Lucca Comics, ma quanto mi costi?

Lucca Comics, ma quanto mi costi?

Molti visitatori, tra appassionati e professionisti, diserteranno LuccaComics&Games per i costi esorbitanti. Cosa fare prima che la situazione diventi irrecuperabile?

LC&G-1Da oltre 50 anni LuccaComics&Games è la convention principale in Italia per qualunque appassionato e nell’ultimo decennio è diventata un fenomeno multimediale sempre più grande, muovendo un indotto di circa 25 milioni di euro ad edizione. Una macchina mastodontica e dal rodato meccanismo organizzativo che, però, rischia di veder crollare il terreno dove poggia, ovvero quell’Humus composto da editori, artisti, lettori e collezionisti.
Il motivo?

È semplice, si tratta di soldi, né più né meno: andare a Lucca richiede un carico sempre più oneroso da sostenere e non parliamo solo dei costi di spazi per standisti (sia case editrici che negozianti) nonché per singoli artisti della self area, ma soprattutto riguardanti vitto e alloggio per tutti, tanto professionisti quanto visitatori.
Negli ultimi anni si è registrato un crescente rincaro di affitti, prezzi e tariffe parallelamente al malumore della gente dopo ogni edizione, con disagi economici e logistici lamentati da tutti, che però quest’anno rischiano di risultare eccessivi per molti, alla luce di una crisi economica che sta modificando le abitudini e i bisogni primari degli italiani.

La bomba del malcontento è esplosa settimane fa sui social, arrivando anche a varie testate giornalistiche dopo un post del disegnatore Disney/Bonelli Fabio Celoni, che ha innescato una serie di discussioni, testimonianze e riflessioni da parte di moltissimi utenti sulla situazione dei soggiorni in hotel, B&B, appartamenti in affitto e posti letto a Lucca. Una situazione che potrebbe danneggiare lo stesso evento lucchese, con l’allarme espresso anche da uno degli organizzatori, Emanuele Vietina, che ha dichiarato: “Con il caro alloggi a rischio la qualità del nostro evento”.

Ma andiamo per ordine.
Celoni, riportando la sua esperienza personale con un albergo dagli oneri inaccettabili e la conseguente ricerca di un’alternativa, ha evidenziato come il crescente rincaro di tariffe ed affitti stia sfuggendo di mano ai gestori lucchesi, alla luce di prezzi in B&B ed hotel con stanze di 20 mq che possono arrivare a 800/1000 euro a notte durante la fiera (e per 5 notti il costo è praticamente superiore a 2 settimane in Polinesia, volo compreso). Un autore che va lì per lavorare e guadagnare difficilmente rientrerebbe nei costi, per non parlare di un visitatore che – medita l’artista – tra albergo, viaggio, biglietto e acquisti, dovrebbe spendere una cifra pari all’affitto di un monolocale per un anno.

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Ovviamente ci sono soluzioni meno care, con una media dentro le mura che si aggira intorno ai 200 euro al giorno in appartamenti e loft privati, ma prenotando con quasi un anno di anticipo, mentre a ridosso della manifestazione si trovano unicamente soluzioni che vanno dai 475 ai 901 euro a notte. C’è poi gente che affitta camere da 1/2 posti a 10 persone, facendoli dormire per terra così da prendere da ciascuno 80 euro a notte (che poi è l’unico modo perché qualcuno affitti camere a 800-1000 euro a notte), commettendo un vero e proprio illecito. Cose che sanno tutti da anni, ma su cui nessuno interviene. Discorso che vale ovviamente per Lucca, ma si allarga anche al di fuori delle mura.
L’alternativa è spostarsi a km di distanza (a volte in altre location come Montecatini, Pisa, Livorno) e farsi viaggi in treni strapieni di visitatori per arrivare ogni mattina. Peggio ancora con l’auto: per un autore che ha pagato uno stand e deve lavorare 10 ore al giorno dalla mattina alla sera è improponibile mettersi in macchina ogni giorno per decine di km nel traffico, cercare parcheggio (e anche lì c’è una spesa non indifferente), camminare con chili di materiale sotto il braccio tra decine di migliaia di persone accalcate, arrivare allo stand già distrutto dalla fatica e mettersi a disegnare, poi la sera rifare tutto al contrario per 5 giorni.

