Dopo il finale del numero scorso, in questo numero 8 aspettavamo un evento. che non c’é stato. Urasawa tergiversa, dilata i tempi, qua e là allunga il brodo, si concentra sui protagonisti. I più interessanti sono l’ispettore Lounge e Johan Ribert. Il primo dotato di grandi capacità investigative, dedito al suo lavoro in maniera morbosa, quasi malata, tanto da non avere più neanche una vita privata. Il secondo è un individuo indecifrabile, che dietro un bel faccino ed un perenne sorrisino condiscendente nasconde una personalità contorta, sfuggente, enigmatica, terribile. La trama è come al solito buona, con molti colpi di scena e rivelazioni ben dosate, ma questo numero 8 è forzatamente transitorio. Per la conclusione di questa affascinante storyline, infatti, dovremo aspettare il prossimo “tankobon”, che si preannuncia fondamentale per la continuity della serie (Giulio Capriglione).

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