In gabbia! #8 – “La valle dei 7 soli”
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In gabbia! #8 – “La valle dei 7 soli”

Bentornati su Lo Spazio Disney!

Torna “In gabbia!”, la rubrica che in questo blog tenta – coi modesti strumenti cognitivi in mio possesso – di analizzare in maniera chirurgica la costruzione delle tavole a fumetti disegnate da alcuni degli artisti disneyani più interessanti di sempre.
Dopo i due appuntamenti di febbraio e marzo, ho modo di tornare a distanza di poche settimane con un nuovo capitolo dell’iniziativa: non abituatevi però a ritmi così serrati, eh! 😛
Per l’occasione, comunque, affronto finalmente una storia di Topi, dopo un’immersione in tavole unicamente di Paperi!
Oggi mi occupo infatti di un maestro indiscusso del fumetto Disney che, a partire dalla fine degli anni Ottanta, si è specializzato nella sfera topolinese dell’universo disneyano: Massimo De Vita.
L’autore, classe 1941, è uno dei riconosciuti maestri del fumetto Disney, figlio d’arte del padre Pier Lorenzo: si è distinto nel corso della sua carriera per la florida collaborazione con Giorgio Pezzin in diverse saghe, per i disegni di numerosissime avventure di Paperinik e di Indiana Pipps e per un buon numero di storie da autore completo, in primis l’epopea de La Spada di Ghiaccio, una delle punte di diamante della narrativa disneyana made in Italy.
Il suo stile si è evoluto in maniera costante e naturale nel corso dei decenni, trovando una prima maturità artistica negli anni Ottanta grazie a un tratto morbido, fedele alla tradizione e fortemente dinamico; a mio avviso è però tra gli anni Novanta e i Duemila che lo stile di De Vita trova il proprio exploit formale, con un segno freschissimo e davvero godibile.

Per questa puntata di “In gabbia!” ho scelto una storia con Indiana Pipps protagonista sceneggiata dallo stesso De Vita: Indiana Pipps e la valle dei 7 soli, pubblicata su Topolino #1884 del 1992.

Indiana Pipps e la valle dei 7 soli

Indiana Pipps sta cercando, per conto di una ditta di pelati in scatola, tracce di un’antica civiltà che pare coltivasse pomodori di dimensioni poderose. Ingaggia Topolino per aiutarlo, ma ad incrociare la loro strada si ritrovano il professor Kranz, infido e scorretto rivale del protagonista, che vuole soffiare la scoperta a Indiana.

Indiana Pipps 7 Soli A
Tavola A

Già la prima tavola si presenta in maniera interessante e inusuale: in luogo di una più consueta splash page – che pure già sarebbe stata una scelta dirompente e d’effetto come attacco – Massimo De Vita struttura la vignetta come una strana porzione della pagina, gestita tutta in verticale e spostata sulla destra del foglio, peraltro con una cornice dagli angoli arrotondati.
Si gioca inoltre sulla prospettiva in maniera convincente per mostrare nella parte alta della vignetta Indiana Pipps che si sta avvicinando alla casa di Topolino, anche grazie alla curva che fa il marciapiede.
Nota a margine: una scena come questa, per quanto piuttosto lineare sulla carta, denota una certa conoscenza dell’essenza del personaggio di Mickey, tranquillamente intento in normali azioni domestiche mentre arriva dall’esterno un personaggio che lo trascina fuori dalla routine della sua abitazione e dritto verso l’avventura.
Altro elemento particolare sta nell’aver riempito l’ampio margine bianco venutosi a creare a sinistra del foglio con un piccolo Topolino di fronte a un pomodoro gigante, sorta di curioso teaser del tema della vicenda.

