Marco Gnaccolini e Cosimo Miorelli: raccontare Socrates

Marco Gnaccolini e Cosimo Miorelli: raccontare Socrates

Abbiamo intervistato Marco Gnaccolini e Cosimo Miorelli, che hanno realizzato per Becco Giallo una graphic novel su Socrates, calciatore, medico e politico.

Socrates_intervista_coverL’editore Becco Giallo ci ha ormai abituato alla presenza nel suo catalogo di graphic novel dedicate ad alcuni dei personaggi più importanti del mondo del pallone, da Maradona a Roberto Baggio.
Anche il brasiliano Socrates è stato un famoso calciatore, ma oltre ad aver calcato i manti verdi a livello internazionale, il fuoriclasse brasiliano è stato anche un medico e un politico che si è battuto per la democrazia nel suo Paese.
Abbiamo parlato della sua affascinante figura con
Marco Gnaccolini – GK e Cosimo Miorelli – CZM, che al calciatore con il nome da filosofo hanno dedicato un fumetto.

Ciao Cosimo e ciao Marco: benvenuti su Lo Spazio Bianco. Rompiamo il ghiaccio con una domanda canonica: ci parlate un po’ di voi, della vostra formazione e di come siete arrivati al mondo del fumetto?
Marco Gnaccolini:
il fumetto è stata la prima forma narrativa di cui ho un ricordo cosciente. È entrato nella mia vita a tre anni, quando mio padre per farmi dormire provò l’ultima soluzione prima di arrivare all’esaurimento nervoso: mi aprì davanti agli occhi la storia di Paperin Fracassa, la parodia Disney del romanzo picaresco di Gautier sceneggiata da Guido Martina, disegnata da Romano Scarpa e inchiostrata da Giorgio Cavazzano. Io rimasi più sveglio di prima, e la mia formazione nel fumetto parte proprio da questa storia (seguo da sempre il consiglio di Mario Rigoni Stern: “per imparare a scrivere devi leggere, leggere, leggere”) e si sviluppa professionalmente prima scrivendo per il teatro per dieci anni (grazie al quale ho imparato le tecniche di controllo dei meccanismi narrativi dei personaggi, delle battute e del ritmo dell’intera struttura di una storia con il pubblico) fino a debuttare nel fumetto nel 2018 con la storia breve Uskok – Zakarija, vicenda di un pirata istriano del XVI° secolo catturato dai suoi acerrimi nemici veneziani, sceneggiata da me e illustrata dal maestro Cosimo per un’antologia di Progetto Stigma al Festival Sputnik.
Cosimo Miorelli: io, da quando ho memoria, ho sempre avuto un qualcosa in mano per disegnare. La mia biblioteca ideale di fumetti è composta da sempre da Pazienza, Moebius, Battaglia, Bilal, Toppi, Liberatore, Zezelj ai quali devo la mia passione per il disegno e buona parte del mio immaginario grafico. Anche per questioni familiari sono cresciuto nell’adorazione di questi autori, PAZ in testa, che si sono talmente radicati nelle mie memorie infantili da non potermene staccare né stancare. A Danijel Zezelj in particolare devo moltissimo stilisticamente. Il chiaroscuro, le rovine barocco- metallurgiche delle sue città trasognate, i suoi spettacoli di pittura e musica dal vivo. Ecco, il suo sketchbook pubblicato dagli Editori del Grifo è sul mio tavolo da disegno come una specie di amuleto, come chi dorme sui libri prima di dare un esame.
Con il Grifo Editore sono riuscito a realizzare il primo passo editoriale, il sogno delle prime pubblicazioni, con le storie 32 Denti Rotti come autore unico e Athos – Appunti da una montagna sacra su testi di mio padre.

Da dove nasce questa graphic novel: dalla passione per il calcio o, nello specifico, dalla figura di Socrates? Siete partiti dal generale oppure dal particolare per arrivare a realizzare l’opera?
Nasce dalla passione per le storie di ribellione e dei personaggi che rappresentano le anomalie di un sistema. Socrates è stato un simbolo di tutto questo in ambito sportivo, la sua storia ha travalicato il campo da gioco per ispirare nel concreto un cambiamento sociale: l’esperimento di gestione democratica della squadra di calcio ideato da Socrates insieme ad altri suoi compagni è stato un modello di lotta per un popolo intero contro la dittatura militare che stritolava i diritti fondamentali dell’essere umano in Brasile dal 1964. Per realizzare la nostra opera siamo partiti proprio da questo scontro tra la dittatura e Socrates, e quindi dallo scontro tematico tra il “generale” e il “particolare”, tra il “grande” e il “piccolo”, tra il Potere e l’Individuo.

