Le pubblicazioni Disney di agosto 2022
37 mins read

Le pubblicazioni Disney di agosto 2022

Bentornati su Lo Spazio Disney!
Dopo aver analizzato le principali storie inedite di agosto, pubblicate su Topolino, è tempo di vedere quali albi disneyani in generale hanno popolato gli scaffali di edicole e fumetterie nel corso del mese conclusosi da ormai una settimana.

L’edicola Disney di agosto 2022

Spazio_Disney_agosto2022_1Cominciamo con I Grandi Classici Disney #80, un numero che segna un cambio della guardia obbligato nella stesura dell’articolo che introduce la Sezione Superstar: come noto era Luca Boschi ad occuparsi della #unicatestataseria, e nel colophon effettivamente figura ancora il suo nome (evidentemente ebbe almeno il tempo di iniziare a impostare il sommario del numero), ma a firmare il pezzo di metà albo è Pier Luigi Gaspa. Ecco finalmente svelata, quindi, la persona incaricata dalla redazione di prendere le redini del mensile: per chi non lo sapesse, Gaspa è un critico di cinema e fumetto affermato, da circa trentacinque anni nel campo, un traduttore e divulgatore competente che ha scritto per molte pubblicazioni, trattando già anche di fumetto Disney, a volte insieme ai compianti Luca Boschi e Giulio Giorello, ed è stato collaboratore di Lucca Comics & Games e di altri festival del fumetto.
Una scelta quindi di qualità, che dovrebbe mantenere i GCD negli standard qualitativi che abbiamo imparato a ricevere.
Sicuramente così è per questo numero, uno dei migliori degli ultimi mesi e sicuramente di gran lunga più succoso del precedente, che come forse ricorderete non mi aveva conquistato. Stavolta si torna invece su binari più solidi, a partire dall’irresistibile storia d’apertura di Jerry Siegel e Romano Scarpa: Pippo e la grande minaccia è una spumeggiante commedia degli equivoci, dove le classiche derive surreali dello sceneggiatore si fondono con gli interventi di Scarpa e portano a un risultato divertentissimo e ben gestito, accompagnato dalle matite eleganti del Maestro.

Spazio_Disney_agosto2022_12Siegel firma anche la successiva Zio Paperone e la… mostruosa invadenza, dove invece il tono paradossale dell’autore prende il sopravvento: la trama vede infatti uno strano essere proveniente da un’altra dimensione, privo di parola, che si affeziona allo Zione e non gli si scolla più, a prescindere da cosa faccia e dove vada. Un caso di stalking peggiore di Brigitta! XD Siamo nel 1977 e il tratto di Giorgio Cavazzano è riconoscibilissimo, contribuendo a portare una ventata di classicità in una vicenda un po’ sopra le righe, ma senz’altro gustosa.
Nella prima parte del numero spiccano anche altre due storie paperoniane: L’occhio di Tuticos di Renzo Sciutto e Maurizio Amendola, molto avventurosa nell’impianto, che vede il protagonista obbligato a scoprire come liberarsi di un diamante porta-jella, e Il pifferaio tragico di Fabio Michelini e Fabio Celoni, nella quale la dolcezza un po’ caramellosa dello sceneggiatore trova uno sviluppo tutto sommato interessante nella sua – pur prevedibile – morale, ma che si fa notare in particolare per i disegni eccellenti di Celoni, già in forma smagliante nel 2001. All’epoca l’artista aveva ormai dimostrato le proprie eccezionali qualità, ma era in una fase di ulteriore sperimentazione che avrebbe dato i migliori frutti qualche anno più tardi. Ad ogni modo le vignette sono ricche di trovate grafiche e di soluzioni molto interessanti, applicate a un tratto morbido e plastico diverso da quello di tutti gli altri suoi colleghi.

Spazio_Disney_agosto2022_13Per quanto riguarda la Sezione Superstar, si può gioire altrettanto: l’editoriale di Gaspa ben introduce la tematica di turno, quella della casa, e lo fa con una divagazione iniziale a lungo raggio sulla villetta di Paperino e tutto quello che le gravita attorno (e all’interno). Il critico dosa però bene lo spazio e riesce anche a dare dei brevi cenni sulle storie ospitate e sui loro autori, in un pezzo che sprizza non solo competenza ma anche una proprietà di linguaggio d’altri tempi, che si denota in alcune finezze, quali “chi ha la ventura di vivere in una situazione del genere” e “Paperino l’impara a proprie spese”, che mi fa molto piacere trovare.
Per quanto riguarda i fumetti, c’è un classico delle strisce quotidiane di Floyd Gottfredson del 1947, la opprimente Topolino e la casa misteriosa su testi dell’onirico Bill Walsh. Il mistero e l’atmosfera gotica la fanno da padroni in una vicenda a tinte fosche che gravita attorno alla dimora del titolo, lasciata in eredità a Topolino da un sinistro zio, nella quale incontriamo una comprimaria d’eccezione come l’avvenente Drusilla; una storia anche un po’ stramba per le gag surreali che la popolano, caratterizzata peraltro da un finale mai così drastico.
La versione della storia qui presente è quella da Albi d’Oro, e mi spiace ammettere che, come accadde diversi mesi fa con un caso analogo, questa scelta ammazza molto la resa dell’opera. Non solo per il rimontaggio delle vignette, ma soprattutto per la colorazione tutt’altro che efficace e per le dimensioni dei riquadri, una combo che spesso rende difficilmente intellegibili quanto raffigurato al loro interno e i dialoghi nei balloon, minando in questo modo non solo il godimento del tratto di Gottfredson, ma anche la possibilità di seguire serenamente la lettura. Peccato, ma resta comunque un’ottima storia che trovo positivo sia stata riproposta e che per di più è perfettamente attinente con l’argomento del mese.
Così come le altre del gruppo, tra l’altro: e se Campanellino e la casa giocattolo costituisce la quota-chicca con i personaggi dell’animazione (la fatina Trilli interagisce qui insieme ai Tre Porcellini e al Lupo Cattivo), piacevole nella sua leggerezza e brevità, le altre punte di diamante sono due sceneggiature di Guido Martina datate 1957.