Indiana Pipps 7 Soli B
Tavola B

In questa tavola l’elemento che salta all’occhio è la verticalità delle due vignette inferiori: colto da una crisi di astinenza da Negritas, le palline di liquirizia di cui è ghiotto, Indiana Pipps mostra evidenti segni di squilibrio, quali salire su un’antenna dell’aeroporto per intercettare l’arrivo della prossima fornitura!
Per ritrarre questa scena il disegnatore sceglie non solo di “alzare” i riquadri facendo loro occupare lo spazio di due strisce, ma “taglia” un pezzo dell’ultima vignetta per approntare un simpatico “inganno visivo”: facendo svettare il pennone fuori dal bordo riesce infatti a suggerire in maniera tutto sommato semplice quanto ci si trovi in alto, tanto che la punta è finita nello spazio bianco lasciato volutamente vuoto.
Non solo: l’inclinazione dell’asta e del personaggio che vi è avvinghiato accentuano questa tensione verso l’alto in maniera molto efficace, insieme al riuscito cambio di inquadratura tra il terzo e il quarto riquadro.

Indiana Pipps 7 Soli C
Tavola C

Piccolo balzo in avanti.
Topolino ha convinto Indiana a recarsi direttamente nel Paese da cui gli arrivano le Negritas, sulle tracce del suo fornitore di fiducia che risulta scomparso.
La ricerca dei due personaggi viene visualizzata in questa tavola con una seconda metà caratterizzata da una costruzione che segue la conformazione del terreno raffigurato in scena.
La terza vignetta è infatti una “doppia verticale” ma il suo bordo non è regolare nel perimetro: il lato destro è inclinato, seguendo in questo modo il declivio su cui Indiana sta salendo. Una freccina aiuta il lettore a comprendere la sequenza… in modo un po’ ridondante, a dire il vero, considerando che in questo caso ritengo ci fossero pochi dubbi: la direzione stessa del personaggio in scena suggerisce anzi chiaramente lo sbocco nel terzo riquadro, con un agile costrutto visivo. Sembra davvero di vedere nella quarta vignetta la naturale conseguenza dell’azione precedente.
L’ultima vignetta, infine, pur leggermente ridotta dalle scelte appena osservate, non è compromessa nella sua forma e nella sua dimensione, e a colpo d’occhio appare invece piuttosto regolare.

Indiana Pipps 7 Soli D
Tavola D

Altro stacco: Kranz è in vantaggio su Indiana Pipps e Topolino nella ricerca dei mitici pomodori, per quanto la situazione gli risulti scomoda tra cibo e locomozione.
I nostri stanno comunque recuperando terreno e stanno per atterrare nel paesino che rappresenta la prima tappa del loro viaggio.
De Vita ricorre a una quadrupla per illustrare l’arrivo dell’elicottero, rubandone però uno spazietto per terminare di mostrare il percorso del villain a dorso di mulo: come si può notare la struttura, di per sé piuttosto standard, è comunque valorizzata da un contorno obliquo che rende la gabbia più dinamica e accattivante. All’inquadratura principale, che catalizza immediatamente l’occhio del lettore, si dedica comunque tutto lo spazio necessario e, anzi, il taglio consente graficamente di dare maggior valorizzazione al velivolo, che si trova nella parte alta della semi-quadrupla, posizionato esattamente nella mediana in cui il riquadro inizia a restringersi, permettendo quindi un focus proprio sul mezzo di trasporto e dando l’idea degli ampi spazi da pampa sudamericana nella parte bassa, con le montagne sullo sfondo e lo scenario rurale in primo piano.

Indiana Pipps 7 Soli E
Tavola E

Inizia il secondo tempo dell’avventura: come nella prima tavola, anche qui il titolo ottiene una posizione predominante, con caratteri molto grossi, sgargianti e realizzati con font particolarmente cesellati.
La scritta si appoggia sulla quadrupla introduttiva, che appare però virtualmente quasi divisa in due dal disegno della conformazione rocciosa, che funge da separatore naturale, oltre a incorniciare la scena.
La doppia sottostante zoomma invece sui due protagonisti – visti più in piccolo nella vignettona precedente – e ci riportano nel cuore dell’azione.