Socrates_01L’inizio della vostra graphic novel è spiazzante, per impatto e violenza: di fatto, in poche tavole sintetizzate un’immagine della quotidianità brasiliana realistica e senza filtri. Un incipit che “avverta” il lettore che ciò che affronterete nel vostro   libro non è un argomento leggero, come apparentemente può essere il calcio. Legandoci a questo, vi chiediamo: sin dall’inizio avete pensato a raccontare in maniera così anticonvenzionale la figura di Socrates?
Sapere che per voi la nostra maniera di racconto della figura di Socrates sia risultata anticonvenzionale non può far altro che farci gongolare di piacere. Sinceramente, noi all’inizio non abbiamo pensato ad altro se non a raccontare la storia di Socrates nel modo in cui la “vedevamo e sentivamo”: le tavole del nostro fumetto non sono altro che le visioni che comparivano davanti ai nostri occhi, trascritte in forma di sceneggiatura e poi realizzate in illustrazioni e disegni.
Di sicuro, la figura di Socrates ti costringe a una grande sfida narrativa: il suo mito non è solo la storia di un grande calciatore, ma anche quella di un vero rivoluzionario politico. Si incontra così un racconto del calcio non strettamente legato al solo sport giocato, ma anche al suo livello più “civile e spirituale”, e cioè quel valore massimo assunto dal calcio (e dallo sport in generale) come “terreno di gioco” del manifestarsi di una Società e di una “nuova” forma di essere umano. Il calcio nel nostro libro diventa protagonista non solo nel racconto dell’avventura sportiva di un giocatore e della sua squadra ma diviene anche mezzo e al contempo metafora della nascita di un pensiero nuovo e utopico, per la costruzione di una società democratica, equa e libera dalla schiavitù dei soldi, delle vittorie e del potere.
Ecco che l’episodio della prostituta del nostro inizio è proprio simbolo di questa lotta tematica e Socrates ne diventa il suo “personal superhero”, tracciando così una piccola guida d’attenzione alla lettura del nostro libro: non è solo il racconto di una figura straordinaria come Socrates, ma anche di quanto il suo pensiero possa essere influente per determinate classi sociali e lotte civili e umane, anche oggi. Una riflessione sviluppata e sviscerata soprattutto grazie allo spunto della nostra casa editrice Beccogiallo, quando alla prima riunione di lavoro ci chiese: “perché raccontare Scorates oggi?”.
Il nostro inizio è pensato così come una vera e proprio “overture”, dove tutti i temi e le atmosfere sono condensate e presentate in poche pagine, proprio come succede con le musiche di aperture delle opere liriche, che in 3 minuti condensano tutto quello che poi andremo a sentire nelle 2/3 ore successive di spettacolo.