Spazio_Disney_agosto2022_14Paperino e la casa dei venti e Paperino e le delizie del condominio mettono in scena entrambe lo stesso tipo di Donald Duck: bilioso, scioperato, scansafatiche, despota con i nipotini e bersaglio dei potenti, vittima delle circostanze ma soprattutto del proprio carattere quasi turpe.
Nella prima storia deve confrontarsi con la sua atavica allergia al lavoro, qui portata all’ennesima potenza, e che ovviamente gli si ritorcerà contro nel momento in cui dovrà invece applicarsi ad una mansione cercando però scorciatoie, mentre nella seconda si rinnova il conflitto con lo Zio Paperone martiniano, vale a dire quello più scorretto, infido e senza cuore della narrativa disneyana. L’infinita serie di dispetti che zio e nipote si scambiano, peraltro con l’intervento attivo di Qui, Quo, Qua in versione altrettanto sadica, ha un effetto divertente per le conseguenze di questi tafferugli e per le reazioni scomposte dei due paperi, ma chiaramente se ci si sofferma a pensare a chi sono questi personaggi e alle loro migliori interpretazioni sale un brivido lungo la schiena 😛 Martina va preso così, per quello che era: in quegli anni, in Italia, questa caratterizzazione della famiglia dei paperi era lo standard, del resto, e la comicità crudele che ne era figlia diretta funziona ancora oggi come meccanismo, in qualche modo. Tanto mi basta, quindi, anche come specchio dell’epoca: insomma, sono storie divertenti nel loro essere sopra le righe, a patto di contestualizzarle e di tenere ben presente le altre versioni che questi personaggi hanno conosciuto, sia prima che dopo.
Giulio Chierchini disegna la prima con un tratto da un lato personale (si riconosce in particolare dal taglio del becco, ma anche da alcune pose del protagonista e dalla grinta che traspare dagli sguardi) e dall’altro condizionato dagli altri artisti liguri, in primis quel Giovan Battista Carpi che si occupa della seconda storia in maniera deliziosa: uno dei miei primi approcci con il decano dei Maestri Disney è stato con Paperino e il giro del mondo in otto giorni, che debuttò quattro anni più tardi ma caratterizzata dalla stessa fase artistica del disegnatore, ragion per cui resto molto legato al tratto sfoggiato nelle Delizie del condominio, dove i personaggi sono fluidi, armonici e dotati di un appeal grafico unico.

Si tratta dunque di un numero alquanto interessante, ricco di spunti e – per me – di tante storie che non conoscevo. Ottimo davvero!

Spazio_Disney_agosto2022_2
La cover disegnata da Bacci…

Anche Almanacco Topolino #9 segna un avvicendamento alla gestione, dal momento che la testata era sempre affidata alle cure di Boschi.
Alla tristezza connessa alla perdita del grande Luca si accompagna però il sollievo di vedere che il progetto viene rimesso in mani buonissime, forse le migliori che mi potessero venire in mente: Davide Del Gusto!
Il caro Marchese, che si è fatto le ossa sulle pagine del forum e del sito del Papersera e che avete imparato a conoscere anche in alcune live mie e di Fisbio, sta infatti conquistando sempre più spazi sulle pubblicazioni disneyane: partito con piccoli contributi su Zio Paperone e Paperfantasy, Davide ha già ottenuto in pochi mesi la gestione di una nuova testata (Humour/Thriller Collection) e ha ereditato la curatela di Papersera e Club dei Supereroi. Ora gli viene affidato anche Almanacco Topolino, un compito per nulla semplice non solo per il cotanto nome a cui subentra, ma anche per la delicatezza di una testata certamente di non facile costruzione, per diversi motivi.
Personalmente sono molto contento di questa rapida ascesa, non solo per la conoscenza diretta che ho con Davide ma anche per la giovane età (che dà una “svecchiata” all’approccio divulgativo) e soprattutto perché si merita tali compiti, cosa che ha già iniziato concretamente a dimostrare.

Spazio_Disney_agosto2022_2b
… e il disegno originale di Marco Rota a cui si è ispirato!

Questo numero di Almanacco ne è una perfetta dimostrazione, fin dall’editoriale di apertura che rappresenta una vera e propria lettera di intenti, dalla quale traspare un approccio per me assolutamente vincente.
Le inedite straniere selezionate, poi, testimoniano l’attenzione per il panorama norvegese e olandese tramite autori di grande interesse come i già noti Arild Midthun e Wanda Gattino e come new entry quali Noel Van Horn; Amelia e i canali stregati e Topolino e l’indagine saporita sono due begli esempi di storie brevi riuscite nel loro meccanismo e in quello che vogliono raccontare in poche pagine, ma poi c’è posto per qualcosa di più articolato come le ottime Paperone contro Paperone e Cuordipietra e l’eredità dei Famedoro, che scavano nei personaggi attraverso sceneggiature intelligenti e ben scritte, con una buona dose di avventura da una parte e di citazioni dall’altra. Proprio a queste ultime guarda Davide nell’articolo dedicato, offrendo al lettore un’agile guida per cogliere alcuni dei riferimenti barksiani e donrosiani presenti, oltre che un pertinente collegamento tra le due avventure, che di base sono indipendenti tra loro.

