Lucca 2021, così vicina, così distante

Lucca 2021, così vicina, così distante

Mentre Lucca Comics & Games annuncia la prossima edizione in presenza, Panini Comics e Sergio Bonelli Editore ribadiscono le ragioni di una assenza. Scelta transitoria o segno di un cambiamento?

L’Uomo Ragno non ci sarà, Paperino nemmeno ed anche Tex Willer resterà nella riserva Navajo.

Nei giorni in cui il principale evento fumettistico del nostro Paese e tra i più importanti al mondo, Lucca Comics & Games,  annuncia la sua prossima edizione in presenza, i due più grandi editori italiani, Panini Comics e Sergio Bonelli Editore, ribadiscono la volontà di non partecipare “dal vivo”, con un proprio spazio espositivo, a questa o altre manifestazioni.

Il fatto merita attenzione, non per amor di polemica quanto come occasione di riflessione sui significativi mutamenti di scenario prodotti dalla Pandemia, in tutti gli ambiti, compreso quello del Fumetto. Da un lato, c’è la comprensibile volontà/necessità da parte degli organizzatori di eventi e dei territori di “rimettere in moto la macchina economica”, dall’altro lato c’è – altrettanto comprensibile – l’attenzione delle imprese nel tutelare il proprio personale e nel calibrare con cautela gli investimenti, in questa fase delicata.

Tutto è comprensibile, ma non per questo meno sorprendente.

Ve lo immaginereste un “Festival delle bevande gassate” senza Coca Cola e Pepsi, oppure un Campionato di Formula Uno senza Ferrari e McLaren?

lucca14-palapanini

Sembra passato un secolo da quando, solo tre anni fa, in Piazza San Martino, trovavamo il colossale “Pala-Panini” ad accoglierci. Lì, dove Mickey Mouse andava a braccetto con SpiderMan e RatMan vigilava dall’alto del padiglione su centinaia di visitatori entusiasti, che sfogliavano volumi e parlavano fitto con gli autori… Quei caotici e festosi assembramenti oggi sarebbero incompatibili con le restrizioni sanitarie, così come ancora accade – ahinoi – per i concerti o per altre manifestazioni dal vivo.

Di fatto, anche chi a Lucca ci sarà, dovrà abitare gli spazi della città, in modo differente dal passato, come ha spiegato il direttore di Lucca Crea, Emanuele Vietina. Il che, ovviamente, non implica necessariamente un festival meno interessante, però di sicuro un festival molto diverso. L’organizzazione 2021 testimonia plasticamente quanto il “distanziamento” non sia più soltanto la misura fisica obbligata tra i corpi, ma anche, idealmente, lo iato tra un “prima” e un “dopo” per questo tipo di manifestazioni.

Se Panini, ad esempio, ribadisce nel comunicato che – pur fisicamente assente dagli eventi – però sarà “sempre presente e attiva, durante i giorni di svolgimento delle fiere, con i suoi contenuti digitali”, sta implicitamente testimoniando un cambio di paradigma comunicativo e commerciale rilevante. Più in generale, quante volte, nell’ultimo anno e mezzo, ci siamo ritrovati su Zoom, Youtube, Facebook, Twitch , etc. per vedere e ascoltare eventi sul fumetto, in molti casi organizzati dagli editori stessi?

In fondo, “dematerializzare il festival” era stata la coraggiosa e innovativa posizione assunta dalla stessa organizzazione di Lucca con l’edizione di crisi “Changes 2020”. Ed anche questa nuova edizione in presenza, farà un largo uso di connessioni multimediali e collegamenti in remoto in un continuo ping pong tra luoghi fisici e (non) luoghi digitali.

lucca cambia

In sintesi, la situazione è quella descritta dallo storico dell’arte Noah Charney in un articolo qualche mese fa:

“L’esperienza dell’arte ‘in carne ed ossa’ si colloca ad un livello superiore rispetto a qualsiasi fruizione virtuale. È un’esperienza sensoriale, profonda e viscerale. Ma, d’altro canto, immergersi in un evento d’arte virtuale è comunque di gran lunga preferibile a non poter fruire del tutto di arte.”

Per quanto il processo sia reversibile, sarebbe incongruo pensare che – una volta esaurita l’emergenza – il cambiamento sperimentato in questi mesi da tutti, a tutti i livelli, non lasci traccia nei nostri riti di consumo.   

L’emergenza, da questo punto di vista, non ha fatto altro che accelerare processi già in corso, legati all’innovazione tecnologica e all’evoluzione della nostra vita quotidiana. Da anni operano a distanza i mercati finanziari, le aziende hi-tech, la scienza e la tele-medicina. Seppure tra difficoltà culturali, strutturali e organizzative, perfino le aziende più tradizionali stanno adottando forme di smart working

Tutto l’universo dell’intrattenimento (musica, film, serial, fumetti, etc.)  si sta allontanando ormai da tempo dai luoghi fisici (negozi, cinema, etc.) per convergere via, via sulle piattaforme streaming, assi pigliatutto cross-mediali delle nostre esistenze distanziate. Come possiamo pensare che tutto questo non abbia ricadute, oggi e ancora di più domani, anche sul nostro modo di fruire eventi?

lucca e i fumetti

Sia chiaro: nessuno qui sta facendo l’elegia acritica del “cambiamento”. Se, allunghiamo lo sguardo oltre le vignette, fa riflettere come in poco tempo, un gigante quale Disney abbia comunicato e messo in atto, a livello mondiale, una chiusura generalizzata di tutti i punti di vendita fisici (i famosi “Store”) per concentrarsi sulle vendite online. Non è solo una questione di topi e paperi, c’è di mezzo la vita di tante persone in carne e ossa.

Accanto al dato economico e sociale, c’è poi altrettanto forte la sensazione che “annacquare” tecnologicamente il proprio legame coi luoghi fisici, voglia dire per queste manifestazioni rinunciare alla loro stessa ragion d’essere passionale.  Cosa resta della Lucca luogo dell’anima di passioni condivise, in cui tutti hanno il loro posto. come lo ha definito la scrittrice, Licia Troisi, se il “posto” in questione dal teatro del Giglio si trasferisce in un “nowhere” digitale?

Di fatto non lo sappiamo. Ottimisti e pessimisti, entusiasti e diffidenti, nessuno al momento può esprimere certezze sull’avvenire di questi eventi. Scontato augurarsi prima di tutto la fine dell’emergenza pandemica. Per il resto il futuro si riscrive ogni giorno: nel determinarlo saranno importanti le scelte dei grandi attori quali Panini e Bonelli, ma anche i nostri comportamenti di consumatori, a Lucca come ad Angoulême o San Diego.

1 Commento

1 Commento

  1. Simone Rastelli

    28 Settembre 2021 a 11:43

    E se questa Lucca “in piccolo” funzionasse? Magari avremmo nuove idee per ripensare le manifestazioni, il ruolo degli editori in esse e tutto il resto.
    Sono davvero curioso.
    “Viviamo in tempi interessanti”

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