Morning Glories: per un futuro (hollywoodiano) migliore.

Morning Glories: per un futuro (hollywoodiano) migliore.

Panini Comics edita questa serie targata Image che tanto successo ha riscosso in patria, aprendo le porte della Marvel Comics allo scrittore Nick Spencer. Un teenage drama che sfrutta tutti i trucchi e gli stilemi del genere, già pronto per una trasposizione cinematografica.

Nick Spencer è uno dei nomi nuovi del fumetto statunitense, salito alla ribalta per il suo primo fumetto, proprio questo Morning glories, che gli ha aperto la strada di Hollywood prima (l’opera è stata opzionata per una trasposizione cinematografica) e della Marvel poi.

Questa miniserie, edita in patria da Image, si pone come genere e target in gran parte sulla scia dei teenage drama a base di elementi di fiction, un filone che in letteratura e al cinema trova ampio spazio.  Prima di storcere il naso, dobbiamo ricordare che questo tipo di narrazione rappresenta da sempre una fonte di grandi opere in tutti i campi, a dispetto dell’etichetta prestampata con cui i guru del marketing sembrano dover contrassegnare opere d’ingegno come prodotti da catena di montaggio; senza timore di andare fuori dal seminato, e restando in ambito fumettistico, possiamo affermare che questo genere sia stato, tra gli altri, alla base del rilancio di Chris Claremont per gli X-Men, in anni nei quali nessuno si sarebbe sognato di definirli teenage drama.

Morning glories inizia seguendo i dettami del “manuale del primo numero“: ci presenta l’elemento di rottura che sta al centro della serie, una scuola per ragazzi di talento dove vengono applicati metodi coercitivi e si nascondono segreti poco rassicuranti; ci introduce quindi i singoli protagonisti, due pagine per ciascuno, affidando a queste gran parte della loro caratterizzazione, che non riserva grandi sorprese (l’orientale silenzioso esperto di arti marziali rappresenta il massimo del luogo comune); mostra i primi contatti tra i ragazzi inseriti nella nuova realtà della scuola, svelando quelli che saranno i rapporti tra loro; infine li mette davanti alle prime crepe nell’immagine perfetta della scuola.

Insomma, fin dal primo albo ci ritroviamo nel mezzo di un racconto di genere che non si distingue certo per l’originalità, o per la caratterizzazione dei personaggi. A questa premessa/promessa di mediocrità, che farebbe pendere il giudizio verso la bocciatura, rimediano però una discreta scrittura, dialoghi adeguati al genere (non privi quindi di una certa ingenuità), indizi e dettagli inquietanti sparsi con misura e un ritmo incalzante; tutto questo caratterizza il progetto mettendo in risalto più i lati positivi che quelli negativi, appoggiandosi ai cliché del caso con coscienza, sfruttando il già visto e già sentito per concentrarsi su altro, come tante opere di svago che sanno quel che devono fare per intrattenere il lettore, senza pretendere di essere diverse da quel che sono.

Modesti i disegni di Joe Eisma, che sembra ancora sospeso tra diverse influenze, per esempio quella di Scott Campbell per quanto riguarda le silhouette femminili, ma senza le rotondità tipiche dell’autore di Gen¹³ o Danger Girl, sostituite da spigolosità e segni netti. Le tavole, generalmente piuttosto anonime nella costruzione, fatta eccezione per le pagine che introducono i protagonisti, sono disseminate di erroretti di anatomia e prospettiva, non tali da gridare all’orrore ma che nel complesso irritano e stancano. Sicuramente un disegnatore più abile e con un pizzico di mestiere in più avrebbe reso migliore il fumetto.

Se di certo ci troviamo di fronte a un’opera di intrattenimento, apparentemente leggera e stereotipata, resta degno di nota – per quanto non certo innovativo e tipico del genere – il messaggio sotterraneo, oggi sicuramente attuale.
I ragazzi protagonisti sono tutti a loro modo unici e speciali e vengono scelti per diventare la futura classe dirigente, i futuri premi Nobel, i futuri dominatori (in realtà si intuisce qualche fine più oscuro, ma questo rappresenta più la scusa per mettere in piedi la storia che altro); per renderli tali i professori non esitano a piegarli con la forza, la violenza, la paura.
Si legge la parola METAFORA a lettere cubitali: spesso un adolescente attraversa un periodo in cui si sente unico, speciale e incompreso. In cui sente la pressione delle aspettative, della forzatura del diventare adulti, delle pesanti rinunce che questo comporta. Si sente prigioniero di questo processo e, al contempo, avverte il forte debito che avrà nei confronti del mondo degli adulti che sembra volerlo assimilare e che gli fornisce i mezzi per diventare grande.

Non sfugge quindi il motivo per cui Hollywood, alla costante ricerca di idee, di brand utilizzabili e di storie (meglio se inquadrabili o adattabili nel filone di successo del momento), abbia opzionato la storia per farne un film; sviluppo in gran parte lineare, personaggi inquadrabili in maschere di facile presa, teenager contro il mondo degli adulti, divise scolastiche e gonnelle corte…

Abbiamo parlato di:
Morning glories
Nick Spencer, Joe Eisma
Traduzione di Diego Malara
Panini Comic, 2012
192 pagine, brossurato, colori – 17,00e
ISBN: 8865896523

 

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