Spazio_Disney_agosto2022_15Altro meritevole innesto del giovane curatore è quello di una nuova sezione fissa, pensata per riproporre le storie del progetto celebrativo su Carl Barks in occasione dei cent’anni dalla sua nascita. Raccolte per la prima volta nel nostro Paese vent’anni fa nel bellissimo volume Barks’ Friends e centellinate successivamente su Zio Paperone tra il 2002 e il 2003, vedevano gli artisti di punta in forza alla Egmont di allora realizzare un’avventura per ciascuno dei personaggi creati dall’Uomo dei Paperi, con risultati decisamente buoni.
La nuova ristampa parte da Zio Paperone e le carote dell’allegria di Romano Scarpa, a cui sono affezionato fin dalla prima lettura e che ho ritrovato ancora molto buona per l’impianto e per i disegni.

Apprezzo che nelle intenzioni di Davide Almanacco Topolino resti la casa di elezione anche per le storielle americane più di nicchia e soprattutto per i personaggi del cinema animato disneyano: bene quindi la presenza di Maga Magò con Cuoca di bordo, così come la spassosa Paperino e lo sci “terracqueo” di Dick Kinney e Al Hubbard.

Spazio_Disney_agosto2022_16Infine, plaudo anche alle due italiane riproposte, scelte a suo tempo da Luca Boschi: Pico de Paperis e il Ferragosto in collina la conoscevo già avendola letta vent’anni fa in un Maestri Disney dedicato a Giovan Battista Carpi, e l’affetto con cui la ricordavo me l’ha fatta accogliere con un largo sorriso in volto. Cercando comunque di rimanere oggettivo, la sceneggiatura di Gian Giacomo Dalmasso regge piuttosto bene ancor oggi e pur con qualche ingenuità tipica dell’epoca è un ottimo esempio di fumetto Disney di quegli anni. Sui disegni di Carpi invece non c’è nessun ragionamento da fare, sono armonici, equilibrati e ancora gradevolmente attuali.
Pippo e l’ospitalità maiuscola di Carlo Chendi e Sergio Asteriti è per me invece una novità: molto più breve di quanto mi aspettassi da una storia di apertura, ammetto che mi ha divertito in maniera inaspettata, con uno spunto geniale – e cinico, se vogliamo – elaborato in maniera brillante dallo sceneggiatore. Efficace il team-up tra Pippo e Gancio, così come l’irritante comportamento della famigliola che irrompe in casa loro. I disegni di Asteriti possono apparire a tratti un po’ respingenti, ma nel complesso funzionano nel loro essere atipici e offrono una quadrupla iniziale veramente intrigante.

Lunga vita all’Almanacco, quindi: se il buongiorno si vede dal mattino, direi che Davide Del Gusto ci darà diverse soddisfazioni nel curare la testata, e davvero non mi vengono in mente mani migliori a cui affidare l’ultimo figlioccio editoriale disneyano di Luca Boschi.

Spazio_Disney_agosto2022_3Questo mese ho comprato anche I Classici Disney #21. Come sapete acquisto la testata solo in occasione di numeri che mi ispirano particolarmente, e Ogni maledetto mercoledì rientra nella casistica dal momento che propone una selezione di storie de I Mercoledì di Pippo, serie che quando ero piccolo popolava con una certa frequenza le pagine di Topolino, divertendomi molto.
C’è un legame affettivo importante, insomma, che mi ha fatto piacere onorare prendendo l’albo.
Interessante notare il parallelo con l’uscita di agosto 2021, anch’essa dedicata al rilancio di un ciclo del passato quale erano Le Tops Stories, parallelo dichiarato dallo stesso direttore Alex Bertani nell’editoriale introduttivo. L’operazione è la medesima, richiamando in causa lo sceneggiatore originario per comporre il sommario, scrivere la frame story e fargli realizzare una nuova avventura per Topolino. Ora, della delusione provocatami dalla storia pubblicata sul settimanale, uscita contemporaneamente al Classico, ho già parlato nell’apposito post, e devo dire che ho trovato la verve di Rudy Salvagnini altrettanto spenta anche nelle tavole di raccordo qui presenti, che si limitano a mostrare ripetutamente l’insofferenza di Mickey verso l’appuntamento con i romanzi di Pippo. Solo le pagine finali, che dovevano tirare le fila della serie dandole una sorta di conclusione, hanno avuto un singulto di miglioramento: niente di che, beninteso, ma è anche vero che un ciclo così leggero non necessitava di chissà quale epico finale, come fu invece giustamente per il Top De Tops di Giorgio Pezzin, e quindi non mi lamento troppo dello strambo canto del cigno impostato, per quanto spari un po’ a vuoto.
C’è anche da dire che i disegni di Giulia Lomurno purtroppo non hanno aiutato: la ragazza non ha dato il meglio di sé, stavolta, e ho riscontrato sue prove ben migliori sul libretto. I volti, gli sguardi e i corpi del cast appaiono un po’ ingessati e poco comunicativi.
La forza del Classico sta quindi nelle storie raccolte, tutte spassose. Non riesco nemmeno a citarne un paio tra le migliori, sono tutte più o meno sullo stesso piano e regalano sorrisi e risate con un meccanismo che rimane intatto e funzionante oggi come a metà anni Novanta. I deliri di Pippo, le sue reazioni alle obiezioni logiche di Topolino, le svolte narrative impreviste concedono allo sceneggiatore quella libertà in cui, per sua stessa ammissione, sguazza, e si vede. Aiutato molto dagli efficaci e plastici disegni di Lino Gorlero – che ha spinto Salvagnini a proporre l’idea in redazione, ai tempi – così come da quelli di Massimo De Vita e di Silvio Camboni per le ultime due storie raccolte, c’è una fluidità di racconto e una spensieratezza vivace che sono il miglior biglietto da visita non solo di certo fumetto Disney, ma anche degli intenti di base di questo blog.
Consigliato, quindi, se volete una lettura briosa e simpatica a poco prezzo.