La narrazione si sviluppa a nostro avviso – come scritto anche nella recensione – come un lungo flusso di coscienza forse vissuto dal protagonista sul letto di morte. Narrativamente, come si costruisce una narrazione del genere (scendiamo anche nel tecnico, se volete…) e, graficamente, come la si esplicita?
Da subito abbiamo deciso di non fare una biografia non autorizzata di una persona, ma quanto il racconto di un personaggio. Ecco la sfida: Socrates, non solo un personaggio famoso di cui si vuole scoprire la storia cronachistica dei suoi successi sportivi e politici, ma anche un personaggio che può farci scoprire qualcosa di noi.
Abbiamo quindi individuato il “punto chiave” di tutta la nostra storia, trovandolo nella sua ultima notte in vita passata in ospedale durante la quale, omaggiando Charles Dickens, vengono a trovarlo tre spiriti, che non sono altre le sue tre diverse fasi d’età. Da quel punto, abbiamo intrecciato tutti i momenti più salienti della sua vita, dividendo chiaramente la nostra storia in due: quel flusso di coscienza personale che avete colto bene voi – immaginandolo graficamente come “mondo del sogno”, liberando le tavole dalla consueta griglia del fumetto, lasciando così spazio al vagare delle immagini per la pagina in forma di illustrazioni d’autore – a rappresentare la voce e il racconto personale di Socrates; mentre l’altra parte più strettamente legata a rappresentare la realtà, pensata in tavole “ingrigliate” che si rifanno al ritmo del fumetto popolare italiano e agli spillati comics USA, è il racconto corale di come veniva e viene percepita la figura di Scorates nel popolo e nei tifosi.
La direzione maestra che ha guidato la nostra scelta su quali episodi della vita di Socrates inserire (e quali, ahinoi, tagliare) è stata quella di capire subito che avremmo reso il più possibile simbolica la storia principale di lotta alla dittatura da parte di Socrates dalla genesi (il colpo di Stato) fino alla sua più alta tensione (quella della sconfitta dell’emendamento popolare per l’elezione diretta del presidente), e di rappresentare in maniera pulsante tutte le forme in cui si è sviluppata la vita di Socrates in contrasto con la Storia del suo tempo: un bambino in cerca di felicità, un ragazzo che oltre agli studi di medicina non dimentica di vivere a pieno le gioie e i vizi della sua età, un uomo diventato calciatore di successo che utilizza il suo “potere” per lottare per la libertà, un vecchio che continua a decidere di poter governare l’esaudirsi dei propri desideri a dispetto di tutto.
Abbiamo perciò operato nello scegliere momenti che potessero essere più simbolici possibile che particolari in senso stretto, usando più lo stile del racconto di un personaggio che quello documentaristico di una persona, così forse da poter riconoscere anche qualcosa nascosto in ognuno di noi leggendo la sua storia.

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Da dove deriva la decisione di inserire nel fumetto le citazioni del Fedone e come mai la scelta è ricaduta proprio questo dialogo platonico?
La vita di Socrates (a partire dal nome di battesimo voluto dal padre, in onore proprio al filosofo greco) è pregna di filosofia, arte e intrattenimento, e dovevamo in qualche modo rendere merito a questa unicità e a queste sue passioni.
Il suo amore verso il pensiero umano ha portato a sviluppare la nostra storia su una sottotrama che rende in maniera contemporanea e porta nel mondo del calcio il Fedone di Platone, e la scelta di questa precisa opera è strettamente legata alla nostra scelta narrativa e ideale nel comporre il fumetto: il Fedone è il passo dialogico platonico dove il filosofo Socrate mette alla prova le sue teorie sull’immortalità dell’anima, raccontato il giorno stesso della sua morte. Ecco il perno su cui si muove il nostro fumetto, raccontando il nostro calciatore durante la sua ultima notte in vita e presentando così il suo pensiero sulla parte più importante del suo agire: giocare, pensare e lottare per un mondo migliore.
Così è nato anche il sottotitolo del nostro fumetto, quell’immortalità della rivolta che vuole richiamare proprio il passo platonico e raccontare forse che l’utopia del miglioramento del mondo verso l’equità può essere raggiunto attraverso la rivolta, forse l’unico gesto politico e di pensiero umano che non si allinea mai a nessun sistema e ci permette di credere risolvibile ogni insuperabile difficoltà.

Se dal punto di vista narrativo le fonti possono essere trovate abbastanza agevolmente, sul piano estetico scegliere uno stile in particolare può essere stato più complesso. Come avete deciso di procedere?
Abbiamo cominciato a lavorare al fumetto nel 2015 con tempi che si sono spesso frammentati causa inevitabile andamento delle nostre rispettive vite private e lavorative, ma nel concreto poi il lavoro tra noi si è svolto per fortuna anche in preziosi seppur brevi incontri fisici e nella più vitale collaborazione tra sceneggiatore e illustratore, con molto lavoro a distanza ben prima del lockdown, abitando in nazioni diverse: ci rimpallavamo sceneggiature e disegni, nutrendoci e ispirandoci l’un l’altro con le diverse soluzioni e proposte.
Il metodo compositivo che abbiamo seguito è stato molto strutturato da un lato e molto istintivo dall’altro: avevamo già uno schema molto dettagliato della nostra storia e di ogni passaggio, ma ogni capitolo è nato quasi “inconsciamente” rispetto allo schema, o meglio, germogliando dallo script iniziale e procedendo quasi in maniera autonoma rispetto agli altri capitoli.
Volevamo dare a ogni parte del nostro libro una specifica “anima”, ma soprattutto il tempo dilatato di componimento del lavoro (quasi cinque anni) ha permesso al nostro libro di crescere assieme a noi: siamo cambiati negli stili, nelle idee e nelle ispirazioni mentre componevamo la storia, e ci siamo accorti alla fine che questo tipo di maturazione caleidoscopica è stata una forza aggiunta al nostro libro (almeno per noi), una componente vitale che non avremmo mai potuto decidere in partenza di raggiungere e che ha permesso al libro di avere uno stile tutto suo.

