“Malaterre”: una terra di promesse e rimpianti

“Malaterre”: una terra di promesse e rimpianti

Nel fumetto di Pierre-Henry Gomont facciamo la conoscenza di Gabriel, un personaggio grande quanto un intero romanzo, un protagonista impossibile da dimenticare.

malaterre-una-selva-di-rimpiantiPubblicato originariamente in Francia da Dargaud e scritto e disegnato da Pierre-Henry Gomont, Malaterre (sottotitolato nell’edizione italiana Una selva di rimpianti) è un fumetto dal respiro dei grandi romanzi del ‘900 grazie alla prosa ricca ed elegante (e qui va riconosciuto il buon lavoro della traduttrice, Francesca Berardi) e alla narrazione che, attraverso le didascalie, accompagna tutti gli eventi.

A fare da mattatore è il personaggio di Gabriel Dominique Bernard Marie Lesaffre, un protagonista delineato in maniera superba: un uomo vanesio, infantile, strafottente e con una eccessiva stima nei propri confronti ma al contempo capace di affascinare per la sua spontanea incoscienza e la sua affabilità. Gran bevitore, gran fumatore – sempre con una sigaretta in bocca rappresentata come una fiamma, quasi una emanazione del vulcano contenuto dentro al suo cuore irrequieto -, donnaiolo, sempre pronto a muoversi sul confine tra legalità e illegalità con l’eleganza di un damerino e la sfrontatezza di chi crede di poter essere assolto da ogni responsabilità grazie al suo sorriso e a qualche innocente bugia. Un uomo tormentato, sempre insoddisfatto e mai all’altezza delle sue stesse aspettative romanzate, a cui la realtà sta stretta tanto da mentire anche a sé stesso, nell’illusione di essere destinato a grandi cose.

Eppure un personaggio che a fine del volume, al netto di tutte le azioni discutibili e deprecabili, è impossibile definire “cattivo”, ma con cui certo non si crea un’empatia diretta; un protagonista che offre molte occasioni per essere visto con biasimo ma altre in cui emerge una debolezza di fondo quasi infantile, tenera: sono pochi i momenti nei quali la sua corazza esteriore mostra qualche crepa, prima che tornino fuori tutta la sua alterigia, tracotanza e sicumera.

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Attorno a Gabriel si sviluppa la storia, alternando momenti più cupi ad altri di grande esuberanza, con un filo di ironia e un tono accondiscendente nei suoi confronti. Attraverso il rapporto con lui si delineano gli altri personaggi, in particolare due dei suoi tre figli, dei quali ottiene con uno stratagemma l’affidamento per trascinarli nell’Africa equatoriale con l’idea di affidare loro la vecchia tenuta di famiglia di Malaterre, riacquistata con l’illusione di trasformarla in un grande affare. Ma un personaggio come Gabriel è tante cose, ma certo non un amministratore oculato e lungimirante: è il fascino per quella casa colonica, quella segheria che i suoi avi hanno costruito in un luogo tanto inospitale e selvaggio a risvegliare in lui la voglia di farne la propria tenuta. Ma questa idealizzazione dei suoi progetti si scontra ben presto con la dura realtà.

Per una parte del racconto la la presenza di Gabriel è più suggerita che effettiva, lasciando spazio al romanzo di crescita e di formazione dei suoi due figli più grandi, praticamente abbandonati a sé stessi, lontani da casa in una terra rigogliosa di un verde intenso o rossa per il calore del sole e delle emozioni, a crescere e diventare adolescenti sotto l’ingombrante ombra del padre.

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Gomont non si rifà alla linea chiara francese ma si esprime piuttosto con un segno nervoso, sporco e schizzato, con ricchezza di linee e tratteggi per le ombreggiature e con il colore che viene impiegato a volte in maniera espressionista, per sottolineare il tono del racconto in momenti di sconforto o di rabbia, ma principalmente per dare profondità agli sfondi, sottolineando la bellezza soverchiante della giungla equatoriale. I personaggi risultano di corporatura sottile e allungata, tesi come corde di violino, con espressioni marcate e posture che raccontano tanto anche senza parole e che quando si muovono esprimono efficacemente l’azione. Sono disegni chiari, dinamici e che esprimono una grande personalità artistica, il giusto contraltare alla esuberante personalità del protagonista.

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Malaterre è un’opera ricca, quasi imponente, che scorre via alla lettura con disarmante facilità evidenziando una capacità di strutturare le tavole e di dosare segno e parole esemplari. Abbondano una varietà di escamotage per sfruttare il fumetto al massimo: vignette di varie forme, piccole per concentrarsi sui personaggi o larghe per abbracciare il paesaggio, a volte scontornate o ridotte a spazio bianco dentro cui si muovono le sagome dei personaggi, o ancora racchiuse dentro alle nuvolette dei dialoghi per raccontare con le immagini un monologo più lungo. Una gamma di soluzioni che rende la lettura sempre varia e stimolante, donando così ulteriore profondità a un racconto già intenso e appassionante.

Abbiamo parlato di:
Malaterre – una selva di rimpianti
Pierre-Henry Gomont
Traduzione di Francesca Berardi
Edizioni BD, 2020
188 pagine, cartonato, colori – 24,00 €
ISBN: 9788832758474

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