Quebrada è una saga di fumetti dedicata alla Lucha Libre messicana e ai suoi mascherati protagonisti, nata nel 1999 dalla mente dello sceneggiatore Matteo Casali e dalle matite degli illustratori della Innocent Victim. Dopo tre edizioni, raccolte nel fortunato albo del 2007 La Città delle Maschere, Quebrada si ripropone nel mercato del fumetto indipendente attraverso la nuova etichetta Atomico, della quale lo stesso Casali è fondatore assieme al blogger e giornalista Alessandro “DocManhattan” Apreda.
A dare forma alle sceneggiature di Casali questa volta ci sarà Michele Bertilorenzi (Bonelli, DC Comics, Marvel), mentre Giuseppe “Cammo” Camuncoli lavorerà alle copertine dei quattro numeri della nuova miniserie della saga. La campagna di crowdfunding ha già raggiunto il 15% dell'obiettivo, e si concluderà nella seconda settimana di giugno. In occasione del ritorno della saga vi presentiamo una intervista a Matteo Casali.
Cosa significa per te Quebrada?
Per me è un luogo unico al mondo, una città dove, come nella Sin City di Frank Miller, la violenza assume un volto diverso da qualsiasi altro. È una delle storie che più mi sono divertito a scrivere e che potrei scrivere per sempre.
Perché il Messico?
Perché in nessun altro luogo al mondo sarebbe possibile anche solo immaginare Quebrada. La patria della lucha libre e dei luchadores enmascarados celebri in tutto il mondo, ma anche il luogo dove la criminalità raggiunge vette di ferocia senza pari.
Qual è il tuo rapporto con il mondo della lotta?
Lo amavo da bambino, grazie al cartone animato de L'Uomo Tigre e a André The Giant. L'ho riscoperta da adulto mentre lavoravo a Quebrada. Sono rimasto affascinato dalla sua storia e dalle tante figure, talvolta tragiche, altre ancora terribili, che ne hanno animato la scena in quasi un secolo di esistenza. Poi l'ho anche praticata, allenandomi in modo amatoriale (e divertendomi un mondo!) per alcuni anni. E devo costantemente lottare con me stesso per non ricominciare a praticarla!
Quebrada ha vissuto e speriamo vivrà molte vite, eppure è nato in un epoca in cui ancora le serie TV non andavano di moda e non era neanche così usuale che gli sceneggiatori scrivessero romanzi… poteri medianici o forza della storia?
Quebrada è sempre stata una serie con un potenziale cross-mediale (scusate la parolaccia) elevato. È stata opzionata due volte per una trasposizione cinematografica, e la seconda volta ci siamo andati parecchio vicini, visto che sono stati scritti due draft della sceneggiatura. Ma in quello stesso momento, le serie tv iniziavano a far capire che si poteva fare anche qualcosa di diverso con un concept come Quebrada. E adesso, con il suo ritorno a fumetti, vedremo cosa succederà.
Cosa significano per te i character?
Ognuno rappresenta una caratteristica psicologica ed esprime un potenziale narrativo diverso. Mi sono divertito a caratterizzarli tutti (e credimi, sono tanti… ancora non avete visto niente), immaginando le loro storie e come potessero interagire gli uni con gli altri. Quebrada è un universo in crescita continua e negli anni in cui poteva sembrare fermo, quando le storie nuove tardavano a venire, intanto cresceva e diventava qualcosa di vivo ed enorme.
Come ti sei confrontato con il tema della maschera? Le maschere dei luchadores sono maschere sempre un po' più minacciose di quello che ci aspetteremmo, anche i “buoni” alla fine fanno sempre un po' più paura del dovuto…
Non è mai questione di fare paura e basta (oddio, qualche rudo particolarmente minaccioso lo abbiamo anche a Quebrada, in effetti), ma di rappresentare qualcosa. I simboli sulle maschere, così come i nomi stessi dei lottatori rappresentano ciò che quell'uomo o donna incarnano, così come facevano i guerrieri leopardo della mitologia azteca, che indossavano maschere con le fattezze della bestia per assorbirne la forza e la ferocia.
Il tuo personaggio preferito, quello che farai più fatica a uccidere, quando sarà il momento?
Non ce n'è uno, va a giornate. Sono tutti in pericolo, insomma…
Un progetto che ha avuto molti disegnatori… è un progetto corale per definizione? Perché questa scelta?
La prima storia di Quebrada nasce diversi anni fa per essere pubblicata sulla rivista americana Heavy Metal di Kevin Eastman con una serie di episodi autoconclusivi. Vennero coinvolti i disegnatori e collaboratori dell'etichetta Innocent Victim e ognuno di loro realizzò quello che alla fine fu il capitolo di una storia unica. Quando scrissi il seguito, Il Colore della Passione, decidemmo di tenere lo stesso formato “antologico”, per continuità e per esigenze editoriali.
Seconda Caduta è la prima miniserie curata interamente da te in coppia con un singolo disegnatore. Ciò comporta delle differenze rispetto ai tuoi lavori precedenti?
Rispetto ad altri miei lavori, in effetti, no. Rispetto a Quebrada, sì. Come dicevo prima, infatti, questa è la prima storia con un unico artista a occuparsi dei disegni. Era quello che avrei voluto fare già qualche anno fa, non fosse che le opzioni cinematografiche rallentarono tutto e il fumetto venne messo in stand-by. Mick Bertilorenzi, che di Quebrada è anche un fan e un lettore della prima ora, è l'uomo perfetto per una storia violenta e struggente che segnerà il ritorno di questa property a cui tengo davvero tantissimo.
Questo è un periodo particolarmente denso per te… su quali altri fronti sei impegnato?
Sto lavorando per Mondadori Comics al rilancio di Kriminal, il leggendario personaggio nero che tornerà presto in edicola. Sta per uscire la mia prima collaborazione con la Sergio Bonelli Editore, una storia sul prossimo Dylan Dog Color Fest estivo, mentre già è in lavorazione la mia prima storia per la serie regolare. Ci sono altri progetti già avviati, ma di cui è ancora presto per parlare, e poi c'è Atomico, ovviamente. Con Quebrada e Zeroi, quest'ultimo scritto insieme a Tuono Pettinato per i disegni di Cinci Canfailla. Se a questo aggiungiamo le lezioni di sceneggiatura e storytelling che tengo regolarmente presso la Scuola Internazionale di Comics, be', diciamo che non mi annoio di certo.