LC&G-2Celoni conclude bollando questi prezzi come speculazioni insopportabili, che vanno a danneggiare un ambiente già molto provato, in un periodo storico-economico difficile per tutti. Gli autori, che realizzano le opere su cui è nata LuccaComics&Games, sono ormai costretti in gran parte a disertare la fiera per i prezzi esorbitanti e perché, letteralmente, non trovano un posto letto se non a decine di km di distanza, a prezzi osceni (residence da 400 euro a notte), prenotando dieci mesi prima, con stanze usate come dormitori per comitive (a cui, spesso, dei fumetti non interessa nulla).
Un comportamento che mina le fondamenta stesse della manifestazione senza preoccuparsi delle conseguenze, che umilia sia gli operatori e artisti di ogni settore sia gli appassionati, rischiando di trasformare Lucca in un parco divertimenti per curiosi (come in parte già è), causando una fuga in massa verso realtà più piccole e sensate, approcciabili senza dover svuotare il conto in banca.

L’organizzazione di LuccaComics&Games – non responsabile di questo andazzo ma anzi danneggiata – tenta da anni di far ragionare la categoria, senza risultati. Eppure, se gli albergatori possono permettersi di fare prezzi del genere, è proprio grazie ai Comics e ai Games, ai loro autori, agli editori e agli appassionati, che con questi comportamenti vengono fortemente penalizzati. Un circolo vizioso dove l’atteggiamento di prendere tutto quello che si può, più che si può e finché dura, sembra essere l’unica realtà concepibile; finché ci saranno gli alberghi pieni di gente disposta a pagare cifre altissime, anche per dormire nei sacchi a pelo, si continuerà a oltranza. Anzi, le tariffe aumenteranno ancora di più: la famosa domanda/offerta, certo, ma fino a che punto prima che collassi tutto?

@Lucca 2017Alla discussione hanno partecipato diversi professionisti, facendo da eco a quanto dichiarato in queste ultime settimane sui social da numerosi espositori, fumettisti e piccole case editrici che hanno deciso di non recarsi a Lucca per i costi proibitivi. Uno di loro, Diego Bonesso, ha parlato in maniera più specifica delle difficoltà che incontra nel fornire vitto e alloggio a tutti i suoi collaboratori, dovendo disdire quest’anno LC&G perché il rincaro degli alloggi fa si che ormai sia semplicemente impossibile per un piccolo editore gestire posti letto, stand e pasti sperando di tornare a casa con un utile.

La questione è stata riportata su diverse testate giornalistiche e dalle pagine del Tirreno è intervenuto anche Emanuele Vietina – direttore di LC&G – il quale ha recentemente sottolineato come questa crescita selvaggia dei prezzi abbia un effetto negativo sulla manifestazione e, in un effetto domino circolare, anche sull’intera città: “Ognuno chiaramente è libero di applicare qualunque prezzo che ritiene opportuno sugli immobili, ma bisogna constatare come questa crescita stia proseguendo su ritmi vertiginosi. Bisogna sempre tenere a mente l’impatto economico, sociale, culturale che Lucca Comics&Games ha su tutto il sistema cittadino. Dobbiamo preservare l’asset competitivo che Lucca sa esibire. Se calassero le possibilità di ospitare gli espositori, che devono fare i conti anche con gli aumenti collaterali, di conseguenza scenderebbe la qualità dell’offerta della manifestazione – afferma Vietina –. Inoltre, noi vogliamo che i partecipanti possano godere le bellezze di Lucca anche nelle ore notturne e sarebbe un peccato, com’è capitato nelle ultime edizioni, se in tanti fossero costretti a non pernottare nella nostra città. Capisco che il business sia business, ma invito anche il lucchese doc a farsi portatore e interprete della sua storia.

PalaPanini Lucca

C’è un altro fattore però da considerare e che in parte contraddice quanto espresso da Vietina sul pernottamento in città; il problema degli alloggi durante l’evento è tipico dei piccoli luoghi in cui si svolgono delle manifestazioni importanti e dove c’è un numero limitato di posti per chi viene da fuori; in merito, l’opinione dello sceneggiatore Emiliano Pagani è: “Lucca, nonostante sia attrattiva di un turismo di nicchia, non di massa, ma molto presente e ben remunerativo, rimane comunque una piccola città che è esplosa negli ultimi anni come numero di visitatori, disposti a tutto pur di non perdersi quello che per molti è l’evento dell’anno. In molti lo hanno capito e se ne approfittano. La città è troppo piccola per tutte le persone che affluiscono durante i Comics e andare a dormire fuori, lontano dal centro, vuol dire impazzire per 6 giorni nel traffico e nella ricerca di parcheggio.

