Settant’anni dopo, l’eco terribile della bomba atomica è ancora percepibile a Hiroshima. Gli effetti dell’esplosione non sono solo quelli tangibili ma comprendono tutte le conseguenze, anche psicologiche, che hanno segnato per sempre la popolazione giapponese. La cultura nipponica è fatta però anche di leggende, come quella degli origami di carta e in particolare quelli a forma di gru a cui si attribuiscono poteri di guarigione. Sulla base di tali elementi Andrea Cavaletto imbastisce una storia che parte da un incidente avvenuto su una Stazione Spaziale Internazionale: la collisione con un oggetto volante sconosciuto, presumibilmente partito dal Giappone, provoca la comparsa di tanti piccoli origami nello spazio. La trama è intrigante e ricca di spunti, con un buon bilanciamento tra momenti riflessivi e scene d’azione. Cavaletto, alla sua seconda prova su Martin Mystère, si dimostra decisamente in sintonia con il personaggio, portando avanti una narrazione dal taglio moderno, sulla scia di quanto realizzato in passato dal compianto Paolo Morales. Il disegnatore Fabio Piacentini, coadiuvato alle chine da Roberto Cardinale, realizza tavole di buona fattura, con una cura particolare nella ricostruzione delle ambientazioni. Tuttavia i lineamenti dei volti e la plasticità dei corpi durante le scene dinamiche non sempre risultano convincenti.

Martin Mystère #341 – Le mille gru di Hiroshima (Cavaletto, Piacentini, Cardinale)
Il Detective dell’impossibile si reca in Giappone per indagare su un incidente a una Stazione Spaziale Internazionale.
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