Spazio_Disney_agosto2022_4C’è posto anche per testate che solitamente non menziono, per questo agosto 2022, partendo da Zio Paperone che taglia il traguardo del #50! Evento che, complice l’essere in vacanza mentre il numero era appena uscito, mi ha spinto all’acquisto.
Non è poco, in questi tempi editoriali, che una nuova testata da edicola sopravviva e veleggi sicura per così tanti mesi, addirittura rilanciandosi con inserti come la Storia Superstar, angolino appaltato da inizio anno all’ottimo Davide Del Gusto.
L’albo si apre con Zio Paperone e il dilemma cilindrico, un’inedita particolare – anche solo per il fatto di essere a bivi – e dal sapore vagamente celebrativo, scritta da Vito Stabile e disegnata da Giuseppe Facciotto: la trama è semplice e di stampo urbano, ma Vito è bravo nel saperla sfruttare per mettere in risalto alcuni elementi caratteriali del protagonista in una sceneggiatura briosa che verte attorno all’iconico copricapo di Zio Paperone.

Spazio_Disney_agosto2022_17C’è poi l’eccezionale presenza di Don Rosa con la sua Qualcosa di veramente speciale (a mio avviso, una delle migliori in assoluto del fumettista del Kentucky) scelta per il richiamo al n. 50 all’interno della trama: poco importa il pretesto con cui è stata selezionata, l’importante è aver dato a questa perla un nuovo risalto e rilancio al di là delle recenti omnie dell’autore. Il mensile paperoniano è infatti una testata generalista a grande diffusione e con un bacino potenziale di lettori occasionali, giovani o inesperti molto più ampio di certe iniziative di pregio. L’idea che uno di questi venga colpito, come lo fui io a suo tempo, da un fumetto Disney così diverso dalla media di quelli che trova solitamente su questo periodico e sia di conseguenza spinto ad approfondire l’opera di Don Rosa è per me di grande conforto e speranza. Nota personale: sono contento che sia stata inserita la prima versione italiana (con la traduzione e la colorazione prese dallo Zio Paperone anni Novanta) invece di quella della Library, più fedele ma per me meno “calda”.
Ad ogni modo ho colto l’occasione per rileggerla e ne sono rimasto entusiasta come ogni volta!
C’è anche una tarda ciminiana, Paperino e i diari segreti di Zio Paperone con i disegni di Luciano Milano: non certo tra il meglio di Rodolfo Cimino, ne convengo, ma è pur sempre una piacevole lettura dove i dettagli fanno la differenza e ricordano la classe di questo sceneggiatore.
La Superstar del mese è invece Zio Paperone e il nipote ideale di Romano Scarpa, gradevole classico dell’autore in veste di sceneggiatore e disegnatore, che anche se non è affatto tra le mie preferite del Maestro mantiene tutto sommato un suo perché specialmente nel finale e nel ruolo che viene dato a Paperino.

Spazio_Disney_agosto2022_18Ciascuna di queste avventure gode di un articolo introduttivo del nostro Marchese che, approfittando della foliazione aumentata, approfondisce con dotte considerazioni non solo la “perla” antica come consuetudine ma anche le altre storie citate, a vario titolo significative per delineare la figura dello Zione: nel pezzo che precede l’inedita traccia una breve storia delle avventure a bivi e dell’approccio dello sceneggiatore alla materia e allo Zione; in quello su Qualcosa di veramente speciale fa un ottimo lavoro di sintesi per presentare nel modo migliore, e con semplicità divulgativa, Don Rosa a chi non lo conoscesse, contestualizzando anche la storia specifica; in quello sulla Superstar compie una panoramica sul parentame dei paperi, e infine presenta la poetica di Rodolfo Cimino mischiandola con vari riferimenti “altri” al mitico passato di Paperone, tema di fondo dei Diari segreti.
Le ulteriori due storie che compongono il sommario sono invece decisamente meno incisive: Zio Paperone e la memoria del fenicottero di Alessio Coppola scorre in maniera abbastanza innocua, si fa dimenticare immediatamente dopo l’ultima tavola ma perlomeno intrattiene nel corso della lettura, mentre la nota di demerito se la prende Zio Paperone… oltre l’arcobaleno di Fabio Michelini e Giampaolo Soldati, storia con poco senso, una mitologia raffazzonata, senza una direzione narrativa precisa e con un DNA favolistico giocato secondo me malaccio, affossata peraltro da disegni abbastanza pasticciati.

Tornando alla confezione dell’albo, due parole le merita anche la copertina con effetti brillanti, disponibile peraltro pure in edizione variant sovrapprezzata da fumetteria, a dimostrazione di quanto la redazione abbia voluto porre l’accento sulla cifra tonda raggiunta dal mensile, che riafferma il successo del personaggio di Zio Paperone presso il pubblico generalista.
Io l’ho comprato come lettura da ombrellone (e chi mi segue su Instagram lo sa bene 😛 ), ma devo dire che l’operazione è perfino un po’ più di quello: grazie alla presenza di Don Rosa, alla simpatica inedita e ai competenti contributi di Davide, mi spingo quindi addirittura a consigliarlo!

