X-Men Grand Design: la storia dei mutanti secondo Ed Piskor

X-Men Grand Design: la storia dei mutanti secondo Ed Piskor

Nuovo appuntamento con "First Issue Presenta". Ambizioso, corposo, didascalico, autoriale, “X-Men: Grand Design” è un progetto complesso e intrigante, frutto delle idee di Ed Piskor, già creatore di Hip Hop Family Tree, uno dei più talentuosi autori statunitensi.

L’epopea degli X-Men è sicuramente una delle più affascinanti del fumetto supereroico statunitense, non solo dal punto di vista delle storie, ma anche da quello storiografico ed editoriale.
Sin dall’esordio, il gruppo di mutanti di Charles Xavier si contraddistingue per una peculiarità di non poco conto: al contrario di Fantastici Quattro, Uomo Ragno, Hulk e Thor, gli X-Men (palesemente ispirati alla Doom Patrol della Distinta Concorrenza) sono il primo grande gruppo di supereroi creati da Stan Lee e Jack Kirby a fallire nel conquistare i lettori e a chiudere bottega nel 1969, dopo sei anni di alti e bassi, di alternanze di autori ai testi e ai disegni e di trame mai completamente convincenti.

Nel 1975 l’inaspettata rinascita, con l’arrivo di Chris Claremont e Dave Cockrum (e in seguito del grande John Byrne): tantissimi nuovi personaggi e nuova struttura narrativa a metà tra fumetto d’azione e pura soap opera. Un successo senza precedenti, una gestione lunghissima – quella di Claremont – durata fino al 1991 e culminata con una delle più grandi vendite della storia del fumetto USA (X-Men Vol 2 #1, con circa 8 milioni di copie vendute).
Gli anni ’90 sono segnati da un moltiplicarsi di serie mutanti, di ulteriori nuovi personaggi, vendite e guadagni colossali prima dello scoppio della bolla speculativa e la riduzione delle testate, sul finire del secolo. Il nuovo millennio è stato contraddistinto da una grossa incostanza nella qualità, passando da Grant Morrison a Chuck Austen, Mike Carey, Jason Aaron e Marc Guggenheim.


Il 2017 si è concluso anche per i mutanti della Marvel Comics nel nome di Legacy, l’eredità dei personaggi e delle storie che gli autori hanno lasciato in questi decenni a noi lettori. Sembra quindi logico aprire il 2018 con un grande progetto, che celebri la grande epopea degli Uomini X. È qui che entra in gioco Ed Piskor, autore del celebratissimo Hip Hop Family Tree e uno dei più talentuosi e brillanti fumettisti indipendenti statunitensi.
L’idea è concettualmente semplice, ma nei fatti grandiosa, coraggiosa, quasi sfacciata: raccontare i primi trecento numeri di Uncanny X-Men in una maniera consequenziale, collegata e contestualizzata. Un vero e proprio Grand Design, i cui primi due numeri hanno visto la luce all’inizio di quest’anno, mentre i due successivi  – X-Men Grand Design – Second Genesis – saranno pubblicati nell’estate 2018 (in totale il progetto prevede sei volumi).

Piskor applica a questa storia lo stile, sia narrativo che grafico, visto in Hip Hop Family Tree: tavola con struttura regolare e vignette squadrate, didascalie a sfondo giallo nella parte superiore di ogni scena contenenti la voce narrante a spiegare contesto e vicende, sfondo delle pagine ingiallito per dare un senso retrò.
I fatti dei primi sessantasei numeri di X-Men sono riassunti in 80 pagine dense di informazioni ed eventi (ben contestualizzati nella pagina finale di note), in cui l’autore dimostra il grande studio del materiale e l’affetto nei confronti dei personaggi e della loro mitologia: Piskor infatti non vuole semplicemente scrivere un’opera storiografica sui mutanti, ma vuole esaltarne l’epica, introducendo alcuni dietro le quinte spuri che si innestano perfettamente nelle storie preesistenti, dando loro un senso più ampio e compiuto e mettendo in rilievo alcuni degli elementi fondamentali di questa saga (in particolare l’avvento di Fenice).

Nonostante la densità di informazioni e l’interessante e inaspettato stile documentaristico applicato a personaggi di fantasia, la narrazione è veloce e dinamica, con eventi che si susseguono senza soluzione di continuità e che vengono spesso riassunti in una vignetta commentata con tono solo apparentemente cronachistico, ma che nasconde la passione per le storie e i loro protagonisti.
A fare da complemento e al tempo stesso da contraltare a questo stile narrativo ci pensano i disegni dell’autore, che si diverte a omaggiare e interpretare i personaggi e i loro costumi in maniera molto dettagliata, sfruttando uno stile tra il pop e l’underground teso, vibrante ed espressivo, capace di ricostruire le ambientazioni anni ’60 (e lo stile fumettistico dell’epoca) grazie all’uso di colori saturi e retini. Tutto questo crea un fumetto divertente e piacevole, ma che richiede grande attenzione e tempo al lettore, invitandolo ad indugiare sulla storia e i suoi personaggi.

Messi di fronte a un presente non proprio idilliaco per le attuali storie mensili dei titoli mutanti, l’esperimento di Ed Piskor porta una ventata di aria buona in casa Marvel, grazie a un approccio autoriale colto ma divertente e divertito. Un’opera sicuramente complessa e non immediata, ma che ha il grande merito di ricordarci la passione e l’entusiasmo che si nascondono dietro a ogni storia e ogni personaggio del mondo delle nuvolette.

Abbiamo parlato di:
X-Men: Grand Design #1-2
Ed Piskor
Marvel Comics, gennaio 2018
44 pagine, spillato, a colori – 5,99 $ cad. (versione digitale)

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