Indiana Pipps 7 Soli F
Tavola F

I nostri eroi uniscono le forze con Kranz per aiutarsi reciprocamente: la gabbia si costituisce di tre blocchi, una doppia orizzontale in alto e due doppie verticali nella parte inferiore della tavola, tutte unite tra di loro dalle didascalie descrittive che fungono da collante e da “diario di viaggio” per sequenze che altrimenti sembrerebbero staccate le une dalle altre.
Seguiamo così i personaggi nel loro itinerario e, naturalmente, la scena di ricorrere a vignette così alte serve per restituire al lettore il senso di vertigine dato dall’altezza montana.
Il terzetto è sempre ben presente, a volte in piccolo e a volte un po’ più visibile, ma costituendo in ogni caso un altro momento di continuità tra i riquadri.

Indiana Pipps 7 Soli G
Tavola G

Kranz ha giocato un brutto tiro a Indiana e Topolino, attraversando un dirupo e demolendo il ponticello su cui era passato.
L’archeologo dell’avventura non si scoraggia, però, e Massimo De Vita sottolinea il piglio risolutivo del personaggio con una griglia articolata: la seconda vignetta è infatti dotata di un bordo inferiore storto in discesa verso destra, accompagnando lo sguardo accusatore di Pipps verso Mickey. Tale struttura è però scelta soprattutto per dare maggiore spazio al quarto quadratino, nel quale il protagonista è ritratto nell’iconica posa in cui si prepara a lanciare il lazo, strumento che beneficia di quei millimetri in più per poter svettare ruotando in mano mano all’archeologo.
Terza e quarto vignetta, nel frattempo, dialogano tra loro grazie al rimando dello spuntone di roccia individuato da Indiana come gancio per il lazo.

Indiana Pipps 7 Soli H
Tavola H

Questa pagina mostra le dirette conseguenze di quanto osservato nella precedente, raccogliendo al suo interno lo slancio e lo svolgimento dell’azione dall’inizio alla fine.
Il primo riquadro è regolare e ricopre la funzione di preparare al momento clou della sequenza, visualizzato nella seconda vignetta: una doppia verticale che occupa pertanto la seconda e la quarta posizione della griglia, sboccando nella terza posizione con un senso di lettura opposto a quello consueto.
Il “volo” di Indiana Pipps e Topolino cattura immediatamente lo sguardo appena si posa l’occhio sulla pagina, e il suo movimento è in perfetta armonia con i riquadri precedenti e successivi, in una lettura sequenziale dal risultato virtuoso, oltre che piacevolmente dinamico.

Indiana Pipps 7 Soli I
Tavola I

Ricatturato il rivale, i nostri sono a un passo dalla loro meta, segnalata da una montagna a forma di cono.
Massimo De Vita decide di ritrarre il massiccio in tutta la sua imponenza, facendolo svettare in uno spazio a metà tra una splash page e una doppia orizzontale.
Com’è possibile? Osservate: di base la scena occupa tutta la tavola, permettendo una buona panoramica sul contesto inquadrando nella parte inferiore l’arrivo dei personaggi, di spalle, e nella parte alta – per restituire il giusto senso di prospettiva e senso della distanza – il monte.
La splash non è però completa, ma viene decurtata di una porzione sul lato destro del foglio, in corrispondenza di quelle che sarebbero la quarta e la sesta vignetta in una griglia tradizionale: i due riquadri così ricavati sono utili all’autore per introdurre fin d’ora i passaggi successivi che aspettano i protagonisti, senza demandare per intero questo sviluppo alla pagina successiva. Tra l’altro quel primo piano di Indiana Pipps è così immediatamente iconico che per diversi anni è stato riciclato sulle pagine del settimanale e altrove quando si trattava di parlare del personaggio.
Proprio la particolare conformazione della tavola, ad ogni modo, porta alla considerazione iniziale: il bordo che la vignetta principale deve seguire per “escludere” i due quadratini canonici fa sì che solo la prima striscia sia interamente occupata da un’unica illustrazione, porzione di disegno che ospita proprio gran parte della montagna che è tra l’altro il focus di tutta la pagina.

