
Quel peso piuma del Dottor Piuma
Quando ha fatto il suo esordio in Topolino e l’incubo dell’isola di corallo, era difficile immaginare il ruolo che il personaggio del Dottor Piuma avrebbe avuto successivamente. E tutt’ora questa figura rimane un enigma, nonostante sia stato il motore di alcune avventure dai risvolti sorprendenti.
Bentornati su Lo Spazio Disney, cari lettori: fatevi trascinare dalle ombre e dalle nebbie di stagione, perché oggi vi voglio parlare del nuovo mastermind del fumetto Disney.
La ricerca di un cattivo “totale”
Come anticipato, il sinistro Dottor Piuma debutta ne L’incubo dell’isola di corallo, scritta da Marco Nucci e disegnata da Casty.
In quella storia il personaggio non ha molto spazio, in termini di vignette: sostanzialmente appare solo nelle prime tavole, quando Macchia Nera si imbatte nel suo misterioso negozio. Il commerciante gli vende un nuovo costume, del tutto identico a quello di sempre ma con alcune caratteristiche in più, e una busta magica capace di scambiare le menti di due persone nei reciproci corpi.
A quel punto la trama prende avvio e l’inquietante figura sembra aver esaurito il proprio scopo.
Sì poteva già intuire che non fosse davvero così: un comprimario così strano portava immediatamente a pensare che ci fosse altro da dire al riguardo.
Questo riflette tra l’altro una tendenza nella scrittura disneyana di Marco Nucci, che trova le sue radici nella saga di Mister Vertigo.
L’antagonista in impermeabile e maschera a spirale, presentato in Topolino e le notizie di Mister Vertigo e sviluppato in una serie di avventure che si snodano tra il 2020 e il 2021, è stato proposto – addirittura quasi imposto – ai lettori come nuovo avversario numero uno di Mickey Mouse, facendo dire allo stesso detective amatoriale frasi che lo collocano nell’olimpo degli avversari affrontati nella sua carriera.
In realtà i vari “intrighi” orchestrati non mi sono mai apparsi così temibili da porre il colpevole in un pantheon del genere: per quanto potesse essere interessante il tema della manipolazione della verità, Mister Vertigo appariva più come un arruffapopoli che un vero e proprio criminale, e questo al di là dei plot concepiti dallo sceneggiatore per farlo agire. Alla fine, peraltro, tutto si è risolto in una forzata prova alla “indovina chi” per capire chi si nascondesse dietro la maschera, collegata a un concorso a premi per i lettori.
Ma in filigrana si intravedeva la volontà di Marco Nucci di lasciare il segno nella mitologia del Topolino detective, creando per lui un avversario pervicace che gli desse numerosi grattacapi.
Le indiscrezioni del direttore Alex Bertani e altri indizi ci suggeriscono che il personaggio sembrerebbe aver riscosso un buon successo presso il pubblico più giovane, ma per quanto mi riguarda l’obiettivo venne clamorosamente mancato.
Ora Nucci ci riprova con un altro eccentrico individuo e, per quanto sia senz’altro prematuro tirare le fila del progetto, posso fin d’ora ritenermi soddisfatto di quanto sta emergendo, senz’altro di più che con la saga di Vertigo.
Hello, I’m the Doctor.
Doctor who?
Dottor Piuma
Il Dottor Piuma non nasce dal nulla.
È innanzitutto evidente l’ispirazione derivata da Hamlin, personaggio di Dylan Dog dalle caratteristiche del tutto simili a quelle mostrate dalla creatura nucciana: entrambi gestiscono infatti un misterioso negozio di chincaglieria magica (Safarà per Hamlin, Le Meraviglie per Piuma), entrambi sono caratterizzati da un aspetto ben poco rassicurante ed entrambi vengono (quasi sempre) dimenticati dai protagonisti che li incontrano.
È dunque impossibile non notare i punti di contatto tra i due, anche considerando la conoscenza e la passione che Nucci ha nei confronti di Dylan Dog.
Altro riferimento – in questo caso forse più incidentale e meno ricercato dall’autore – è Toppersby, anziano antiquario creato per la serie spillata X-Mickey capace di conoscere la storia di un oggetto semplicemente toccandolo ed esperto del Mondo dell’Impossibile, sorta di dimensione parallela alla nostra nella quale Topolino agisce durante le storie della testata.
Inoltre questo spunto si può ormai ricondurre a un archetipo presente in diverse opere attinenti al mondo del fantastico: il Magie Sinister dell’universo di Harry Potter, situato in Notturn Alley e dedito alla vendita di prodotti legati alle Arti Oscure, non è forse un’ennesima variazione sul tema?
