Miyamoto Musashi fa parte di quelle figure storiche entrate in maniera indissolubile nel mito vero e proprio. Vissuto in Giappone presumibilmente tra il 1584 e il 1645, è riconosciuto da molti come il più grande spadaccino della lunga tradizione giapponese. Ma etichettarlo semplicemente come un combattente è riduttivo: fu scrittore, come testimoniano i testi da lui lasciati – tra cui Il libro dei cinque anelli è il più celebre –, pittore e scultore; ma più di tutto fu un filosofo dell’arte della spada, a cui dedicò tutta la vita e che identificò come un percorso per trovare la conoscenza, l’equilibrio e la pace.
Alla sua figura sono stati dedicati libri, fumetti – impossibile non citare Vagabond di Takehiko Inoue –, film, opere teatrali. Le sue gesta, la sua visione della vita, la sua caparbietà hanno attraversato l’immaginario per secoli.
J-Pop dà alle stampe questo corposo volume scritto e disegnato da Shotaro Ishinomori, uno dei più grandi mangaka di sempre, autore di serie storiche come Cyborg 009 e Kamen Rider, nonché riconosciuto ufficialmente come l’autore di fumetti con il più alto numero di tavole prodotte di sempre.
Lo scopo che l’autore sembra essersi prefisso è quello di indagare nelle motivazioni di Musashi, seguendone la vita fin dai primi moti di ribellione, passando per la ricerca di avversari sempre più forti grazie ai quali affinare la sua tecnica fino alla vecchiaia, trascorsa come eremita dedicandosi all’arte. Ma per Musashi, sembra dirci Ishinomori, non c’era separazione tra combattere, vivere, essere in comunione con il creato, seguire il proprio destino e forgiarlo. Tanto che per seguire la via della spada, per comprenderla fino in fondo, rinunciò a una vita “normale”, all’amore, ad avere amici e una casa. Sacrifici dolorosi, che lo segnarono, ma compiuti con cognizione, necessari per raggiungere una consapevolezza superiore della spada e, di conseguenza, di sé stesso.
Ishinomori rende in maniera mirabile la tensione che anima Musashi, la bramosia per la lotta che non è ricerca di potere quanto di conoscenza, di elevazione spirituale. Una tensione che traspare dal suo viso anche nelle scene lontane dai combattimenti; anche quando viene ritratto da vecchio, dedito alla meditazione, quel viso segnato, gli occhi attenti e guizzanti, la posa fiera evidenziano una calma che nasconde forza e determinazione.
Le scene di lotta sono rapidissime e letali, e spesso è sufficiente un solo scambio di spada per concluderle; Ishinomori sceglie di raffigurare gli attimi precedenti e immediatamente successivi allo scontro, evitando quindi di mostrare il momento preciso del colpo, e così congela questi scontri nel tempo e li restituisce attraverso momenti carichi di epicità, con i personaggi che appaiono quasi immobili come personaggi del teatro kabuki. Il segno realistico, sottile e dettagliatissimo di Ishinomori, accompagnato alla sua capacità di far muovere i personaggi e caricare le loro pose e le loro espressioni di significati, donano alle battaglie una forza iconica e una carica drammatica capace di trasmettere come, per quei brevi istanti, la vita degli sfidanti sia in gioco e la morte sia l’unica conseguenza prevista per uno dei due.
Per quanto i personaggi di contorno abbiano un ruolo importante nel definire Musashi, soprattutto nei momenti in cui egli è assente, nessuno riesce a rubare la scena a un protagonista così forte e carico di mistero: non tutto viene spiegato, non ogni azione o decisione del protagonista trova una motivazione. Le scelte del guerriero sono lì, di fronte al lettore, che spesso non ha altro per cercare di comprendere ed entrare in sintonia con il protagonista.
Un trattamento ermetico che trova almeno un minimo disvelamento nella parte finale, quando le scene della vita da eremita di Musashi vengono accompagnate da una voce narrante in forma di didascalie e, soprattutto, da alcuni estratti dai suoi libri. In queste poche pagine il lettore ha la possibilità di affacciarsi brevemente nella filosofia del personaggio, nella sua etica. Concetti complessi, profondi, che collegano l’arte della spada a una visione del mondo, degli altri e di sé stessi, e richiamano una disciplina interiore semplificata dai cinque elementi della cultura Taoista: terra, acqua, fuoco, aria e vuoto.
L’opera di Ishinomori non si addentra nei dettagli della vita di Miyamoto Musashi, lasciando da parte tutto quello che è raccordo tra i principali eventi che ha ritratto e affidandosi a qualche breve riassunto per gli anni della maturità, ma piuttosto riesce a calare il lettore nello spirito di un’epoca lontana (anagraficamente e geograficamente) attraverso i personaggi che animano la storia. Il mangaka sa rendere il protagonista sia come personaggio storico, realmente vissuto, umano, sia come figura elevata al mito, al di là del tempo, regalando al lettore una rappresentazione profondamente sentita ed emozionante.
Abbiamo parlato di:
Miyamoto Musashi
Shotaro Ishinomori
Traduzione di Cristian Giorgi
J-Pop, 2019
480 pagine, brossurato, bianco e nero – 15,00 €
ISBN: 9788832756531