Non c’è tema ormai che Garth Ennis non abbia affrontato con la sua dissacrante penna. Nel corso degli anni l’autore irlandese ha infatti toccato praticamente tutte le derive dei generi narrativi, spaziando per diversi filoni dell’horror (da Hellblazer e Preacher a Crossed), del mondo supereroistico (un elenco lunghissimo che ha toccato le maggiori icone americane e prodotto serie come The Boys o The Pro), delle spy story (Jimmy’s Bastards), le storie di guerra (suo pallino) e della fantascienza (Dan Dare, Judge Dredd e Caliban per fare qualche esempio). Con Marjorie Finnegan, Ladra Temporale, come il titolo lascia facilmente intuire, Ennis si diverte a giocare con i cliché e gli stilemi delle storie che parlano di viaggi nel tempo. Che nelle sue mani diventano poi un ottimo pretesto per un affondo a religione e fanatismo, ma anche per togliersi diversi altri sassolini dalle scarpe.
Marjorie è una bellissima ragazza che si diletta a saltare avanti e indietro nel tempo per rubare gioielli e spassarsela. Vive in una torre sospesa ai confini del tempo, un non luogo abitato da uccelli con un guantone al posto della testa, e viaggia grazie ai portali che apre per lei Tim, o meglio, la testa di Tim, visto che del ragazzo non esiste altro. Le sue scorribande la rendono una delle criminali più ricercate dalla Polizia Temporale, e soprattutto dall’agente Harri Finnegan, sua sorella minore.
Harri è stata per tutta l’infanzia vittima di angherie da parte della sorella maggiore che, tra le altre cose, le sono costate l’occhio sinistro, sviluppando un grosso rancore nei suoi confronti.
Mentre si consuma lo scontro tra le sorelle, l’ex marito di Marjorie, dall’aspetto diavolesco, e un tal, sedicente, “Signore del Male”, si accordano per mettere in pratica un piano che ha l’intenzione di riscrivere completamente ogni religione del pianeta: il Signore del Male ha intenzione di sostituire sé stesso a qualsiasi icona religiosa, diventando di fatto il centro di ogni possibile culto della storia dell’uomo. Scoperto il loro piano, a Marjorie non resta che cercare di fermarli, a costo di doversi alleare con la vendicativa sorellina.
La miniserie raccolta nel volume mette in scena la chiave più irriverente e sopra le righe di Ennis, con un umorismo grottesco, demenziale e violento con cui si diverte a innellare frecciate a raffica su parecchie cose che lo disturbano dell’attualità, riuscendo ad esempio, mentre racconta la sua storia, tra le altre cose a: sbeffeggiare Trump (piazzandogli, tramite Marjorie, un bell’escremento sulla testa), dire la sua sul tema del “politically correct” e ridicolizzare l’assalto al Campidoglio del 2021.
Ennis spara a zero, per bocca o tramite le azioni dei suoi personaggi, preoccupandosi ben poco di urtare sensibilità o di scatenare possibili polemiche. Gioca, si diverte e si sfoga, schietto ed esagerato, denudando le ipocrisie del concetto stesso di religione (ma non solo) a 360°.
Forse, a tratti, i piani messi in scena nel racconto, in particolare quello del cattivo di turno, giocano sul limite del pretestuoso, ma la serie ha un ritmo velocissimo, un ottovolante senza un istante di tregua, dove si alternano sincopati cliffhanger e personaggi folli e assurdi come Dina, velociraptor violentissima che ama la manicure, che tra le altre cose è co-protagonista di uno di quei quadretti in cui Ennis si diverte a prendere e rivoltare come un calzino un classico cliché narrativo come quello di un’aggressione ai danni della protagonista nelle docce di un carcere.
A coadiuvare lo sceneggiatore a mettere su carta la storia, arriva il disegnatore croato Goran Sudzuka, che con Ennis aveva già collaborato in Discesa all’Inferno. Sudzuka riesce a tradurre le follie di Ennis con un tratto che passa con tranquillità dalle vigorose forme di Marjorie al grottesco e allo splatter più estremo.
Con qualche eco che sembra ricordare lo Steve Dillon di Preacher, Sudzuka ci mostra una grande gamma espressiva con cui far recitare i personaggi sulla scena e un notevole dinamismo. La sua gabbia è piuttosto variabile – ma predilige le vignette orizzontali – e infila diverse splash page. I colori di Miroslav Mrva non fanno che rendere il tutto più luminoso, ricco e vivido.
Il cartonato realizzato da Saldapress offre a corredo tutte le copertine realizzate da Andy Park (che invece ricorda un poco Brian Bolland) e una postfazione dello stesso Ennis.
In Marjorie Finnegan l’autore si è lasciato prendere qui e lì troppo la mano dalla voglia di divertirsi e sfogarsi, ma comunque, anche in questa opera non fra le sue più memorabili, riesce a costruire un godibilissimo viaggio dissacrante che lascia qualche inevitabile riflessione e di cui non dispiacerebbe vedere arrivare qualche nuova avventura.
Abbiamo parlato di:
Marjorie Finnegan – Ladra Temporale
Garth Ennis, Goran Sudzuka, Miroslav Mrva
Traduzione di Chiara Balestri
saldaPress, 2022
208 pagine, cartonato, colori – 24,90 €
ISBN: 9791254610152