In tutti i casi, il richiamo è a contesti attinenti la paura, il brivido e i racconti del terrore.
Ma, al di là delle ispirazioni, cosa sappiamo finora del Dottor Piuma?
In Zio Paperone e la lampada bisestile apprendiamo che prima di fare il venditore era dedito ad un’altra attività, ma che un Natale ha deciso di cambiare vita e darsi al commercio.
Intuibilmente i suoi incarichi precedenti avevano a che fare con la magia: lo dichiara senza troppi complimenti un tomo della libreria di Lord Hatequack – romanziere dell’occulto, sempre creato da Marco Nucci – nel quale
viene descritto come un mercante dai poteri diabolici originario della città di Meyrink […] Ha la facoltà di apparire in qualsiasi luogo ed epoca, per vendere oggetti stregati ai clienti… e sottrarre loro ciò che hanno di più caro
Stando a un volume di Pico de Paperis, inoltre, il Dottor Piuma è
un mago eremita, che secondo il folklore della regione del Mousekatonich da epoche remote abiterebbe una villa situata sul rilievo più alto della catena di Meyrink, il monte Golem! Un picco remoto, raggiungibile solo dai viandanti più esperti! Ma nessuno ha mai visto davvero quella costruzione leggendaria, che i superstiziosi autoctoni chiamano La Casa ai Confini del Mondo!
Nel corso della storia si sarebbe poi scoperto che in realtà l’abitazione si trova ai piedi della suddetta montagna ma che il Dottor Piuma non vi dimora più da secoli.
Può valer la pena, come nota di colore, far presente che Gustav Meyrink fu uno scrittore ed esoterista austriaco, autore de Il Golem e che la Miskatonic era il nome di un’università esistente nelle opere di Howard Phillips Lovecraft.
Meynrik si conferma in ogni caso essere un posto cardine per il Dottor Piuma: in Minni e la fiera delle ombre lunghe vende infatti una pendola precedentemente di proprietà del presunto re di questa cittadina e degli orecchini forgiati con gli orecchini delle miniere locali, inoltre una leggenda locale – quella del tagliatore di ombre – lo vede protagonista. Non solo, tanto ne La lampada bisestile quanto nella recentissima Topolino e le nebbie di Meyrink si rileva che Piuma sarebbe presente in quel luogo da tempo immemore: per quanto infatti affermi che in precedenza il negozio era di proprietà di suo bisnonno, il Dottor Pece, il fondato sospetto è che si tratti sempre della stessa persona, per qualche motivo immortale o perlomeno estremamente longeva, che cambia nome per non generare sospetti o che si incarna di volta in volta nel corpo del proprio discendente.
Infine è doveroso un cenno al Professor Catrame: questo spaventoso assistente di Piuma è apparso finora solo ne La fiera delle ombre lunghe, dall’aspetto massiccio, vestito come un boia e incapace di esprimersi se non a versi. Di lui non sappiamo altro, potrebbe essere una creatura generata direttamente dalla magia del diabolico alchimista, viste queste sue peculiarità, ma è impossibile fare troppe congetture al riguardo. Di certo contribuisce a dare “colore” al personaggio.
Ok, il prezzo è giusto!
… ed è sempre un dollaro
Appare ormai chiaro che il Dottor Piuma non è un normale essere umano: al di là degli articoli magici e arcani in cui commercia, evidente collegamento con il suo esoterico lavoro precedente, elementi come il negozio in grado di spostarsi a piacimento, la nebbia che avvolge l’ignaro passante prima di incappare nella bottega e la sua capacità di attraversare le dimensioni e il tempo lo rendono qualcosa di più simile a una creatura fantastica che a uno stregone, per quanto supremo: una specie di spiritello malevolo.
Anche il tormentone del dollaro, prezzo calmierato per qualunque articolo venduto, sembra ricondurre a quella conclusione: l’importo è ovviamente simbolico ma allo stesso tempo necessario, visto che, quando la zia di Minni non aveva denaro con sé, Piuma è irremovibile nel pretendere la cifra di prassi, a prescindere da qualunque ragionevole obiezione. Questo fa pensare che il dollaro sia una specie di vincolo magico attraverso il quale il malefico dottore può siglare ufficialmente il patto con il malcapitato cliente.
A ben vedere la maledizione della pendola che riavvolge il tempo viene comunque annullata grazie al potere degli orecchini, nonostante non siano stati correttamente pagati… ma possiamo comunque trovare spiegazioni all’eccezione: forse, una volta consegnato l’artefatto, ormai la magia è avviata comunque, chissà.
