riscontrabile all’interno del ciclo: quella diluizione narrativa, avvertita soprattutto in certi episodi, che ha forse fatto lievitare fino a 36 il numero di albi complessivi della saga, probabilmente anche per scelte di allineamento cronologico, in modo da far combaciare fine e inizio ciclo con un evento importante come due edizioni di Lucca Comics & Games.
Difficile comunque immaginare un modo migliore per salutare, dopo tre anni, la ribellione e accogliere la nuova saga Dragonero – Mondo oscuro.

Abbiamo parlato di:
Dragonero il Ribelle #36 (#113) – Morte di un tiranno
Luca Enoch, Gianluca Pagliarani
Sergio Bonelli Editore, ottobre 2022
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 4,40 €
ISSN: 977228243000420113

DN36_tav2

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *