Era da tanto che attendevo questa nuova uscita della Indy press, Monsieur Jean, non è mai troppo tardi, prima incursione di questa piccola casa editrice nel territorio della BD.
Avevo già conosciuto questo personaggio e questa serie nelle due precedenti apparizioni nelle fumetterie italiane per opera della Macchia nera e della Lizard nella sua serie dei tascabili, formato che ricorda quello adottato dalla casa di Michele Foschin, attualmente in libreria.
Appunto, il formato editoriale è sicuramente la novità che più incuriosisce. È una scommessa il proporre dei fumetti francesi, che oltralpe hanno di solito un’edizione cartonata (ma parliamo di altri numeri di vendita), in una confezione più piccola nelle dimensioni, mantenendo il colore (differentemente da quello che aveva fatto la Lizard) e raccogliendo due volumi della serie originale in uno solo. Se a tutto ciò aggiungiamo una cura editoriale e una ottima stampa, possiamo ritenere questa proposta un validissimo modo per spendere 10,50euro, che non sono pochi in termini assoluti, ma che di fronte ai prezzi dei cartonati francesi è sicuramente una cifra concorrenziale. Certo, probabilmente, è un formato editoriale difficilmente applicabile ad autori come Moebius o Bilal, in quanto sarebbe sacrilego ridimensionarne le tavole; ma stiamo parlando di nomi che comunque riescono a vendere un numero sufficiente di copie per garantirne la stampa (e non solo) in costosi volumi cartonati.
Differentemente, per Monsieur Jean era sicuramente più importante aprire una via nel mercato congestionato di quest’ultimi tempi che preservarne le peculiarità editoriali. Discorso identico qualche altro editore potrebbe tentarlo per altre nuove proposte o riproposte di materiale che ha avuto difficoltà a sfondare. Un nome su tutti Lapinot di Lewis Trondheim , ormai finito nel limbo per quelli della BD Edizioni . Staremo a vedere.
Best seller in Francia e amato negli states (non è cosa comune che un prodotto d’oltralpe possa trovare estimatori negli USA) dove è pubblicato dalla prestigiosa Drawn & Quarterly, Monsieur Jean si fa apprezzare per la raffinatezza del disegno, per il suo tono scanzonato e leggero abbinato ad una vena tenuemente malinconica.
Il protagonista, trentenne scrittore parigino di un certo successo, si muove attraverso amori mancati, amicizie un po’ stanche, portinaie invadenti; un riuscito ritratto di una generazione post-contestazione, un po’ disillusa e disimpegnata, forse un po’ vuota nella spinta idealista, ma non per questo meno interessante. Non si tratta pero’ di un personaggio che soffre di un yuppismo di ritorno, in quanto non notiamo una tendenza edonista o narcisista, ma bensì ci troviamo di fronte a degli attori un po’ timidi, a volte teneramente tragici e incapaci di sentirsi definitivamente adulti; come quando vediamo il protagonista ritornare dai genitori perché si sente sperduto, terrorizzato e demoralizzato di fronte alla prospettiva di passare un sabato sera da solo. Un esempio perfetto di una fragilità emotiva e caratteriale molto comune in una generazione che materialmente possiede tutto.
Questo volume raccoglie i primi due libri usciti in Francia per Les Humanoides Associés (L’amour, la concierge e Le nuites les plus blanches), composti da episodi più o meno brevi scritti e disegnati a quattro mani da Philippe Dupuy e Charles Berberian. La rotondità del tratto, il saper miscelare un disegno un po’ cartoonistico che ricorda certe illustrazioni della cultura pop anni 50 e 60 (e se posso azzardare un paragone, faccio il nome del canadese Seth che si rifà allo stile di alcuni vignettisti del New Yorker degli anni 50, quanto di più europeo si può trovare nell’illustrazione americana del secolo scorso), un po’ frivole, ma sempre essenziali, leggibili e incisive.
Molta espressività in pochi segni per una narrazione che entra prepotentemente a far parte della grande tradizione della commedia umana francese, sempre ben rappresentata nella letteratura, nel cinema (si vedano le opere più leggere di Francois Truffaut o di Claude Lelouch) e nel fumetto, come nelle bellissime opere del grande Lauzier, autore che meriterebbe di essere rivalutato o perlomeno analizzato in un prossimo articolo.
Ecco, si potrebbe mettere a raffronto il nostro Monsieur Jean con Michael Chopun il protagonista di Il diario di un giovane mediocre (Bonelli-Dargaud 1985) e Ritratto d’artista (Milano libri 1994, entrambi consigliatissimi, se li trovate in qualche reminder), per inquadrare due diverse generazioni di giovani francesi ma anche due modi differenti di ritrarle. Lauzier, difatti, si dotava di cinismo e disincanto per raccontare le ipocrisie di un giovane mediocre e un po’ snob, affascinato dall’illusione rivoluzionaria che si tramuta ben presto in riflusso piccolo borghese, abbastanza ordinario. Depuy e Barberian invece giocano più su dei colori tenui, sui piccoli sentimenti; non cercano iperboli esistenziali per raccontare personaggi che cercano nell’intimità di una vita normale la propria rispettabile aspirazione, lontani anni luce dall’impeto ideologico un po’ becero di Choupon, del quale Lauzier racconta la logica normalizzazione e la sconfitta inevitabile. Differentemente, Monsiuer Jean è già un disilluso, come lo sono i nostri tempi, ma non uno sconfitto, perché conosce i propri limiti, li sopporta e con un po’ d’insofferenza agisce partendo da essi.
Spero di non aver, con queste mie considerazioni, caricato troppo di responsabilità sociologiche un fumetto che è capace comunque di divertire e sorridere ad una lettura più superficiale e forse più genuina e sincera. La bellezza e il valore di certi fumetti (come di certi libri e film) sta anche nella capacità di appagare con diverse profondità di lettura. Ognuno si scelga la più consona per i propri desideri e gusti e troverà qui un ottimo fumetto ad un prezzo assolutamente concorrenziale.