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Che cosa avete scoperto che non sapevate, documentandovi e scrivendo questo fumetto?
Inizialmente, nell’addentrarci nell’universo Socrates, ci aveva colpito questa dichiarazione di un suo amico regista, raccolta in quello che si può considerare il libro-bibbia su Socrates scritto da Lorenzo Iervolino: “Socrates si annoiava a parlare di calcio, a lui interessava parlare sempre di tutt’altro”. Una dichiarazione che, almeno a noi, ha fatto intendere non tanto il falso (o modesto) disinteresse per il calcio, quanto la ricchezza di interesse verso la totalità della manifestazione del mondo e della natura umana che lo attraversa.
L’altra scoperta è stata il poter capire come il lato sportivo di Socrates sia stata l’emanazione del suo lato umano: Socrates era “un libero pensatore dai piedi buoni”; se non fosse stato un pensatore, ci sarebbe rimasto “solo” un bravo giocatore di calcio, senza alcuna particolare storia da raccontare.
Quello che si ricorda sempre del suo gioco è soprattutto la sua forma espressiva, che ne rappresentava in tutto l’emanazione del suo pensiero: Socrates era soprannominato anche “il tacco di Dio”, in quanto colpiva meravigliosamente la palla di tacco in ogni situazione possibile cercando il raggiungimento dell’artisticità di un gesto e non solo la sua efficacia, tanto da diventare il capitano di quella nazionale brasiliana fautrice del calcio bailado (il calcio danzato), che ha mietuto più meraviglia e felicità nell’essere vista giocare che palmares conquistati.

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Che cosa potrebbe dare, secondo voi, dal punto di vista umano Socrates al calcio di oggi?
Proprio il suo avvicinarsi allo spirito più puro del giocare e praticare uno sport: il “non cercare i soldi, ma la felicità”.
Come calciatore è stato uno sportivo che beveva e fumava “per pensare meglio” e che divenne il capitano della nazionale brasiliana dal famoso stile di gioco calcio bailado; un calciatore che non ha tralasciato gli studi laureandosi in medicina e che anteponeva il concetto di “felicità” ed “espressione” a quello di “vittoria” come unico scopo del suo giocare; in tempi come i  nostri dove anche la poesia è diventata oggetto di competizione, il pensiero di Socrates lo fa diventare ancora di più espressione di un’idea di un sistema diverso di valori da poter raggiungere o, quanto meno, da potercisi aggrappare.

Lavorerete ancora insieme in futuro? Quali sono i vostri programmi, anche individuali, a breve o a lunga scadenza?
Siamo al lavoro su un libro di balene che volano per le città e balenieri urbani, che dovrebbe uscire (se tutto va bene) con una scadenza molto più breve di cinque anni, edito da Eris Edizioni per Progetto Stigma, il gruppo d’autori e di nuova idea editoriale creata da Akab.

Grazie per il vostro tempo e per le vostre risposte, ragazzi.

Intervista realizzata via mail nel mese di luglio 2021

GnaccoliniMarco Gnaccolini
Nato a Mestre nel 1985, è un drammaturgo, sceneggiatore e scrittore. Ha esordito nel fumetto con la storia breve Mastro Tita su Alias Comics de Il Manifesto, insieme a Cosimo Miorelli, ed è un membro di Progetto Stigma. Attualmente vive tra l’Italia e il Belgio.

MiorelliCosimo Miorelli
Nato a Biella nel 1986, è un illustratore e live painter digitale. Si muove tra fumetto, pittura e live performance e realizza documentari e video animati per musei. Vive a Berlino.[biografie tratte da Socrates – L’immortalità della rivolta, Becco Giallo 2021]

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