A metà degli anni Cinquanta Hellboy viene inviato in Messico per indagare su alcuni omicidi. Per cinque mesi fa perdere le sue tracce, dichiarando in seguito di aver perso ogni ricordo di quanto accaduto in quel periodo.
Partendo da tale incipit, Mike Mignola si diletta a dare libero sfogo alla propria fantasia nei cinque racconti racchiusi in questo volume: tra vampiri, mummie, luchadores, sbronze e mostri vari, l’autore rielabora quel sapiente mix di grottesco, surreale, onirico e sovrannaturale che ha fatto la fortuna della serie, aggiungendo un tocco di ironia per rendere il tutto più digeribile.
La lunghezza delle storie è variabile; passa dalle otto tavole di Hellboy contro la mummia azteca (l’unico episodio realizzato come autore completo) alle oltre cinquanta de La casa dei morti viventi. Soprattutto nelle storie che si sviluppano in un numero minore di pagine, Mignola sfrutta una struttura base (ovvero la lotta fisica di Hellboy contro un elemento sovrannaturale) per offrire squarci fulminanti di orrore, cercando sempre di ricollegarsi ai miti e al folklore locale o di omaggiare precedenti letterari e cinematografici.
Le suggestioni che influenzano le storie si discostano dai volumi precedenti. Mignola realizza un pastiche debitore, oltre che dei romanzi gotici, dei b-movie così come di lungometraggi come Dal tramonto all’alba di Robert Rodriguez, ma anche e soprattutto cita i film di mostri della Universal, con espliciti omaggi ad Al di là del mistero e La casa degli orrori. Queste citazioni costituiscono il cuore del lungo racconto che chiude il volume, con una carrellata di mostri dell’immaginario tra i quali spicca il Frankenstein di Mary Shelley, nella versione già ripresa dall’autore per una miniserie autonoma (Frankenstein Underground).
Rifarsi al cinema di genere permette a Mignola di giocare con alcuni cliché e di fare (auto)ironia sulle assurdità che il protagonista si trova ad affrontare. L’autore dimostra di essersi divertito a immergere la sua creatura nei contesti e negli scenari più impensabili e disparati, arrivando persino a raccontare la storia del suo surreale matrimonio. La sua padronanza della narrazione fa sì che da questo gioco dell’assurdo il personaggio non ne esca snaturato, anzi persino rafforzato nella sua natura: il “Ragazzo dell’Inferno” è infatti sempre più un veicolo per indagare la storia, la mitologia e il folklore delle popolazioni più disparate, in questo caso risalendo fino alle divinità azteche e citando ballate classiche spagnole.
Il proposito di far luce sui “mesi perduti” di Hellboy nasce per caso, come spiega lo stesso autore nelle interessanti note introduttive ai racconti. Come in molti altri casi precedenti, il fumettista statunitense si è lasciato suggestionare da uno spunto visivo, in questo caso un’illustrazione realizzata da lui stesso nel 2004, che raffigura Hellboy con un misterioso wrestler messicano. Da lì, cogliendo il fascino di sviluppare l’idea alla base dell’immagine, tra il 2010 e il 2014 Mignola ha ideato le storie sul periodo messicano del personaggio sia su albi singoli che in collane antologiche, riservandosi solo in un caso di realizzarne anche i disegni e per il resto lasciando che fossero altri autori a dare corpo alle sue trame stravaganti e fantasiose.
Ai disegni, lo stile di Mignola è per molti versi unico, sempre più votato alla sintesi grafica e al concetto di fornire suggestioni visive (spesso addirittura subliminali) piuttosto che mostrare direttamente. Il creatore di Hellboy con il passare del tempo ha incanalato la sua magistrale vena gotica verso una progressiva esiguità del tratteggio, al punto che in storie come quelle presentate in questo volume rimane l’impressione di non riuscire ad apprezzare pienamente il suo enorme potenziale. Mignola, i cui contributi ai disegni come noto sono sempre più rari, ha lasciato l’incarico ad artisti con i quali aveva già collaborato, come Richard Corben, Fabio Moon e Gabriel Bá (rispettivamente il primo in vari albi speciali, Moon e Bá su B.R.P.D.: 1947), con l’aggiunta di Mike McMahon, autore britannico noto per i suoi lavori per la storica rivista 2000 AD su Judge Dredd e Sláine e per miniserie come The Last American.
Su tutti spicca lo stile del “veterano” Corben, non solo per il numero maggiore di tavole realizzate, ma anche per la notevole personalità. Sebbene non al livello dei suoi lavori migliori, l’illustratore statunitense ormai ultrasettantenne, vera e propria istituzione del fumetto fantasy, horror e underground è senza dubbio più a suo agio nelle scene dai connotati grotteschi e riesce ad adattare il proprio stile con grande estro, dimostrando una buona versatilità e confermandosi tra i pochi artisti in grado di restituire la potenza delle idee di Mignola senza impoverirle.
Lo stile di Gabriel Bá è invece quello che più si avvicina alla sintesi operata da Mignola, con influenze meno cartoonesche rispetto al gemello Fabio Moon e con un approccio in qualche modo ad esso complementare. I due, all’opera su storie autoconclusive ma collegate tra loro, realizzano buone prove pur senza eccellere, plausibilmente anche per via delle poche tavole a disposizione. Mike McMahon mostra invece uno stile dall’impronta maggiormente europea, in alcune scene forse poco adatto a Hellboy ma ben compensato dall’onnipresente colorazione, netta ed efficace, realizzata da Dave Stewart, ormai un marchio di fabbrica della serie.
Occorre specificare che due delle storie presenti nel volume (Hellboy in Messico e La casa dei morti viventi) erano già state pubblicate in precedenza (rispettivamente all’interno del volume Hellboy: La sposa dell’inferno e altre storie e nel cartonato La casa dei morti viventi). Questo dato potrà forse scoraggiare alcuni lettori, anche se certamente la scelta di raccogliere gli episodi per tematica ha un suo fondamento per omogeneità e consequenzialità temporale, considerando anche che, pur essendo parte integrante del corpus narrativo della serie, essi non influiscono in maniera determinante sulla continuity generale, risultando sostanzialmente autonomi.
In definitiva un volume differente rispetto a buona parte della produzione dedicata a Hellboy, ma non per questo privo di pregi e di motivi di interesse, non solo per i lettori più assidui.
Abbiamo parlato di:
Hellboy in Messico
Mike Mignola, Richard Corben, Mike McMahon, Fabio Moon, Gabriel Bá
Magic Press, novembre 2017
152 pagine, brossurato, colori – 14,00 €
ISBN: 9788869133534