Quando i miti si incontrano: Joe Kubert e Tex in una nuova edizione Rizzoli Lizard

Quando i miti si incontrano: Joe Kubert e Tex in una nuova edizione Rizzoli Lizard

Qualche lustro fa il leggendario disegnatore statunitense Joe Kubert incontrava l’altrettanto leggendario eroe nostrano Tex. Rizzoli Lizard ci propone adesso il frutto di quell’incontro in una preziosa veste editoriale riservata ai più grandi interpreti e personaggi del fumetto.

covertex300Nella medesima, sontuosa, collana in cui aveva visto la luce Tex La valle del terrore di Magnus e Claudio Nizzi (2011)  e Tex Sangue sul Colorado di Ivo Milazzo e Claudio Nizzi (2012), Rizzoli Lizard ripropone questo Il Cavaliere solitario, sceneggiato dal “solito” Claudio Nizzi e disegnato da Joe Kubert (1926-2012), leggenda del fumetto statunitense, recentemente scomparso.

Qui ci limitiamo a fare qualche considerazione sul contenitore, ovvero sui criteri editoriali che ispirano questo tipo di ristampe, dal momento che sui contenuti parleremo diffusamente in un prossimo articolo, in un parallelo con l’altrettanto inconsueto Tex ideato da Mauro Boselli nell’ultimo Color Tex, Lo Sciamano bianco (n. 3, agosto 2013) e potete pure leggerne in una nostra vecchia recensione.

Come già successo nei volumi già editi, citati sopra, Rizzoli Lizard, più che preoccuparsi degli aspetti filologici (di cui ci saremmo aspettati massima attenzione in una edizione di tal fatta) si impegna a offrire una stampa estremamente piacevole alla vista e anche al tatto ma dal valore critico e anche didascalico divulgativo molto carente. Ne è prova l’introduzione, curata da Michele Ginevra, che propone quattro paginette scarse di una conversazione con Claudio Nizzi ed Ervin Rustemagić. Il pezzo è certamente valido perché offre numerosi chiarimenti sulla genesi e la storia editoriale dell’opera. Lascia perplessi, comunque, lo spregio nei confronti del lettore, cui non viene fornita informazione alcuna su Rustemagić  e Kubert, né sulle personalità artistiche, né tantomeno sul quid letterario che ha cementato il rapporto fra i due1.

Si ritiene che il target ideale di questo libro sia rappresentato da un lettore piuttosto casuale, raffinato e curioso, ma generalista. Avrà letto Tex qualche volta e probabilmente è poco informato sull’universo del fumetto. Questo tipo di edizioni, rivolte un po’ a tutti, hanno il dovere, in primo luogo, di formare la consapevolezza del lettore sugli autori e sul testo che si accingono a leggere. È dunque dovere del curatore fornire quel dettaglio minimo di informazioni indispensabili a conoscere la personalità e la storia degli autori, la genesi e il tessuto dell’opera, onde consentire al lettore di apprezzare appieno il testo. In considerazione del fatto che non ci si rivolge a critici, specialisti o intenditori è assolutamente inopportuno dare per scontate (e omettere) informazioni di alcun tipo, qualora siano propedeutiche alla lettura

Ma se il lettore fosse un ricercato specialista del fumetto ancora di più rimarrebbe deluso per l’occasione sprecata, vedendosi proporre una edizione nazional popolare, laddove ci sarebbero state le condizioni per un lavoro filologico preciso, attento ed accurato.

Il lavoro che ha affiancato Kubert e Tex (sconosciuto all’autore statunitense sino alla proposta bonelliana nella metà degli anni Novanta) è nata con due finalità, fortemente volute da Sergio Bonelli. La prima era quella di avere il maestro statunitense come illustratore di Tex in uno degli albi giganti, albi in cui, almeno nelle intenzioni iniziali, a sceneggiatori “tradizionali”, si dovevano accompagnare i più grandi disegnatori del fumetto, provenienti dalle più diverse realtà artistiche.

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La seconda era quella di poter, attraverso le suggestioni del grande disegnatore, riuscire a far breccia nel mercato americano.

Bonelli riuscì a realizzare entrambi i suoi sogni proprio grazie alla mediazione di Ervin Rustemagić, allora responsabile della SAF Comics, agente internazionale per il fumetto Bonelli. Dopo una lunga gestazione, il lavoro di Joe Kubert e Claudio Nizzi vide finalmente la luce il 26 giugno 2001 nell’albo speciale n. 15, Il cavaliere solitario.

