Una strage. Questo terzo film degli X-Men si può definire così. In molti sensi. Molte morti e molte interpretazioni fallaci dello spirito della saga dei mutanti più famosi del mondo.
Il film nel suo complesso non è brutto o mal realizzato ma la sensazione di fondo è che manchi totalmente il pathos e lo spessore psicologico che aveva saputo imprimere Bryan Singer ai 2 episodi precedenti. Detto questo non vogliamo incentrare la nostra chiacchierata su un paragone che forse sarebbe ingeneroso e poco adeguato.
La terza (e forse ultima) pellicola sugli X-Men ha dalla sua un buon livello tecnico, effetti speciali discutibili ma spettacolari e ritmo incessante dall’inizio alla fine. Particolarmente adatti ai ruoli ed incisivi ci sono sembrati Hugh Jackman e Halle Berry (finalmente senza parrucca!). Sorpresa negativa da Sir Ian McKellen, inespressivo come non mai.
La trama riprende fondamentalmente, con molte libertà, due saghe di grande successo e importanza nella storia degli X-Men: La saga di Fenice Nera e il primo ciclo di storie (Talenti) di Astonishing X-Men. Due saghe separate da una ventina d’anni fra loro: scelta probabilmente discutibile sia per la coerenza narrativa sia per quanto riguarda l’adattamento e lo sviluppo degli aspetti sociali. La Fenice resta quasi sullo sfondo come un deus ex machina da utilizzare per il colpo di scena finale; compie indubbiamente almeno un paio di azioni rilevanti nel corso della vicenda (che taciamo per non guastare la sorpresa a chi il film non l’ha visto) ma resta una presenza insipida, senza le sfaccettature caratteriali del fumetto, dove la dicotomia tra entità malvagia e il buon cuore di Jean sono assai meno superficiali. Per ciò che riguarda l’interessante assunto della saga Talenti, che è il vero elemento portante della trama, cioé chi è diverso è “sbagliato” pertanto va curato, non è del tutto disprezzabile la trasposizione nella sceneggiatura ma resta un concetto involuto e appiattito da dialoghi banali.
La parte tecnica, pur sostenuta da un budget consistente (circa 200 milioni di dollari), non è entusiasmante: alcuni effetti speciali fanno vedere il trucco. Come nella scena del ponte, in cui i fondali sono abbastanza evidenti. Nemmeno tutti i costumi sono troppo convincenti: quelli ripresi dai film precedenti funzionano ancora ma il costume di Bestia è un’improbabile accozzaglia di colori dal gusto discutibile. Peggio il terrificante costume da Fenice Nera di Jean Grey: un incrocio di abiti orientaleggianti mai notati nei fumetti e un vaghissimo richiamo degli aspetti più deleteri di vari costumi indossati dal personaggio nel corso degli anni. Per tacere del passo indietro fatto con l’aspetto di Colosso, che più che di metallo sembra di gesso, contrariamente alla sua comparsata in X2. Più riusciti gli effetti di Angelo, il make-up della Bestia e la resa visiva dei poteri di Tempesta.
Passando agli aspetti positivi ci sono alcune inquadrature (per esempio di Tempesta) interessanti perché cercano la riproduzione della vignetta con pose plastiche di una certa efficacia. Resta pero’ la perplessità verso sperimentazioni visive di questo genere, di cui Sin City di Robert Rodriguez è il manifesto: si corre il rischio nel voler riprodurre la forma di un media (il fumetto) con il linguaggio di un altro (il cinema) di snaturare entrambi. Le caratteristiche in comune e i punti di contatto sono fuori discussione, ma è lecito chiedersi se questa scelta di regia serva davvero alla qualità filmica o non impoverisca le peculiari caratteristiche dell’illusione di movimento cinematografica.
Cio’ che piace nel film, come accennato all’inizio, sono alcune interpretazioni, su tutte quella di Halle Berry che, evidentemente soddisfatta dall’ampliamento della sua parte, con un look più convincente, riesce a esprimere pienamente il carisma e la grinta dell’eroina africana. Inoltre non si può certo affermare che il film, seppur privo di mordente, non sia movimentato e vivace. C’é probabilmente molta più azione che in tutti e due i film precedenti, e alla fine il ritmo impresso, che non copre tutte le magagne, ottiene di non annoiare. è questo, molto probabilmente, il motivo fondamentale del successo ottenuto dal film soprattutto negli Stati Uniti, dove X-Men: Conflitto finale ha ottenuto ottimi incassi, che ripagano ampiamente l’impegno finanziario sostenuto nella realizzazione.
X-Men: Conflitto finale (X-Men: The Last Stand) USA, 103 min.
Regia: Brett Ratner
Soggetto: Zak Penn, Simon Kinberg
Sceneggiatura: Zak Penn, Simon Kinberg
Produzione: 20th Century Fox
Protagonisti e interpreti: Patrick Stewart (Professor Charles F. Xavier); Hugh Jackman (Logan/Wolverine); Ian McKellen (Eric Lensherr/Magneto); Halle Berry (Ororo Munroe/Tempesta); Famke Janssen (Jean Grey/Fenice); Anna Paquin (Marie D’Ancanto/Rogue); Rebecca Romijn-Stamos (Raven Darkholme/Mystica); Kelsey Grammer (Dr.Hank McCoy/Bestia); Shawn Ashmore (Bobby Drake/Uomo Ghiaccio); Ellen Page (Kitty Pride/Shadowcat); Ben Foster (Warren Worthington III/Angelo); Aaron Stanford (John Allerdyce/Pyro); James Marsden (Scott Summers/Ciclope); Vinnie Jones (Cain Marko/Fenomeno); Daniel Cudmore (Piotr Rasputin/Colosso); Olivia Williams (Dottoressa Moira MacTaggart); Shohreh Aghdashloo (Dottoressa Kavita Rao).
Riferimenti:
Scheda del film su wikipedia in lingua italiana: X-Men: Conflitto finale
Sito ufficiale del film: www.x-menthelaststand.com