Resta il fatto che un vincolo simile suggerisce maggiormente una natura esterna al nostro mondo.
Ma che si tratti di un mago umano che ha raggiunto poteri oltre ogni immaginazione o di un essere fatato, resta il fatto che le sue intenzioni sono quelle di generare il caos: ogni oggetto venduto finora ha causato piccoli o grandi guai ai personaggi coinvolti, che si sono trovati al centro di realtà stravolte, di situazioni impossibili e di garbugli spazio-temporali.
Vien da chiedersi cosa ne ricavi. Lord Hatequack sostiene che punti a sottrarre le emozioni, la memoria o il tempo dei clienti: posso pertanto ipotizzare che Piuma acuisca i suoi poteri grazie a questi elementi impalpabili, e magari anche dalle distorsioni create nel tessuto della realtà. Le sue capacità gli permetterebbero quindi di attirare a sé persone che potrebbero esprimere desideri poco accorti, in grado di stravolgere fette del mondo, e dalla contropartita ottenuta il commerciante trarrebbe giovamento.
In fondo… quell’insana voglia da parte di Topolino di visitare una meta ben poco turistica come Meyrink, contro il parere di Minni, non potrebbe essergli stata indotta da qualche malevolo influsso?
Oppure rischia di rimanere una domanda oziosa: c’è sempre la possibilità che Nucci volesse solo creare un pretesto abbastanza sovrannaturale a cui ricorrere di tanto in tanto per dare il “la” ad avventure di stampo pauroso, senza inventarne uno nuovo ogni volta.
Ad ogni modo, il Dottor Piuma rimane volutamente un mistero: buona parte del suo fascino risiede del resto proprio in questa aura che lo circonda, fatta anche di contesti gotici e sinistri.
Note sparse
Ammetto che non mi è molto chiara la programmazione editoriale che lo riguarda: dopo l’esordio ne L’incubo dell’isola di corallo sono passati quindici mesi prima di rivederlo, ma dopodiché è apparso in rapida sequenza in ben tre avventure. Uno squilibrio che potrebbe far presagire una resa dei conti imminente, oppure un nodo sciolto a livello redazionale, ma che costituisce un’arma a doppio taglio presso alcuni lettori, che potrebbe notare tutto d’un tratto una sovraesposizione di questo personaggio, che tra l’altro si ripresenta sempre daccapo in virtù dei propri poteri che lo fanno spesso e volentieri dimenticare ai suoi interlocutori.
Rilevo inoltre che dall’ultima storia in ordine di uscita mi aspettavo un punto di svolta importante, considerando che è arrivata a breve distanza da La lampada bisestile – l’apice finora del potere disastroso che il personaggio è in grado di scatenare – e che Meyrink appare addirittura nel titolo… mentre così non è stato: non solo si è trattato di un racconto piuttosto in linea con le altre sceneggiature “del terrore” di Nucci, ma Piuma è comparso piuttosto poco e la trama è stata forse quella meno ispirata delle quattro in cui è presente.
In attesa della sua prossima incursione, è interessante spendere due parole sui disegnatori che vi si sono approcciati
Casty lo tratteggia come ha sempre fatto quando deve raffigurare tizi dai tratti comportamentali molto singolari e inquietanti, cioè con una recitazione accentuata e uno sguardo fisso e folle, mentre Giorgio Cavazzano, pur allineandosi a questo design, regala al personaggio una pacatezza maggiore e uno sguardo più cattivo.
Stefano Intini è l’artista che meglio lo ritrae, per quanto mi riguarda, regalandogli alcune rughe che solcano il suo volto, lavorando con cura sull’espressività e ponendolo a metà tra un essere umano e un folletto, mentre Fabio Celoni enfatizza molto l’aspetto dell’anzianità dandogli connotati quasi ancora più inquietanti, una visione decisamente suggestiva e ricca di nuance che forse è addirittura un po’ troppo carica, perlomeno rispetto alla visione che ne avevo. Ma il bello è che ciascun artista, dando la propria declinazione grafica di questa figura, ce ne ha fornito un lato inedito che rispecchia molto le caratteristiche cangianti del personaggio.
Personaggio che sicuramente tornerà a tormentare le giornate di topolinesi e paperopolesi: io lo aspetto, perché se è pur vero che l’idea non è inedita e che potrebbe malauguratamente prestarsi a una reiterazione funzionale solo a fornire il trigger per nuove avventure del terrore, e per quanto rischi di diventare di punto in bianco fin troppo influente negli intrecci e nelle vite del cast disneyano, per me mantiene una forza evocativa che me lo rende interessante e ricco di potenzialità.
Tutto sta a vedere dove intende portarlo Marco Nucci.