Lucca Comics & Games 2023 è stata un’occasione mancata?

Lucca Comics & Games 2023 è stata un’occasione mancata?

Lucca Comics & Games 2023 è ormai alle spalle. Cosa resta di questa edizione? Come guardare al futuro della manifestazione?

Come siamo arrivati qui

Lucca Comics & Games 2021: dopo un anno in cui la manifestazione è stata sospesa a causa del Covid, sostituita da una sperimentale versione via streaming, quella del 2021 è stata una festa. Una festa a numeri ridotti (e anche per questo più vivibile sotto certi punti di vista) ma una festa grande, vissuta con la voglia di rivedersi, di mettersi alle spalle due anni difficili per tutti, con la voglia di ripartire.

Lucca Comics & Games 2022: si torna ai numeri pre-2020, anzi si superano di gran lunga. Un’edizione opulenta e baciata da un clima quasi primaverile che sembrava essere l’apoteosi delle potenzialità di Lucca e confermare la volontà di dare una struttura sempre più solida a fronte di una popolarità mai vista prima.

Lucca Comics & Games 2023: passata la sbornia del post-covid, l’entusiasmo per i grandi numeri, la fortuna per il clima mite, cosa è rimasto? In realtà la sensazione è che questa edizione si sia rivelata un’occasione mancata. Una sensazione non facile da circoscrivere e focalizzare ma che, con sfumature e angolazioni diverse, pare serpeggiare in giro: tra i visitatori (presenti e mancati), gli autori e gli editori sui social, negli articoli dei magazine di settore, nella stampa generalista e anche internamente alla nostra redazione.

Ma un evento come Lucca Comics & Games non si può riuscire a guardare con un solo colpo d’occhio. È ormai gigantesco, ha molte facce, tante ramificazioni. Abbiamo cercato di trovare qualche punto su cui riflettere, focalizzandoci soprattutto sul fumetto, che è quello di cui ci occupiamo, per dare forma  prima di tutto a quella sensazione che ci è rimasta addosso dopo la fiera.

I freddi numeri

Non si può certo dire che Lucca non si confermi un evento impressionante per presenza, ospiti, novità, eventi e varietà d’offerta. Una grande festa, un successo difficilmente replicabile, un evento di portata ormai saldamente internazionale.

Quest’anno i dati ufficiali parlano di 314.220 biglietti venduti rispetto ai  319.926 del 2022, più di 700 espositori, centinaia di ospiti da tutto il mondo, oltre a 130.000 spettatori unici che hanno seguito le dirette del Live Show su Twitch e le dirette RAI. Sono numeri importanti e che per di più non tengono conto dei visitatori senza biglietto che a Lucca comunque vanno per immergersi nella folla, vedere i cosplayer e respirare un po’ d’aria di festa.

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Copyright: “Lucca in Diretta” www.luccaindiretta.it

Singin’ in the Rain

Vista la collocazione temporale tra fine ottobre e inizio novembre, legata a un tradizione storica, Lucca è sempre stata esposta al rischio maltempo. Questa edizione però ha dovuto fare i conti con una instabilità meteo eccezionale e precipitazioni a tratti molto forti, per il vento che venerdì ha costretto a chiudere le mura nella zona dei welcome desk e, soprattutto, per il disastro che ha sfiorato Lucca ma ha colpito severamente molte zone della Toscana del nord e costiera. Due le principali decisioni in corso d’opera dell’organizzazione: venerdì, non potendo accedere ai welcome desk, è stato permesso di accedere ai padiglioni senza braccialetti, con il solo biglietto; mentre chi, a causa dei violenti rovesci, non è riuscito a partecipare sabato, ha avuto la possibilità di usare il biglietto per domenica. Non è facile immaginare cosa si sarebbe potuto fare di più a livello pratico.

