Michele Petrucci ripercorre l’epopea di Reinhold Messner, su soggetto dello stesso esploratore, in un volume che racconta una storia in tre parti che evoca grandi avventure letterarie, e le cui tavole seguono anche graficamente gli obiettivi sportivi del protagonista.
Nel primo capitolo, La montagna, sono raccontate l’infanzia di Messner, e l’elaborazione della filosofia con cui si è approcciato all’arrampicata libera, la scalata dell’Everest, la morte del fratello Günther sul Nanga Parbat e l’impresa che ha consacrato la sua carriera: essere il primo ad aver raggiunto tutte le 14 vette da 8mila metri sulla Terra. Nella seconda parte, Il vuoto, l’autore si sofferma con ritmo incalzante su diverse altre imprese che hanno visto Messner protagonista; e nella terza e ultima parte, La fenice, viene mostrato il Messner di oggi, scrittore, impegnato nella creazione del museo che ne porta il nome e nei tentativi di riavvistamento dello Yeti.
Sul piano visivo – oltre ai delicatissimi acquerelli e al massiccio uso del tratteggio, specie per la rappresentazione dei volti – colpisce la studiatissima e spettacolare struttura della tavola. Questa segue l’orientamento verticale nel primo capitolo, assecondando l’ascesa del rocciatore verso le vette montane più inaccessibili, lasciando spazio nella seconda parte a lunghe inquadrature orizzontali, seguendo le avventure in campo aperto come la traversata del Deserto del Gobi.
Un bel volume ben confezionato, quello di Petrucci, che getta nuova luce su una delle figure più iconiche dell’alpinismo tradizionale.
Abbiamo parlato di:
Messner. La montagna, il vuoto, la fenice
Michele Petrucci
Coconino Press Fandango, maggio 2017
88 pagine, cartonato, colori – 17,00 €
ISBN: 9788876183584