Spazio_Disney_agosto2022_5Mentre ero al mare ho ceduto anche a un altro acquisto di stampo “spensierato” e senza impegno: Paperinik #68.
Il numero merita due parole, però, perché ha qualche asso nella manica rispetto al solito: lo slot tradizionalmente dedicato alla storia inedita è infatti occupato dai primi due episodi di Diary of Wacky Knight, saga di produzione americana destinata al mercato internazionale ideata da Stefano Ambrosio – demiurgo di questo tipo di operazioni – e disegnata, almeno nelle puntate iniziali, da Lorenzo Pastrovicchio, progetto che si sceglie di destinare quindi alle pagine del mensile per il suo debutto in Italia.
Il Wacky Knight del titolo è Paperino, scudiero sfigato in una Paperopoli fantasy/medievale che grazie al magico amuleto di Sir Fantomius e a una formula magica può trasformarsi in un mitico cavaliere, Sir Paperinik, la cui armatura ricorda da vicino il costume del nostro vendicatore mascherato.
Un plot piuttosto semplice, senza grandi pretese, ma che Ambrosio sceneggia con una certa verve, con un pizzico di citazionismo (la formula magica è “Sursum corda”, che richiama la celebre Scuola del Krimen di Guido Martina) e con un piglio leggero che sa offrire genuino divertimento e spensieratezza a questi primi due episodi, che sembrano connotare la saga come una serie di trame verticali labilmente collegate tra loro dalla semplice idea iniziale.
Un approccio che trovo funzionale, devo dire.
Ma quello che spicca sono i disegni di un Pastro in forma a dir poco smagliante: non solo nello stile con cui rappresenta i tanti personaggi, che si conferma attento ai dettagli di volti e vestiti – dovendo spaziare peraltro tra un cast piuttosto folto e occupandosi di dare una certa connotazione estetica a questo universo narrativo, originale pur rimanendo nei canoni del fantastico – ma anche nella costruzione delle tavole, forse mai così sperimentale. La gabbia prende forma da elementi del disegno stesso (arbusti, volute di fumo, ingranaggi o effetti magici) oppure da cornici eleganti e quasi arabescate, pennellando l’insieme con un’eleganza e con trovate inusuali che impreziosiscono seriamente l’opera nel suo complesso.
Un lavoro veramente raffinato che su un maggior formato avrebbe forse spiccato maggiormente, ma che non risulta penalizzato come temevo. Complimenti vivissimi a Lorenzo, che ho trovato veramente ispirato in queste due storie, una vera gioia per gli occhi.

Spazio_Disney_agosto2022_19
Fonte: pagina Facebook di Topolino Magazine

Il numero ha però almeno un altro motivo di interesse, vale a dire Incubo nella palude, storia appartenente al ciclo Quando Paperinik mangia pesante che esordì a fine anni Novanta su Paperinik e altri supereroi. Scritte da Tito Faraci e disegnate da Giuseppe Ferrario, le avventure in questione avevano toni demenziali irresistibili, in ossequio allo stile faraciano dell’epoca che aveva già portato a realtà come Ridi Topolino. Spassose all’inverosimile, sono una lettura perfetta per staccare il cervello e godersi qualche risata in assoluta libertà.
Incubo nella palude, rispetto all’unica altra storia di questa miniserie che ho avuto la fortuna di leggere (Terrore nel castello) mi ha fatto scompisciare di meno, devo ammetterlo, ma questo non significa che abbia mancato il bersaglio. Gli elementi assurdi permangono e funzionano bene tra di loro, il risultato mi ha convinto leggermente meno ma resta un buon esempio di cosa rappresentava quella wave narrativa della Disney di fine anni Novanta.

Per quanto riguarda il resto del sommario voglio citare giusto Paperinik e la vacanza da vip, un divertissement del 1994 firmato da Giorgio Pezzin con un giovanissimo e ancora acerbo Alessandro Perina ai disegni. Trama easy con diverse disavventure che capitano al papero mascherato, che Paperino voleva sfruttare per farsi un po’ di villeggiatura a scrocco: mi ha intrattenuto, ha fatto il suo lavoro e ha salvaguardato la “quota estiva” che mi piaceva sempre trovare nei periodici disneyani dei mesi di luglio e agosto, quando da piccolo mi facevo comprare qualcosa di extra dai genitori durante i giorni al mare.

Spazio_Disney_agosto2022_6Topolino in giallo #6 continua a offrire la sue blanda selezione di indagini topolinesche: rispetto alle uscite precedenti il sommario risulta meno ispirato, ma segnalo Topolino e il prototipo avveniristico (che ricordo come una buona storia, graziata dai bei disegni dell’indimenticato Giuseppe Dalla Santa) e resiste l’inedita estera a chiusura di albo a dare un minimo sussulto all’uscita. In questo caso si tratta di Topolino e l’inganno della spia di Stefan Petrucha e Noel Van Horn.
Per chi è sensibile a questo genere narrativo, soprattutto nella calda stagione, e magari si trova ancora in villeggiatura, può essere una lettura di svago sotto l’ombrellone.

La fumetteria Disney di agosto 2022

Nei negozi specializzati le uscite sono abbondate in questo agosto, anche se concentrate negli ultimi giorni del mese. Sono quindi tutte cose fresche di pubblicazione.