Diversi professionisti che abbiamo contattato sono dello stesso avviso, dichiarando che è fisicamente impossibile ospitare tutti e ciò va ad alimentare forme di speculazione che hanno superato i livelli di guardia, assumendo in alcuni casi i contorni di puro e semplice sciacallaggio. Infatti, solo per il periodo di LC&G, le tariffe levitano oltre qualsiasi prezzo da alta stagione, come l’offerta che abbiamo trovato su un famoso sito di booking, con un loft per due persone affittato per 4 notti a 3.209 euro; abbiamo poi raccolto da alcuni utenti testimonianze su annunci scioccanti: locali per negozi temporanei affittati per una settimana a 4000 euro in nero; un loft a 1/8 del suo valore di mercato, cioè 12.000 euro, per 6 giorni; un furgone adattato a camper affittato a 130 euro per notte con doccia e riscaldamento assenti, posteggiato a 800 metri dalle mura. Sono solo alcune delle offerte denunciate dalle persone intervenute sulla questione, anche a riguardo degli aumenti progressivi: è il caso di Simone che su FB denuncia “1200 euro di rincaro negli ultimi 5 anni per l’appartamento che ho sempre affittato, aumentato gradualmente ogni anno…”.

lucca_2019Controlli a tappeto sarebbero auspicabili, ma nei giorni della fiera è impossibile muoversi e fare alcunché. Ma a chi giova poi?
Sull’impossibilità di ospitare tutti, Fabio Celoni fa luce anche su un’altra importante questione: gli operatori di settore, che fisicamente lavorano in fiera durante la manifestazione, dovrebbero avere la possibilità assicurata quantomeno di pagarsi un letto, ma come? Studiando una Cittadella Autori/Operatori? Una sorta di zona franca, anche fuori dalle mura? Una soluzione satellite a macchia di leopardo, contenuta però in distanze accettabili per gli addetti ai lavori che si trovano a Lucca per lavorare così che possano almeno dormire?
Oppure si potrebbe risolvere la cosa alla radice e scorporare gli eventi, ormai impossibili da portare avanti in contemporanea negli stessi giorni, per la quantità di visitatori richiamati. Riportare la fiera di novembre ai soli Comics e creare una Lucca Games separata, magari a metà anno, potrebbe rappresentare una soluzione. Con meno gente e domanda, i prezzi degli alberghi potrebbero calare, autori ed editori potrebbero ricominciare a frequentare la fiera e gli appassionati avrebbero la possibilità di vivere la città in maniera diversa, “umana”, com’era fino a qualche anno fa.

Nell’uno o nell’altro caso sarebbe una piccola rivoluzione di civiltà, ma le problematiche sono tante e remano contro varie soluzioni a breve termine: LC&G è troppo grande, troppo importante e con un indotto tale da rallentare o impedire qualsiasi tentativo di “normalizzazione”. Normalizzarla troppo, del resto, equivarrebbe a non farla più essere LuccaComics&Games, ma sarebbe auspicabile quantomeno la possibilità di un compromesso. Perché quando si lamentano gli autori, si lamentano i visitatori, si lamentano gli appassionati, si lamentano le case editrici, si lamenta la stessa organizzazione, significa che qualcosa è da ricalibrare, seduti tutti a un tavolo, prima che la situazione diventi irrecuperabile.

Il rischio serio è che i disagi e l’iperbole di tariffe sostenute dal pubblico possano erodere il credito e il prestigio di LC&G, ironicamente riassunto da Valentina P. su FB con la frase “ti puzzi di freddo e di fame per 5 giorni e per cosa? Per fare la fila ad uno stand per tre ore tra gomitate e ali di polistirolo nell’occhio?”.
È nostra speranza quindi che si eviti un gioco incrociato di accuse e giustificazioni che non porta da nessuna parte, istaurando invece un dialogo costruttivo tra le parti – direzione lucchese, autorità, esercenti e associazioni dei consumatori – che possa portare iniziative e regolamentazioni a favore della manifestazione come, ad esempio, imporre almeno un calmiere di prezzi e tariffe, ma tutto ciò può avvenire solo se i diretti interessati avranno la voglia e la volontà di farlo.

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