Da un punto di vista di comunicazione e di empatia, l’organizzazione dell’evento si è dimostrata distante, quasi non si volesse dar troppo spazio alle notizie tragiche che stavano arrivando dal resto della regione. Su questo  si poteva e probabilmente si doveva fare di più, sia a livello di trasporto e vicinanza umana, sia a livello di una informazione più dettagliata per aiutare i visitatori e gli autori in difficoltà nel raggiungere Lucca. Lucca Crea ha comunque tempestivamente annunciato che destinerà parte dei fondi raccolti con l’asta di beneficenza dell’Area Performance alle zone colpite dai danni del maltempo.

C’è chi suggerisce di spostare la manifestazione in una data meteorologicamente più clemente, ma certo la decisione deve prendere in considerazione vari fattori: non solo il tradimento della tradizione, ma soprattutto la difficoltà nel trovare un altro ponte lungo da sfruttare e nell’incastrare una manifestazione del genere tra le altre che già si tengono con frequenza a Lucca e dintorni.

L’annosa questione economica

Ne avevamo già parlato e non ci soffermeremo più di tanto, ma non si può non accennare a un problema comunque pratico per visitatori e perfino autori, ovvero quello economico. Non tanto e non solo i biglietti, che per un evento così ciclopico hanno delle cifre tutto sommato ragionevoli. Se però a questo costo si aggiungono il viaggio (con i rincari degli ultimi anni), i parcheggi (diversi parcheggi gratuiti nel 2022 sono diventati a pagamento, prenotabili unicamente on-line) e soprattutto l’incontrollabile caro alloggi (al di là dei limiti strutturali, influenzati anche da speculazioni più o meno regolamentate), Lucca rappresenta una spesa non indifferente e in costante aumento specie in questa situazione economica contingente.

Le dimensioni contano?

Mappa Luccacomicsandgames

Che Lucca in questi giorni sia ai limiti della propria capacità ricettiva è evidente, che la città soffra di inadeguatezze a livello logistico (la viabilità ma soprattutto il collegamento ferroviario, che crea ritardi e disagi per tutta la tratta da Firenze a Viareggio e Pisa) è noto e questi problemi non sono facilmente risolvibili. Difficilmente si può immaginare una Lucca Comics & Games più grande di così senza trovarsi di fronte a problemi ancora più gravi. 

Non ci soffermeremo molto sul discorso file, anche se in tanti hanno lamentato una gestione non ottimale della distribuzione dei braccialetti che ha creato momenti di imbottigliamento alle biglietterie in loco. In generale però la situazione, a fronte dell’alto numero di persone, sembra essere migliorata rispetto alle precedenti edizioni. Anche il lavoro fatto dalle case editrici e dall’organizzazione sui firmacopie ha messo in evidenza alcune strategie interessanti che potrebbero essere implementate nelle edizioni successive (stante che ci saranno sempre delusi nel numero sempre più elevato di persone che vogliono avere l’opportunità di una firma e una stretta di mano con i propri beniamini).

La circolazione in fiera è stata abbastanza diversa a seconda di cosa si voleva visitare: rimanendo solo in ambito fumettistico, alcuni padiglioni come piazza Napoleone sono stati quasi sempre vivibili e accessibili con file piuttosto contenute, laddove quelli lungo le mura dedicate ai manga (in particolare J-Pop e Star Comics, ma anche Panini) avevano perennemente code lunghissime per entrare. Anche le code per i firmacopie per gli artisti più importanti sono state gestite e smaltite in modi diversi, e anche se ancora nessuno sembra aver trovato la formula magica per risolvere il problema in alcuni casi si sono viste delle soluzioni interessanti.

D’altra parte anche “tornare indietro” non sembra un problema tanto banale. La ciclica proposta di separare Comics e Games sembra sempre più risibile. La proposta giochi da tavolo, di ruolo e di carte, come pure quella dei videogiochi, è sì grande ma minoritaria non solo considerando i fumetti, ma contando anche tutto il circondario di cultura pop: la letteratura fantasy, serial TV e cinema, cosplay, musica. E quale sarebbe il prezzo? Un “Lucca Play” sulla falsariga della manifestazione di Modena poi sopravviverebbe da sola? Il bilancio costi/ricavi quanto inciderebbe?