Spazio_Disney_agosto2022_11Topolino Fuoriserie #8 riporta in scena PK con Makemake, seconda storia del rilancio pikappico dopo la run di Roberto Gagnor. Come la precedente Danza del Ragno d’Oro, anche questa è firmata da Alessandro Sisti ai testi, ma non prosegue la trama introdotta quattro mesi fa, bensì si dedica a recuperare dei personaggi introdotti in piena PKNE, per la precisione in Cronaca di un ritorno: gli En’tomek.
Considerando la presenza fissa di Xadhoom in questo nuovo status quo, poteva risultare effettivamente naturale questo recupero, che offre la possibilità di chiarire meglio concetti espressi allora ma rimasti un po’ in sospeso.
In realtà la storia fa pochi passi avanti su quanto si sapeva dei robot alieni, rimandando a un prossimo confronto la possibilità di capire qualcosa di più su questi avversari e in particolare sui loro misteriosi padroni.
A dispetto di ciò l’avventura è comunque molto buona, anche se soffre ancora delle poche pagine a disposizione e di alcuni stacchi fin troppo repentini; per apprezzarla appieno, peraltro, ha necessitato di una seconda rilettura che mi ha permesso di comprendere meglio la storia.
Non mi dilungo troppo, avendo intenzione di scrivere una recensione vera e propria dell’opera per Lo Spazio Bianco: mi limito però a evidenziare che il neo di questa uscita si rintraccia nei disegni di Marco Mazzarello (al suo debutto su PK) e nei colori di Irene Fornari, che offrono una parte grafica ben poco riuscita, molto piatta e con un risultato decisamente al di sotto di quelli che sono gli standard pikappici, ma anche di quelli visti attualmente sulla maggioranza di storie per Topolino.
Avrò modo di argomentare meglio nel mio articolo, comunque; al netto di queste note negative, in ogni caso mi sento di consigliare l’acquisto (pur con tutta la sofferenza del rapporto pagine/prezzo) ai fan di PK, che non credo rimarranno delusi dalla lettura, ma anche ai lettori disneyani in genere.
Personalmente tra questi primi due volumi della nuova “era Sisti” ho preferito il precedente, ma ribadisco che anche questo si difende piuttosto bene.

Rivediamo anche l’edizione italiana delle graphic novel Glénat con Disney Collection #8Donald’s happiest adventures di Lewis Trondheim e Nicolas Keramidas.
I due autori avevano già collaborato in Mickey’s craziest adventures, uno dei tre titoli pubblicati in Italia da Giunti, e sulla stessa falsariga tornano ora, non con un sequel ma con il medesimo approccio applicato stavolta a Paperino.
Lo spirito del volume su Topolino era vincente e frizzante, e tutto fa pensare che le cose non siano diverse per questa seconda incursione. I disegni, come spesso accade nella collana, sono sicuramente diversi dalla norma e molto “liberi”, a tratti underground, ma mantengono i personaggi riconoscibili e rendono loro un buon servizio.

Spazio_Disney_agosto2022_8Topolino Extra #11 segna l’esordio di Fantomius sulla testata con la prima saga interna al ciclo: L’inizio e la fine.
Le avventure del ladro gentiluomo abbandonano quindi le pagine della Definitive Collection, luogo fino ad ora deputato ad ospitare la versione “definitiva” della serie, per trovare casa nella Extra sfruttando la “scusa” della struttura non più a singoli episodi indipendenti.
A questo punto è quindi facile pensare che la Definitive sia giunta al capolinea, considerando le grandi difficoltà attraversate dalla testata e il fatto che ormai sopravviveva giusto per contenere Fantomius. E nella logica della redazione è sicuramente più sensato far rientrare anche questo progetto all’interno di Topolino Extra, creata apposta per dare miglior risalto alle storie più di rilievo del settimanale, tra le quali Fantomius rientra a pieno diritto.
Non so quanto saranno contenti i collezionisti che si vedono cambiare il formato dell’edizione di punto in bianco, però, e che magari negli anni hanno spasimato per aspettare le ristampe dei volumi esauriti o sborsato denaro per il cofanetto. Ma ripeto, a livello di mercato e di “logica d’impostazione” delle testate, non poteva che andare così prima o poi.
L’inizio e la fine ricordo che mi piacque con moderazione: c’erano diverse buone trovate, l’intreccio era ingegnoso e interessante, ma alla prova dello sviluppo concreto di certe dinamiche la sceneggiatura peccava un po’. Ad ogni modo il tomo è chiaramente consigliato ai fan del personaggio e dell’autore, Marco Gervasio, i quali troveranno anche la consueta dose di contenuti extra tra cui l’intervista ricca di curiosità (con interventi anche di Alex Bertani) e bozzetti vari.

