Grant Morrison, scozzese, da sempre politicamente impegnato, cresce professionalmente nella nota rivista inglese 2000 A.D., attraverso la quale si fa notare anche negli USA. È la DC ad offrirgli i primi lavori che lo renderanno famoso, tra i quali Arkham Asylum, con Dave McKean, Invisibles per la sezione Vertigo, e Justice League of America (JLA) con Howard Porter, anche se il primo in assoluto fu quell’Animal Man di cui parliamo iamo poco sotto.
Che sia l’anno di Grant Morrison in Italia è ormai chiaro: dopo Invisibles, che lo ha fatto conoscere ad un relativamente limitato numero di persone, sembra impossibile voltarsi in fumetteria senza leggere il suo nome.
Non poteva essere altrimenti dopo la notorietà assunta con la sua gestione degli X-Men che, per l’occasione, negli USA è diventata New X-Men, ed in Italia è stata il piatto forte, assieme all’Uomo Ragno, della Marvelution (nome dietro cui cela il periodico riassetto/rilancio delle testate Panini Comics).
Grant Morrison è uno scrittore certamente abile, capace di adattare il suo stile alle storie che racconta senza snaturarsi mai. Amante delle trame e delle situazioni complesse, se non addirittura ostiche, necessita almeno nelle sue opere più particolari di più riletture per poter accedere a tutte le simbologie e le citazioni che è solito inserire. Nonostante la strana sensazione che a volte “giochi” a non farsi comprendere in pieno, raramente le sue opere lasciano indifferenti.
Questo articolo vuole dare uno sguardo agli ultimi lavori proposti in Italia, tutti ad opera della Magic Press, casa editrice che ha il merito di pubblicare gran parte delle proposte Vertigo.
Animal Man
Magic Press – 240pp/col – 18euro
Nella splendida copertina di Brian Bolland campeggia tutto il dolore di chi, dopo anni in cui ha usato il suo potere per assorbire le abilità degli animali, ne comprende il tormento per la loro condizione ed il loro sfruttamento. Così si apre questo volume, che raccoglie le prime nove storie di Animal Man scritte da Grant Morrison. Partita inizialmente come miniserie di quattro numeri, grazie al lavoro dell’autore la DC Comics decise di affidargli la serie regolare di questo supereroe animalista, padre di famiglia, un poco imbranato e pieno di dubbi su di sé e sulla sua vita. Sicuramente un eroe particolare, per impostazione e per registro narrativo.
I primi quattro episodi sono serrati, per niente banali, e narrano il primo incarico di Animal Man che, reduce da anni di inattività, decide di indossare nuovamente il costume, e si avvale di un manager per curare la sua immagine. Sarà ingaggiato proprio da un laboratorio dove gli animali sono usati per esperimenti scientifici, e durante questo incarico scoprirà le bassezze e gli intrighi dei suoi datori di lavoro, lasciandoli infine in mano a colui da cui avrebbe dovuto difenderli. Una storia semplice e lineare, ma che non manca di spunti di riflessione, e che porterà il protagonista a rivedere le sue posizioni personali, ed a diventare un animalista.
Dal quinto episodio, Il vangelo del coyote, Morrison inizia ad affilare le sue armi, creando l’incredibile storia di un cartone animato (in cui si riconosce chiaramente Wil E. Coyote) che si esilia dal proprio universo disegnato per salvare i suoi fratelli di carta e matita dal dolore, come un novello Cristo. Racconto originale e malinconico in cui Animal Man non è altro che una comparsa, un testimone incapace di comprendere quello che sta vedendo, impotente e inutile.
Degni di nota anche gli altri episodi dell’albo. In uno Animal Man dovrà cercare di convincere la Maschera Rossa, ex supercriminale in declino, a non suicidarsi, ma nonostante i suoi sforzi non riuscirà nell’intento. Un eroe quindi non certo infallibile, come evidenzia anche lo scontro con un invasore alieno, deciso a trasformare la sua morte in una opera artistica frattale che distruggerà la terra.
Particolarità ulteriore del personaggio sono le scene di vita quotidiana, i suoi problemi con i figli a confronto con un padre supereroe (e nemmeno di “serie A”!) o con sua moglie.
Per quanto riguarda i disegni, purtroppo non sono certo un punto di forza del volume: Chas Troug e Tom Grimmett hanno un tratto molto datato, ma non si deve dimenticare che queste storie hanno oramai una quindicina d’anni.
Flex Mentallo
Magic Press – 104pp/col – 9euro
Facoltà X semina false bombe che non distrugggono oggetti, ma certezze, e gli indizi portano tutti a collegare questi strani attentati al Fatto. Tocca a Flex Mentallo, l’eroe del Mistero Muscolare, indagare, anche perché sia lui che il Fatto altro non sono che personaggi immaginari di un fumetto disegnato da un bambino, Wally Sage. Forse lo stesso Wally Sage che, in un vicolo di chissà quale città, sta morendo di overdose ed ha deciso di passare le sue ultime ore di vita al telefono, solo per parlare di fumetti, dei supereroi e delle mille realtà possibili.