Tex The Lonesome Rider, conobbe numerose edizioni le quali, oltre che negli USA, vennero stampate e ristampate nel resto del mondo. L’edizione italiana e quelle estere erano distinte da alcune differenze concettuali e formali. Le edizioni estere vennero stampate in quattro albi a colori, mentre, secondo tradizione, l’albo gigante di Tex racchiudeva un’unica storia in bianco e nero. Nell’edizione statunitense non si poté accennare al fatto che il protagonista era anche il capo bianco degli indiano Navajo, dal momento che questo concetto sarebbe risultato incomprensibile al lettore statunitense. Invece sarebbe apparso curioso al lettore italiano che Tex, quando, nell’ultima parte corrispondente al quarto episodio, si trova fra gli Apache, non fosse riconosciuto come Aquila della Notte o non si presentasse direttamente come tale, considerata la fama che possedeva fra quelle popolazioni. E infatti Tex dice al piccolo apache Choka (accompagnando le parole anche con un segno indiano): “Quando incontreremo i tuoi fratelli dirai che il nome con cui tutti gli uomini dalla pelle rossa mi conoscono è Aquila della Notte, capo bianco dei Navajo”.

Le differenze fra le due versioni sono effettivamente minime, risultano puramente formali e non modificano la sostanza della storia. Una edizione ideale e filologicamente corretta, però, avrebbe proposto la versione a colori divisa in quattro parti, con, in appendice, la variante della versione italiana nella parte in cui si diversifica da quella estera.

La ristampa Lizard ripropone (in bianco e nero) l’edizione estera articolata in quattro episodi, però lasciando il passaggio “italiano” in cui Tex si presenta come Aquila della Notte al giovane Choka (p. 227).

La pubblicazione a colori non rientra nel programma della collana (e qui ci dobbiamo accontentare), sarebbe stata comunque prova di intelligenza critica proporre un confronto fra le due versioni, per fini filologici e come spiegazione utile per il lettore. Si poteva optare tranquillamente per la soluzione fuori testo, magari in sostituzione dei bozzetti che ritroviamo in conclusione del volume, del tutto inutili al fine della comprensione dell’opera.

Questa critica può apparire impietosa ma vuole essere soprattutto un contributo ai curatori a fare di meglio, proprio in considerazione del valore potenziale della collana. Non si possono tacere, difatti, i molti meriti implicitamente già acquisiti nel presentare il meglio degli autori e dei personaggi dei fumetti, in una edizione da libreria assolutamente sciccosa a un prezzo tutto sommato per le tasche di tutti.

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Abbiamo parlato di:

Tex – Il cavaliere solitario
Claudio Nizzi, Joe Kubert
Rizzoli Lizard, luglio 2013
256 pagine, cartonato, bianco e nero, – 22,00€
ISBN-10: 8817068268

 


  1. Ervin Rustemagić, bosniaco di Sarajevo, è editore e distributore di fumetti. Il suo dramma personale, vissuto nell’assedio di Saraievo (5 aprile 1992 – 29 febbraio 1996), è documentato dai fax inviati a Joe Kubert che sono diventati materiale per la sua graphic novel Fax from Sarajevo. L’opera è stata premiata, nel 1997, con l’Eisner Award e l’Harvey Award

1 Commento

1 Commento

  1. micgin65

    20 Dicembre 2013 a 04:27

    Mah… Sono perplesso su alcune delle critiche di questa recensione.
    La collana di cui fa parte questo volume comprende anche la riedizione di buona parte delle opere di Magnus. I criteri seguiti sono analoghi ai vari volumi sinora usciti e riflettono una linea editoriale precisa, che mette al centro gli autori grafici, unici e non. Qui invece si attribuisce al curatore responsabilità che non sono proprie. Il curatore propone all’editore, che decide. Faccio inoltre presente che Tex non è ancora un personaggio di pubblico dominio. Esiste quindi anche l’editore originario che legittimamente ha voce in capitolo. Per esempio, è noto che c’è una sequenza iniziale che è stata censurata. In rete si trovano delle scansioni. Sarebbe stato interessante da un punto di vista filologico recuperarla. Ma esiste anche il diritto morale degli autori a decidere in accordo con l’editore cosa pubblicare, come e quando. Non è un mio diritto imporre cosa deve essere pubblicato.
    Inoltre, l’obiettivo di questa collana non è filologico. L’idea è quella che hai colto in alcuni passaggi della recensione: proporre una nuova edizione, ben stampata, ben confezionata e ad un prezzo relativamente accessibile.Non dimentichiamo che il Texone di Kubert è già uscito due volte in edicola, ad un prezzo veramente popolare. E’ il risultato è stato accettato assai bene dal pubblico, tanto è vero che siamo al lavoro su un nuovo volume e abbiamo un piano per i prossimi.
    Personalmente condivido il risultato, anche se non disprezzo certo le pubblicazioni di carattere filologico, anzi! A te non piace la sezione finale con i bozzetti, che invece è molto apprezzata e sarà presente sempre. Perché? Perché questa collana mette al centro gli autori e il loro talento. Quando si recensisce bisognerebbe prima sintonizzarsi sul progetto e poi analizzarne realizzazione ed esiti. Invece tu hai attribuito a questa edizione le tue esigenze personali, che capisco.
    Se tieni conto di queste osservazioni, forse potrebbe cambiare anche la tua percezione di questo volume. Preciso che non sono e non voglio essere polemico. Chiudo parafrasando una tagline che va di moda in questo periodo… Noi facciamo arte, non facciamo cadaveri.
    Grazie comunque per l’attenzione! Spero che il prossimo volume ti convinca di più.

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