Spazio_Disney_agosto2022_10Disney De Luxe #37 prosegue con il suo intento di ripubblicare alcune parodie Disney: e visto che, Nemo a parte, negli ultimi anni il filone si è inaridito, la redazione rispolvera alcuni capolavori del passato che omaggiavano grandi opere della letteratura.
La scelta è caduta stavolta su Paperino e il vento del sud di Guido Martina e Giovan Battista Carpi: uscita esattamente quarant’anni fa, parodizzava Via col vento, romanzo di Margaret Mitchell reso immortale dall’omonimo film con Clark Gable e Vivienne Leigh.
La lunga e articolata avventura costituisce un bellissimo tassello di fumetto Disney, a quanto ricordo, e spiccano in particolar modo i disegni di un Carpi in stato di grazia, che da solo vale l’acquisto del volume se non possedete la storia in altre edizioni. Io già ce l’ho, ne approfitterò per rileggerla dall’elegante Super Mito che acquistai anni fa, e lascio quindi il nuovo volume sullo scaffale, a disposizione dei neofiti 😉
Come da (brutta) abitudine delle recenti De Luxe, i contenuti extra sono estremamente risicati: due paginette ad opera di Francesca Agrati che succintamente introducono l’opera e un breve articolo sulla ricolorazione.
Ricolorazione? Ebbene sì, il vero valore aggiunto dell’operazione sta in una “rinfrescata” ai colori d’epoca, supervisionata da Alex Bertani, Andrea Freccero e Luana Ballerani e affidata alla società GFB, in particolare a Manuel Giarolli (che si occupa spesso anche dei colori delle storie su Topolino). Personalmente non sono un grande fan di iniziative come queste, e rimango affezionato alla pur imperfetta cromia originale che era però coerente con gli anni di uscita, ma avendo sbirciato il risultato in fumetteria devo dire che la cura e la perizia con cui si è lavorato appare evidente. Certo, intervenire sul tratto di Carpi è compito delicato, e “accendere” in una certa maniera le tavole mi strania un po’, ma non nego che possano acquisire un diverso appeal in grado di attrarre l’occhio dei più giovani, insieme alla bellissima copertina di Ivan Bigarella.
Questa moda delle ricolorazioni (cominciata con la Super De Luxe di Paperinik e l’intrepido signore del fuoco e deflagrata l’anno scorso con L’Inferno di Topolino, per proseguire ora con Il vento del sud e soprattutto, il prossimo autunno, con La Spada di Ghiaccio – le cui pagine mostrate in anteprima con il nuovo trattamento mi hanno fatto rabbrividire) un po’ mi inquieta, non mi fa proprio impazzire come nuovo modo per spammare le vecchie storie, preso palesemente in prestito da altri comics (ricordo sempre la discussa operazione su The Killing Joke, per esempio). Chiamatemi vecchio, ma preferisco ancora un congruo numero di pagine che contestualizzi l’opera per dare valore e plus alla nuova edizione, piuttosto che questi interventi, professionali o meno, riusciti o meno…

Spazio_Disney_agosto2022_9
Fonte: Panini.it

Infine, è stato distribuito dopo un po’ di ritardo anche il cofanetto di MM – Mickey Mouse Mystery Magazine che, oltre a permettere di contenere in un’unica soluzione la ristampa completa della serie (elemento di cui, come sapete, mi interessa veramente poco) contiene anche un settimo volume, ospitante le storie brevi pubblicate originariamente in coda agli spillati e qualche contenuto speciale su MM.
Che tale volume sia disponibile solo ed esclusivamente col cofanetto – anche se non obbligatoriamente pieno delle uscite precedenti, per fortuna – è un po’ un neo dal mio punto di vista, perché costringe a prendere il contenitore anche per chi non sarebbe interessato ma vuole leggere le storielle di appendice. Come già scritto più volte, io ho già gli originali e quindi non mi interessa nulla di tutto ciò, ma facendo una riflessione generale mi è parsa una mossa sbagliata, al di là del fatto che non sono avventure “in continuity” e quindi necessarie per comprendere la serie.
Vabbè, inutile dire che nonostante quello l’acquisto è consigliato comunque perché quelle brevi erano molto divertenti e riuscite. Sugli editoriali invece non aspettatevi granché, da quanto ho potuto vedere dalle foto pubblicate sulla pagina Facebook del Papersera: una rapidissima prefazione di Davide Catenacci, due brevi articoli – che sono più considerazioni, in realtà – di Francesco Artibani e una rapida introduzione manoscritta di Tito Faraci per chi aveva preordinato per tempo il prodotto. Contributi anche interessanti, per carità, ma niente che di per sé valga il prezzo del biglietto. Avrei preferito trovare qualche pagina con bozzetti e studi preliminari, onestamente, sulla falsariga di quanto fatto nel 2001 per il volume MM – Le origini nel quale si mostrava davvero un po’ di dietro le quinte di prima mano, ma tant’è, oggigiorno va così.

Ok, direi che è tutto.
Se tutto va bene, nel corso del mese potrei riuscire a pubblicare la terza puntata di “In gabbia!”, ma non vi prometto nulla, eh! 😉
Ciao!