Non era affatto una bomba. Era una chiave. E stava per aprire la porta più strana di tutte.
Una chiave per Flex Mentallo, alla ricerca della Legione delle Legioni, il più potente supergruppo del mondo (ma quale mondo?), o una chiave per Wally, attraverso la quale ricordare la realtà, quella che potrebbe essere?
Chi è Flex Mentallo in realtà? Chi è Wally Sage? Quanto è reale e quanto frutto di un lungo sogno drogato? Gli eroi esistono realmente, e verranno a salvarci, o tutto questo è il delirio, il monologo disperato di un uomo in punto di morte?
Forse la risposta sta proprio nella parola che disse Dio: la parola che diede origine all’universo e alla coscenza, custodita in un vecchio cruciverba ingiallito. Forse sta nei vecchi fumetti, ingenui e liberi, disegnati da bambini. Forse sta in un castello, rifugio dorato di un pesce rosso.
Anche questo fumetto, come le bombe di cui è disseminato, “distrugge certezze”, con una costruzione su due, o forse più, binari, che si intrecciano e si abbandonano continuamente. Con citazioni e deformazioni del mondo a fumetti, visto con occhio disincantato ed al contempo ammirato. Anche un trucco vecchio come quello del “fumetto nel fumetto” assume un ruolo nuovo, originale e intrigante, dove i confini si confondono e si rincorrono.
Grant Morrison conferma con Flex Mentallo tutte le sue doti visionarie, aiutato dal disegno “possente” di Frank Quitely (coppia riformatasi sulle pagine di New X-Men), e costruisce un racconto capace di nascondere più significati; forse fin troppo criptico nella sua follia, ma certamente capace di divertire, impressionare, far pensare. Un lungo percorso tra tutte le epoche del fumetto supereroistico, una ricerca disperata che salverà il mondo, o forse, più semplicemente, una vita.
Benvenuto. Hai abitato il primo fumetto ultra-post-futurista: ai personaggi è accordata completa sincrointerazione coi lettori di questo livello.
Il Mistero di Dio
Magic Press – 80pp/col – 8euro
I Cicli dei Misteri sono rappresentazioni teatrali degli episodi della Bibbia, che venivano tenuti nel Medioevo; oggi, in un non meglio precisato borgo inglese, vengono ripresentati ad uso e consumo dei turisti, e durante una di queste serate qualcuno uccide Dio, o meglio l’attore che lo impersona. In questa opera di Grant Morrison, dipinta in modo suggestivo da Jon J. Muth (già illustratore di Moonshadow, Swamp Thing:Radici ed M), la differenza tra le due cose finisce per assottigliarsi molto.
“Dio è nei dettagli” dopotutto.
O in questo caso forse, i dettagli sono in Dio
Sono le parole del coroner della polizia mentre esegue l’autopsia di “Dio”. Ed i dettagli da tenere d’occhio in questa storia sono molti, tanti che sembrano spuntarne di nuovi ad ogni lettura. Nell’indagine, il detective Frank Carpenter e la reporter Annie Woolf si troveranno di fronte a tutti i piccoli grandi segreti del paese; segreti che essi stessi nascondono, celati nel profondo di sé stessi. Il caso si tinge di significati metafisici, ed anche una partita a minigolf tra il detective ed un parroco senza più fede diventa un gioco delle parti.
Siamo animali stupidi e spaventati che supplicano il cielo vuoto e se io posso alleviare la paura dei miei simili mentendo loro sul paradiso, lo faccio.
Ma perché dovrei sentire il bisogno di uccidere Dio, quando è tanto chiaro che è già morto?
Me lo dica.
Di fronte all’amaro quesito del reverendo Tilley la risposta del detective, tanto involontaria quanto rappresentativa di una risposta che in realtà proviene da Morrison stesso, è semplicemente:
La casa è vuota.
Una delle tante allusioni che rendono quest’opera leggibile a più livelli.
Un giallo psicologico che quindi nasconde, tra visioni e scene degne di Twin Peacks, un racconto sui giudizi e sulle colpe che, come vecchie giacche abbandonate, sono troppo pesanti, ingombranti e spaventose da portare addosso.
Una storia affascinante, da seguire ed analizzare solamente dopo averla letta nel suo intero, come suggerisce lo stesso Carpenter.
Non voglio esaminare i frammenti di un evento. I frammenti a me non servono. Lo voglio vedere intero, in rapporto a ciò che lo circonda. Solo allora il suo significato diventa chiaro.