Possiamo capire quanti ambiscono a una fiera “solo per fumetti”, ma Lucca questo non lo è da decenni e non lo sarà più. Siamo fortunati che esistano altre fiere più vicine a questa visione e che ognuno abbia la possibilità di scegliere quelle più adatte a sé.

Con la cultura non si mangia?

Le mostre proposte da Lucca Comics si confermano di alto livello come allestimento, scelta e collocazione. Anche gli ospiti presenti sono stati un valore aggiunto con autori di fama internazionale, in particolare un numero di autori giapponesi ed asiatici mai visto in fiere al di fuori del Giappone.

Eppure si è sentita la mancanza di un indirizzo generale che desse identità alla manifestazione: come veniva declinato il tema “Together” a livello di incontri con gli autori e gli addetti ai lavori? Qualche anno addietro c’erano i Comics Talks, Comics & Science (vedi sotto), l’impressione è quella di una proposta fatta di alti quanto di bassi (ma non escludiamo ovviamente che la nostra sia una visione parziale, anzi certamente lo è). A questo si è aggiunta una gestione un po’ confusionaria degli accessi tramite Eventbrite, con le prenotazioni di firmacopie e incontri andate concluse in pochi minuti ma che non si riflettevano a volte nel tutto esaurito in sala: resta comunque un’idea interessante da perfezionare in futuro.

Resta comunque la questione culturale oltre quella commerciale: tolte le presentazioni dei nuovi fumetti, tolti i firmacopie presi sempre più d’assalto (in particolare i mangaka), tolti gli incontri degli editori, resta abbastanza per parlare di fumetto in termini più elevati come merita? Ma soprattutto sorge una domanda: il pubblico vuole questi incontri o prevale la richiesta di appuntamenti con il singolo autore e della parte più commerciale della manifestazione?

Non possiamo continuare a incontrarci così

La quantità di eventi, incontri, presentazioni, firmacopie, press café, anteprime è ormai quasi incalcolabile. Solo in ambito comics, dai 30 ai 40 incontri al giorno più quelli dedicati alla stampa: aggiungeteci games, fantasy, cosplay, junior, cinema, videogames. È possibile mantenere una qualità alta e un’organizzazione attenta davanti a questi numeri? 

Non abbiamo certo il quadro completo, ma in alcuni degli incontri a cui abbiamo assistito è sembrato ci sia stata una oggettiva difficoltà a partire nell’ideazione, con accostamenti di autori e temi un po’ forzata, alla reperibilità di interpreti per una resa ottimale degli incontri e a tempi spesso ristretti per sviluppare in maniera consona discorsi elaborati.

A questo si aggiungono incontri per la stampa con vincoli a volte stretti a cui sottostare e, va detto, con interventi non sempre all’altezza degli ospiti presenti, che spesso si sono ritrovati a rispondere più volte alle stesse domande magari dedicate a ambiti in cui loro non hanno esperienza (esempio, gli adattamenti cinematografici e televisivi di serie a fumetti).

Comics & Science fuori dal programma

Il programma di Comics & Science, ospitato nel Comics & Science Palace, è stato davvero notevole, ricco di incontri e ospiti a celebrare l’incontro tra fumetto e didattica, tra fumetto e informazione. Il problema è che tutto questo non aveva nessun rapporto con Lucca Comics & Games! Infatti, pur essendo un progetto nato in seno a Lucca Comics & Games 2012, da quest’anno le due realtà si sono separate e gli eventi di C&S hanno avuto scarsa visibilità. Crediamo che a una manifestazione possa solo giovare una offerta culturale (vedi sopra) come questa e ci auguriamo che i soggetti coinvolti tornino a dialogare in armonia.

Selfarea

E la Self Area, dove la mettiamo?