Facendo un piccolo passo in avanti, Topolino e Indiana si stanno ancora scervellando su come penetrare all’interno del massiccio: una roccia particolarmente lucida permette di individuare l’ingresso, e l’artista è abile nel presentarla in maniera più defilata nella prima vignetta e poi un po’ più grande e visibile nella seconda, quando Mickey la prende in mano. Le due versioni sono quasi unite tra loro dal fascio di luce che emana riflettendo i raggi solari.
La parte bassa della tavola imposta nuovamente un senso di lettura poco ortodosso, spingendo De Vita (o la redazione, chissà) ad aggiungere ancora una volta un freccina che spieghi la sequenza da rispettare. Rispetto alla Tavola C, però, in questo caso l’indicazione è meno peregrina dal momento che la costruzione della gabbia rischia effettivamente di trarre in inganno.
Ad ogni modo la doppia verticale che chiude la pagina è veramente funzionale: sfrutta al contempo l’altezza data dalla maggior verticalità e il senso di claustrofobia che si può provare vedendo i personaggi entrare nei recessi della roccia, con diversi massi affastellati in maniere tutt’altro che regolari.

In diretto e voluto contrasto con quanto appena visto, basta guardare la tavola successiva per godere di un’ampia e luminosissima quadrupla che si apre su una specie di Eden – con tanto di fiume sotterraneo e dei mistici “7 soli” del titolo – nel quale proliferano i pomodori giganti oggetto della ricerca alla base del plot.
Le sfere di luce sono chiaramente il punto focale della pagina, attirando immediatamente l’occhio e fungendo da punto di equilibrio dell’intera scena.

Due tavole dall’impostazione molto simile: entrambe si aprono con due vignette standard, nelle quali i personaggi parlano divulgando concetti importanti ai fini della trama, mentre lo spazio inferiore è occupato da un agglomerato di riquadri incastrati tra loro in modi diversi e fantasiosi.
Nel primo caso la scena serve a godere un momento di più del panorama quasi alieno di questo luogo, mettendoci a fianco di Topolino e Indiana che lo osservano facendo le prime congetture sulle condizioni ambientali e soprattutto sulla natura dei “soli” accecanti che dall’alto della volta illuminano a giorno la grotta.
C’era però anche bisogno che un personaggio puntualizzasse, a favore di piena comprensione della storia, che questo particolare ecosistema era evidentemente la base utilizzata dall’antico popolo per ottenere una produzione così generosa nelle dimensioni, e da qui la scelta di rubare uno spicchio dalla vignettona: De Vita ricorre ancora una volta al bordo inclinato, per rendere la griglia più dinamica e per dare un senso di maggiore ampiezza alla quadrupla.

Nella tavola immediatamente successiva la situazione è più complicata: abbiamo sostanzialmente una doppia verticale e due vignette più canoniche sul lato destro, ma i contorni sono tutt’altro che regolari.
Il riquadro più grande è infatti svasato, con un’imprevista piega verso sinistra che declina verso il bordo inferiore restringendo il campo visivo: scelta coerente con la posizione da cui viene inquadrata la scena, regalando un senso di profondità all’ambientazione veramente riuscito, “chiudendo” l’occhio dal punto di vista di chi osserva con le rocce che attorniano il contesto e mostrando la grandezza della valle solo sullo sfondo, ammiccandovi per esempio grazie al corso del fiume.
Vien da sé che la quinta vignetta guadagna quindi qualche millimetro in più, che l’artista sfrutta per includere tanto Topolino quanto Indiana quanto qualche rovina dell’antico insediamento.

