“Non abbiamo mai più affrontato l’argomento. Non era il caso di farla tanto lunga. I figli vanno e vengono. E poi io sono un tipo focoso, non so se rendo.”
(Dal racconto Bulimica)
Rileggendo qualche giorno fa i sei racconti racchiusi in questo bel volume, mi sono reso conto di quanto un autore come Loustal fosse in anticipo sui tempi. E non solo come disegnatore, visto che il suo tratto influenzerà non poco tutti quegli artisti dal tratto meno definito e più espressivo (Gipi, Igort tanto per fare due esempi), ma anche a livello narrativo: queste sei storie sono un ottimo esempio di racconto per immagini; immagini che seguono uno schema fisso, quasi prive di baloon e sempre accompagnate dalla classica “voice off” tipica di tanti film.
Ma quello che colpisce nel tratto di Loustal è come questo riesca a mutare in base alla storia narrata: essenziale in storie come New Mexico e La notte dell’alligatore; sporco in La donna bianca; ricco ed espressivo in Bulimica e Marcel. Tutti questi racconti, poi, sono legati da un uso del colore a tratti davvero sorprendente: acquarelli tenui e delicati si intrecciano con pastelli a matita, ma anche la bicromia e la mezzatinta ci colpiscono e finiscono col diventare, nel tempo, eccellenti modelli ed esempi per il fumetto a venire.
Come ho detto, nell’arte di Loustal non troviamo una mera espressione artistica: Loustal è, piuttosto, un vero poeta dell’immagine. Sebbene l’artista francese si sia valso della collaborazione di un paio di ottimi sceneggiatori è propriamente il suo modo di far parlare le immagini, il modo di renderle evocative, di dar loro quel tono cupo e nostalgico, che fa di lui uno degli autori francesi più originali. Ed è questo il motivo per cui, per questo articolo, ho scelto questa raccolta, preferendola al bellissimo noir Il sangue della mala.
In questi sei racconti non ci sono protagonisti. Tutto è anonimo, nascosto o disperso negli immensi paesaggi che fanno da scenografia a La notte dell’alligatore (probabilmente la storia più complessa); oppure viene messo a nudo con brutale e ignorante onestà (come nell’incredibile storia d’apertura, Bulimica). Loustal è un cantastorie; confida più nelle sue immagini che nelle parole contenute nei baloon. I suoi racconti sono una sorta di fiabe in cui la bellezza dei colori, tuttavia, non garantisce niente di buono; assistiamo a tramonti mozzafiato, a paesaggi dominati da un cielo limpido e pulito, a un mare di un blu assoluto e rassicurante, ma tutto questo è solo un palliativo, un modo più delicato per far digerire delle storie nere, con personaggi consumati dalla vita.
Una donna che non riesce a smettere di mangiare, una cameriera dolce e sfortunata, un pugile nero orgoglioso e testardo, un medico dal passato brutale e irreparabile, un blues che s’innalza come un lamento e l’alienazione di un uomo in una città vittima della guerra coloniale sono storie che non finiscono mai di stupire e che andrebbero riscoperte al più presto dalle nuove generazioni, per scoprire che gran parte dei fumetti realizzati oggi erano già stati pensati e realizzati da artisti come Muñoz, Battaglia e Jaques De Loustal. Come ha giustamente scritto
Raffaele Cipollini nel sito Lo spazio Bianco a proposito della storia New Mexico: “Se non fosse stata scritta nel 1981 potrebbe essere definita tarantiniana”.
Prima di Tarantino, c’è Loustal.
Curiosità
Le storie contenute nel volume sono, in ordine: Bulimica, New Mexico, La donna bianca, La notte dell’alligatore, La vie en blues, Marcel; La prima scritta da Marc Villard e l’ultima dallo stesso Loustal; tutte le altre sono sceneggiate da Philippe Paringaux.
Edizione Consigliata
Bella edizione in puro stile Coconino Press: carta che risalta il tratto e i colori acquarellati di Loustal.
Al momento è l’unica edizione, facilmente reperibile sia nelle fumetterie che su internet o direttamente al sito della casa editrice.