Quello della collocazione e della valorizzazione della Self Area resta un nervo scoperto da anni. Per il secondo anno consecutivo posizionata nel cortile della Chiesa dell’Agorà, a causa del maltempo le realtà dell’autoproduzione presenti hanno avuto molti disagi, essendo in uno spazio aperto, protetto solo da teli di plastica che non hanno retto al vento e alla pioggia: tutto questo a fronte di costi non esigui soprattutto soprattutto per realtà meno note, che non hanno il richiamo degli editori o di autori di spicco. Oltre a questo, in molti tra i partecipanti continuano a lamentare la difficoltà nel trovare l’area, a cui si accede attraverso un passaggio non molto visibile tra la chiesa e il palazzo adiacente (cosa resa ancor piu’ difficile quest’anno da una segnaletica a dir poco incomprensibile, a cui non puo’ sopperire la pur ottima idea della App Navigator). Infine, anche nel caso della Self ci sono stati incontri (svolti dalla Fondazione Tuono Pettinato) che non sono stati inclusi nel programma ufficiale e quindi non sono stati adeguatamente pubblicizzati.

Resta quindi una discussione aperta e necessaria quella di come sostenere e valorizzare queste  realtà vitali, varie e diverse la cui maggiore maggiore visibilità non  può che avere un grande potenziale anche per tutta Lucca Comics.

Non tutta un’altra musica

 News Area Music Per Tutti

Strettamente legata al maltempo, ma non solo, l’offerta musicale quest’anno è risultata funestata da imprevisti – l’impossibilità di montare l’area al coperto per i concerti serali, la decisione di rimborsare chi aveva fatto il biglietto e di renderli tutti all’aperto e gratuiti, l’assenza di alcuni artisti legata anch’essa alla questione del patrocinio. Così diversi concerti nell’area Music sono stati annullati all’ultimo momento, con conseguente disagio e delusione per i visitatori. Ma l’idea stessa di inaugurare una sezione di concerti con biglietto separato da quello della manifestazione non era stata accolta con favore da molti.

La salute dell’editoria a fumetti

Un problema che non è certo colpa di Lucca Comics & Games, ma cui si trova al centro: per molte realtà fumettistiche Lucca Comics è questione di sopravvivenza o meno. E un settore che ha bisogno di una manifestazione per esistere non può definirsi sano. Che ruolo può avere la manifestazione in tutto questo? Difficile da dirsi, ma certo può essere il luogo e il momento per intavolare delle discussioni in merito, se solo nei cinque giorni di durata ci fosse un momento per staccarsi dal concetto di mostra-mercato e se ci fosse anche un interesse da parte degli editori di creare uno spazio per una riflessione e un confronto pubblico, anche a fiera finita.

Il patrocinio boomerang

Ne abbiamo parlato già, se n’è parlato molto, ma non è possibile ignorare l’argomento. Con discussioni iniziate in realtà prima dell’annuncio di Zerocalcare di disertare il festival, il patrocinio dell’ambasciata Israeliana è apparso sempre più fonte di discussione a fronte del riaccendersi del conflitto nell’area israelo-palestinese. Se dall’autore romano è partito un messaggio sentito ma anche personale e rispettoso delle scelte di ogni autore, sui social si è assistito al trito teatrino della polarizzazione e degli slogan, a voce purtroppo sempre più alta di chi cerca invece di portare posizioni meno semplicistiche.

A questa divisione schematica e a questo abbandono della complessità e della ricchezza hanno contribuito certamente la politica, che si interessa di fumetto solo se può usarlo per fare polemica, e il giornalismo, con articoli di bassissimo livello intellettuale (per non dire semplicemente ignoranti) come quello di Merlo su Repubblica in cui paragona Zerocalcare e gli altri assenti per la stessa ragione a“disertori”: una metafora che fa riferimento ancora, tragicamente, alla guerra e che raffigura per contrasto gli autori presenti a Lucca come “soldati”. Una retorica vecchia, stucchevole, insopportabile.

Quello che è mancato, anche ascoltando altre opinioni, è stata una presa di posizione chiara, decisa e soprattutto tempestiva da parte dell’organizzazione di Lucca Comics & Games e questo non per schierarsi ma quantomeno per dare segno di essere vigile sull’argomento e di aver ben in testa una visione politica e una ferma condanna alle atrocità della guerra, senza colori o bandiere.