3 thoughts on “Le pubblicazioni Disney di agosto 2022

  1. Ciao!
    Sono molto soddisfatta dal numero dei Grandi Classici di questo mese: le storie lunghe mi sono piaciute tutte e anche le brevi assolvono al loro compito. Gaspa è una rivelazione piacevole e confido nel suo prossimo lavoro; l’articolo Superstar è ben scritto e bilancia bene la parte descrittiva alla parte aneddotica, che con Boschi non mancava mai.
    La storia d’apertura, “Pippo e la grande minaccia”, mi ha colpita moltissimo: il colpo di scena finale è a dir poco assurdo quanto geniale, come il messaggio sulle esagerazione delle pubblicità, per la quale è Pippo l’esagerato e il paranoico (emblematica la frase di Topolino “Povero Pippo, non conosce i metodi pubblicitari” – vado a spanne, non ho sotto mano il fumetto, quindi la frase potrebbe essere un po’ diversa); la sceneggiatura a 4 mani è evidente: l’assurdità e il messaggio contro il capitalismo sono tipici di Siegel, ma ci sono alcune battute o passaggi dai toni scarpiani.
    “La mostruosa invadenza” è una vicenda surreale e divertente, personalmente ho riso di gusto più volte xD
    “Il pifferaio tragico” è un po’ debole vicino alle altre storie del numero, ma è godibile e scorrevole. I disegni di Celoni di quegli anni sono un po’ estremi per i miei gusti (per dire, “Spore” è forse l’unica vicenda di PKNA tra quelle che ho letto finora in cui i disegni sono estremi – tutto sommato, però, si adattano bene alla trama alternativa di quel numero), preferisco il suo stile evoluto di qualche anno più tardi.
    “L’occhio di Tuticos” mi è piaciuta e mi ha ricordato molto una storia di Barosso e Carpi, “Zio Paperone e la vendetta del faraone” https://inducks.org/story.php?c=I+TL++395-A : in entrambe le storie c’è un oggetto portasfortuna, Paperone che ne subisce le conseguenze, il tentativo di passare la iella ai Bassotti e la risoluzione finale solo dopo la restituzione dell’oggetto magico al proprietario originario (in una storia Tuticos, nell’altra il faraone Tutankhamon).
    La sezione Superstar è eccellente. Ho trovato molto coinvolgente “Topolino e la casa misteriosa”, è una delle poche vicende Disney puramente horror (la prima parte è da brividi, così come il finale). Drusilla è un personaggio assai inquietante e misterioso, il suo essere “donna del passato” ed “esserci tornata” nel finale è certo motivo di grande interesse nei suoi confronti. Una morte on-screen in piena regola, così come altre sequenze horrorifiche disseminate per tutta la storia. Non conosco molto Walsh ma il suo stile è molto intrigante. Anch’io ho da ridire sul formato della ristampa: è successo lo stesso pasticcio di “Topolino e il boscaiolo” nel numero dei GCD di maggio 2021, dove la storia aveva un formato poco conforme alla testata – e che invero rovinava la godibilità dei disegni; preferisco di gran lunga quando le vicende gottfredsoniane vengono ristampate nel formato degli Anni D’Oro di Topolino, come successo con “Topolino contro Topolino” nel numero dei GCD di aprile 2021.
    Le due martiniane sono buone, “La casa dei venti” mi ha vagamente ricordato altre storie di Martina nelli svolgimento (come “Paperino e il muro del riso”, dove Paperino veniva minacciato di ingoiare la seta liquida, supplizio simile al mangiare i cocci di vetro della “Casa dei venti”). Invece “Le delizie del condominio” è più divertente e spumeggiante, con una buona dose di immedesimazione da parte mia, puoi immaginare perché😂
    Sottoscrivo le tue considerazioni sui personaggi martiniani e i tempi che furono; avevo scritto qualcosa di simile nel mio ultimo commento al tuo articolo sul Topo di agosto.

    Non avevo considerato l’acquisto dell’Almanacco di agosto, ma la tua recensione e i commenti sul Papersera mi hanno fatto cambiare idea: lo recupererò di sicuro. (E così la mia pausa dall’Almanacco è durata un numero scarso 😛 però ne sono contenta, indici simili mi fanno ben sperare per il destino di questa testata interessante, unico baluardo delle storie straniere rimasto insieme al Club dei Supereroi, data la prossima chiusura di Papersera e Manuale GM…)

    Non ho comprato il Classico dei “Mercoledì di Pippo” e ancora non sono sicura sull’acquisto, ho letto solo poche storie dei Mercoledì e non so se sono proprio il mio genere…

    Ho già molte delle storie di Zio Paperone 50, quindi non l’ho preso, ma lo consiglio a chi non ha mai avuto modo di leggere “Qualcosa di veramente speciale” e “Il nipote ideale”, rispettivamente capolavoro donrosiano, che costruisce la mitologia paperoniana, e avventura scarpiana frizzante e divertente, che fa risaltare soprattutto Paperino.

    Non sono convinta dell’acquisto del “Paperinik” di questo mese, quindi deciderò se prenderlo o meno.

    Ho appena ricevuto “Makemake” e lo leggerò a breve, ma sono contenta in generale del nuovo corso di questa testata, mi era piaciuta molto “La danza del ragno d’oro”. Peccato per il formato, non mi piace il cartonato sottiletta di meno di 50 pagine, trovo che il cartonato si addica meglio a volumi più corposi come la Humour collection o la ristampa di MMMM. Scuso invece il prezzo, dato il momento storico di crisi e il lavoro inedito degli autori.

    Consiglio “L’inizio e la fine” e “Il vento del sud” agli appassionati rispettivamente di Fantomius e dei capolavori Disney della letteratura. Non ho comprato questi volumi, ma avevo le storie già sui Topolini originari.

    Prenderò anche il cofanetto MM, inizialmente non ero sicura sull’acquisto del cofanetto, ma mi interessa il 7° volume e non c’è altra scelta.

    Un mese interessante, sono curiosa di leggere “Makemake”.
    Ciao! 🙂

    1. Ciao Korinna, mi fa piacere che abbia voluto condividere anche stavolta la tua visione delle uscite periodiche Disney.
      Vedo che siamo sulla stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda i GCD di agosto, per esempio 🙂
      Su Almanacco rinnovo senza dubbio il consiglio di acquisto, credo non te ne pentirai 😉
      Su Makemake sarà divertente confrontarsi a tua lettura ultimata, se ce ne sarà l’occasione… di osservazioni da fare per me ce ne sono e sto provando a buttarle giù in una recensione per Lo Spazio Bianco, come accennavo in questo post, pur andando più a rilento di quanto progettassi inizialmente ^^”
      Ma, come sempre, abbiate fede: prima o poi arriva tutto 😛
      Alla prossima!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *