Martin Mystère si interessa al ritrovamento di un piccolo dinosauro da parte di alcuni cacciatori sulle alture del Montiferru: il corpo dell'animale preistorico reca il simbolo della perduta città di Atlantide, motivo sufficiente per recarsi in Sardegna. L'arca dell'estinzione conclude la trilogia iniziale della miniserie sul giovane Martin, rievocando la fine delle grandi civiltà di Atlantide e Mu ed esplicitando la natura degli avversari che il protagonista dovrà affrontare negli episodi a venire. La sceneggiatura redatta dai “Mysteriani” è avvincente e coinvolgente e si ricollega in più punti con la mitologia “classica” del Detective dell'impossibile, pur mantenendo le caratteristiche intrinseche di rinnovamento dal punto di vista di ritmo e costruzione delle scene. La ricchezza di eventi rende però alcune scene lievemente sacrificate, con una compressione che vanifica parte del pathos del plot. I disegni di Sauro Quaglia, sempre coadiuvato da Andrea Artusi per gli storyboard, esaltano particolarmente la natura spettacolare della storia, con una frequente “rottura” della gabbia bonelliana, applicata con maggior disinvoltura ed efficacia rispetto ai numeri precedenti. Molto valide le scelte cromatiche effettuate da Alessandro Musumeci e Daniele Rudoni, che utilizzano colori moderni e mai troppo invadenti.
Alla luce dei primi tre episodi possiamo considerare la miniserie un esperimento finora riuscito, con una qualità in crescendo, pur con alcuni dettagli ancora da perfezionare.
Abbiamo parlato di:
Martin Mystère Le Nuove avventure a colori #3 – L'arca dell'estinzione
Andrea Artusi, Diego Cajelli, Giovanni Gualdoni, Ivo Lombardo, Enrico Lotti, Andrea Voglino, Sauro Quaglia, Alessandro Musumeci, Daniele Rudoni
Sergio Bonelli Editore, gennaio 2017
98 pagine, brossurato, colore – 4,90 €
ISBN: 977203643900070016
Angelo
26 Gennaio 2017 a 15:47
Mi sono avvicinato alla lettura di questo nuovo Martin Mystere, con molta cautela. Eppure il primo volume è riuscito a stupirmi e lasciarmi la voglia di divorare i giorni in attesa del secondo; per scoprire come sarebbe andato avanti. Nel secondo licantropi-gitani e vampiri-nazisti mi hanno ricordato perché alcuni fumetti Bonelli vendono sempre meno (o così almeno si vocifera). Il terzo, in cui “casualmente” si scoprono eventi totalmente collegati con il primo e il secondo volume… beh, m’ha fatto pentire dei soldi spesi. Peccato, ma non si può condensare tutto quello che Martin Mystere originale scopre in 200 numeri, in una storia. Le idee, anche quelle buone, troppo concentrate sembrano ridicole. Per me pessimo e assolutamente da sconsigliare. Peccato; ma come cacchio si può difendere il trash (neanche più originale) di nazisti-vampiri?
Giuseppe Lamola
27 Gennaio 2017 a 17:39
Ti ringrazio per il parere. Concordo su alcuni aspetti, come quello della “compressione” che ho citato nell’articolo e che in effetti rischia di vanificare le idee del soggetto. Personalmente però qui intravedo decisi miglioramenti
rispetto al secondo episodio (quello dei nazisti vampiri da te citati).
Comprendo comunque che l’approccio utilizzato in questa miniserie possa scontentare alcuni lettori già fan del personaggio: è verosimile che il target di pubblico qui fosse (anche) un altro.
Un saluto.