Lucca Crea si è limitata a emettere un paio di comunicati, compreso quello in cui annunciavano l’assenza dei due autori israeliani autori del poster di quest’anno, e organizzare un incontro a tema a pochi giorni dalla manifestazione. Il tono di questi comunicati era incentrato sul confronto, l’inclusività e il rispetto per le posizioni di tutti, ma restando generici rispetto alla situazione attuale.

In merito, da segnalare l’iniziativa di Virginia Tonfoni e del “nostro” Rodolfo Dal Canto che hanno lanciato una raccolta firme su change.org da cui estraiamo:

Siamo convintɜ del ruolo che le organizzazioni e le istituzioni artistiche e culturali hanno nel promuovere la libertà d’espressione, l’educazione, la creatività, come anche i diritti fondamentali alla vita e all’esistenza. E che questo ruolo abbia una matrice intrinsecamente politica. Per questo crediamo che un’istituzione rilevante come Lucca Comics & Games non possa lasciare dubbi circa la condanna agli atti inumani e atroci che si stanno verificando; siamo anzi convintə che il festival possa essere un’occasione per chiedere pubblicamente la pace e il cessate il fuoco. Per questo crediamo che un’istituzione rilevante come Lucca Comics & Games non possa lasciare dubbi circa la condanna agli atti inumani e atroci che si stanno verificando; siamo anzi convintə che il festival possa essere un’occasione per chiedere pubblicamente la pace e il cessate il fuoco. Per coloro che saranno presenti al festival, lanciamo un appuntamento per chiedere pubblicamente un cessate il fuoco immediato nei territori interessati da questo drammatico conflitto.

Altra iniziativa dallo stesso tono è nata in seno alle realtà presenti in Self Area con un post su Instagram e una lettera distribuita nei giorni del festival ai visitatori.

A corollario di questi appelli si è tenuto un incontro al di fuori del programma ufficiale di fronte alla Chiesetta dell’Agorà al quale hanno partecipato molti autori ma senza riscontro da parte dell’organizzazione, che ha mantenuto almeno fino a oggi una posizione di “basso profilo” in merito all’argomento.

Gli è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare?

Arrivati al termine di questa riflessione restiamo con tanti dubbi e nessuna certezza. Soprattutto non ci sentiamo di avere una ricetta perfetta o di dire che tutto vada ripensato, come da più parti si dice. Ci sono stati miglioramenti sotto alcuni aspetti, ma altre cose possono essere fatte per rendere l’esperienza di tutti coloro che a questa fiera sono legati da una passione irrefrenabile quanto migliore possibile. Possiamo però dire che questa edizione ha dimostrato che, da un punto di vista culturale, Lucca Comics and Games ha raggiunto la sua fase adulta e che non può più prescindere dal contesto politico e sociale che la circonda, e che quindi debba imparare a interfacciarsi con tutto il mondo esterno e alla sua complessità con rapidità e attenzione. Forse la strada da seguire non è necessariamente quella della continua crescita dei numeri e della quantità ma piuttosto di rafforzare le basi e creare un senso di comunità ancor più resistente, capace di creare e supportare un dibattito costruttivo e serio: solo così lo slogan Together/Insieme, che quest’anno è purtroppo risuonato al termine della kermesse come una bandiera sbiadita, un contenitore vuoto, possa avere un vero e profondo valore.

Csm News Value Flag

In fondo è questo quello che vogliamo tutti noi, che tra i padiglioni di Lucca sono cresciuti e hanno accresciuto la loro passione, che di anno in anno non rinunciano a quella che sentono come casa: uno spazio in cui sentirsi parte di una grande comunità.

Together

Vogliamo chiudere questo resoconto lanciando la palla a chi ci legge, siano semplici appassionatɜ o addettɜ ai lavori, fumettistɜ, editorɜ, giornalistɜ: ci piacerebbe che queste nostre riflessioni diventassero parte di un discorso più ampio e partecipato. Ci piacerebbe sapere da voi cosa è andato bene e cosa no, come è stata la vostra fiera da un punto di vista professionale e personale. Forse questo potrebbe essere un piccolo tassello per far sì che questo stare insieme, Together, sia un modo per discussioni sane e propositive per dare un contributo a rendere migliore ciò che già amiamo.

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