 

Kranz torna a dare del filo da torcere ai due protagonisti, liberandosi e creando loro un bel guaio: la valle si sta infatti allagando!
Il cuore della pagina è tutto nella parte bassa, con l’acqua ormai arrivata alle ginocchia dei nostri eroi. De Vita decide di gestire questo segmento con una quadrupla dalla quale sottrarre il primo quarto, che funge da mini-anteprima di quanto stiamo per osservare in tutto il suo dramma: Topolino e Indiana si destano dal sonno una volta che la marea li sta lambendo, in una scena disegnata in maniera davvero naturale, basti notare le espressioni ma soprattutto la recitazione dei due personaggi, con Mickey già in procinto di alzarsi.
Il tutto porta comunque all’illustrazione-clou, che sfrutta la maggiore dimensione per mostrare i primi cambiamenti subiti dall’ambiente.
La coesione tra i due momenti è data anche dallo stesso Topolino, che più ancora di Indiana Pipps trasmette al lettore una certa continuità ed evoluzione coerente negli sguardi e nelle pose.

Indiana Pipps e Topolino ad ogni modo non si scoraggiano e, immergendosi, nella tavola successiva riescono a trovare una scappatoia per uscire da quella trappola: il percorso subacqueo li porta a una fenditura nella roccia che li catapulta letteralmente all’aperto.
È l’occasione per l’ennesima quadrupla, quasi tutta occupata dal potentissimo getto d’acqua che spinge i due personaggi, in un’immagine veramente d’impatto e roboante.
La prima vignetta dell’ultima striscia a quel punto serve sostanzialmente per riprendere fiato – tanto il lettore quanto Topolino 😛 – ma la vera conclusione di quella situazione è nell’ultimo riquadro, dove è ancora visibile la cascata e il buon Mickey ancora colpito dal fiotto liquido.

Ho concluso così questo breve excursus di Indiana Pipps e la valle dei 7 soli, attraverso una selezione di tavole che ho ritenuto particolarmente significative allo scopo.
Spero che il pezzo possa essere risultato interessante e permettere a chi ha avuto la pazienza di seguirlo di avere nuovi spunti di riflessione, con i quali approcciarsi alla lettura di questa avventura in particolare ma anche delle altre storie disegnate da Massimo De Vita in questa fase della sua carriera.

L’appuntamento con “In gabbia!” tornerà, prima o poi: salvo colpi di testa ho già in mente il prossimo artista a cui dedicarlo, ed è un altro grande maestro, ma non so dire quando il pezzo potrebbe effettivamente vedere la luce. Come già detto, sono articoli impegnativi da redarre.
Nel frattempo, come sempre, sul blog non mancheranno altri tipi di contenuti, dal recap mensile delle storie uscite su Topolino ad approfondimenti estemporanei.
Stay tuned, e a presto!

5 thoughts on “In gabbia! #8 – “La valle dei 7 soli”

  1. Ciao!
    Ti ringrazio per questo articolo, molto interessante.
    Mi piacciono molto le soluzioni delle tavole A e C, in particolare quest’ultima è molto naturale nel seguire i movimenti di Indiana.
    Ti ringrazio per tutto l’impegno che metti in questa rubrica, sono certa che non sia facile da scrivere.
    A presto!

    1. Grazie e te per i complimenti e le belle parole, Korinna.
      Sì, come ho già avuto modo di dire si tratta sicuramente di una tipologia di pezzi tutt’altro che semplice da scrivere, almeno per me: richiede tempo, pazienza, una sorta di “studio”, ed è il motivo per cui spesso passano molti mesi tra un episodio e l’altro.
      L’ultimo periodo è stato quasi un miracolo, da questo punto di vista, con una tripletta a distanza ravvicinata 😛 ma non fateci l’abitudine XD
      Sarai felice di sapere, comunque, che ho già deciso le storie dei prossimi due episodi, anche se penso che non vedranno la luce prima di inizio estate…

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