Lorenzo Carucci: Jundo, la nuova piattaforma di webcomics in Italia

Lorenzo Carucci: Jundo, la nuova piattaforma di webcomics in Italia

È nata Jundo, la nuova piattaforma italiana dedicata al fumetto. Abbiamo intervistato il suo fondatore Lorenzo Carucci per approfondire questa intrigante novità.

CoverCarnivalChaos copiaJundo è una nuova piattaforma digitale per la lettura di fumetti online. Come Lo Spazio Bianco, seguiamo con interesse e attenzione le sperimentazioni che si muovono in questo ambito relativamente al webcomic, e avevamo dato notizia a dicembre dell’avvio del progetto.

L’obiettivo ambizioso di Jundo è quello di espandere l’orizzonte del fumetto attraverso un meccanismo di distribuzione basato su un abbonamento, che consenta la fruizione sia di contenuti originali realizzati da artisti emergenti sia di opere straniere finora inedite in Italia. A pochi mesi dell’avvio del progetto, abbiamo voluto intervistare uno dei suoi fondatori, Lorenzo Carucci, per ragionare insieme di questa sfida che, potenzialmente, potrebbe avere un impatto significativo sul futuro del medium nel nostro paese.

Grazie mille Lorenzo di avere accettato questa intervista! Come nasce l’idea di aprire un nuovo sito di webcomics? Cosa significa il nome “Jundo”, a cosa intende rimandare?
Grazie a voi! L’idea di Jundo nasce da due punti di partenza chiari: l’enorme potenziale dell’industria del fumetto in Italia e l’evidente stato di crisi in cui versa da molti anni. Da un lato migliaia di ragazzi e ragazze che studiano nelle Accademia di fumetto, la quarta industria del fumetto a livello mondiale e uno stile fumettistico riconosciuto in tutto il mondo e dall’altro una stagnazione generalizzata, l’impossibilità per molti dei nuovi artisti di entrare nel mercato, opere internazionali irreperibili e leader di vendite che, nonostante un calo generalizzato, sono gli stessi da più di 30 anni. Anche se né io né Matteo, il mio co-founder, veniamo dal mondo del fumetto, queste dinamiche ci sono sembrate estremamente evidenti e insieme a degli amici fumettisti ci siamo iniziati a immaginare un nuovo mondo del fumetto.
Così è nata Jundo, una piattaforma digitale dove gli artisti possono proporre le proprie opere. Ogni opera viene valutata dal nostro team editoriale che manda in massimo due settimane un feedback all’artista. Con le opere idonee si procede poi a definire un piano di lavoro e all’artista viene affiancato un editor che lo aiuterà durante la produzione. Man mano che i capitoli sono pronti vengono caricati sul sito e sull’app, tramite cui gli utenti possono iniziare a leggerli. I capitoli uno di tutte le opere sono gratis, mentre per sbloccare il catalogo completo ci si può abbonare per 1,99€ al mese.
Quando le opere sono complete, vanno in stampa e sono vendute sia sullo shop della piattaforma che alle fiere di settore. Il 100% del ricavato dalle vendite, esclusi i costi di stampa, va all’autore. In questo scenario, digitale e cartaceo per la prima volta lavorano in sinergia invece che in contrapposizione. Tramite sito e app i lettori possono scoprire le nuove opere e tramite lo shop e le fiere possono acquistare il cartaceo dei loro volumi preferiti. Il nome “Jundo” significa “purezza” in giapponese ed è stato scelto per giocare con quella parte di mondo del fumetto italiano fissato sulla purezza di determinati stili di fumetto rispetto ad altri (e perché suona bene).

CoverMementoNel claim di Jundo si parla di “distruggere le barriere del fumetto”. In che senso possiamo intendere questa affermazione?
Il mondo del fumetto è circondato dalle enormi barriere che ne stanno causando l’inesorabile declino. L’autoproduzione, l’unico modo per i nuovi artisti di entrare nel mercato, è un massacro. Chi non può permettersela è automaticamente escluso dal mercato, ma anche chi le risorse le ha dovrà scontrarsi con sfide logistiche enormi, costi di promozione altissimi (“ma ora con i social tutti possono farsi vedere” – mai nella vita) e con l’identificazione automatica in una nicchia di mercato. Come sistema è talmente punitivo che molti preferiscono pubblicare direttamente all’estero.
Pochissima sperimentazione da parte di molte delle più grosse realtà editoriali: vista la crisi del mercato c’è poca voglia da parte di molte realtà editoriali di prendersi rischi sperimentando con nuovi stili e generi. Opere internazionali introvabili in Italia: per come è strutturato il mercato italiano tantissime opere internazionali non sono più edite. Sviluppo tecnologico pari a zero: per un anno mi sono studiato gran parte dei siti del settore e ho iniziato a sviluppare il PTSD. E queste sono solo le più grosse. Rimuovendo la necessità dell’autoproduzione, non ponendo limiti a stili e generi, basandoci su una soluzione che fonde digitale e cartaceo e portando opere inedite in Italia puntiamo a distruggere queste barriere per portare una nuova linfa vitale nel mondo del fumetto.

Una caratteristica molto interessante del webcomic è la possibilità di stabilire modalità nuove di fruizione, meno “lineari” della consueta successione di vignette. In qualche modo ci saranno elementi sperimentali sotto il profilo della forma nei fumetti da voi proposti?
Sì, da diversi punti di vista. Per esempio già ora ogni opera che viene caricata sul nostro portale è progettata per una fruizione ottimale su smartphone/pc; i testi sono più grandi, i profili colore sono scelti ad hoc e così via. In stampa queste caratteristiche verranno riadattate per il formato cartaceo, creando un’esperienza diversa nei due formati e portando al massimo dell’ottimizzazione le due versioni. Nei prossimi mesi introdurremo anche opere in stile webtoon, pensate direttamente per la fruizione digitale. In più abbiamo diverse altre idee malsane che ancora non siamo pronti ad annunciare al mondo.

Fiabe Nere

Il webcomics, specie quello italiano, ha visto in questi anni una grande varietà. Quali generi e filoni prevarranno nelle vostre proposte?
Come accennavo prima, uno dei nostri cardini è l’assenza di vincoli stilistici e di genere. Il nostro scopo è creare un catalogo che permetta a ogni lettore di trovare opere affini ai propri gusti, quindi prevedo che non sarà così facile categorizzare la nostra offerta da questo punto di vista.

Non mancheranno anche traduzioni di fumetti stranieri che saranno proposti dalla vostra piattaforma. Quali sono i criteri adottati per selezionare le proposte? Avete guardato solo alla scena americana o anche ad altre realtà, magari meno note da noi?
Il nostro team scouting sta agendo a 360°: stiamo chiudendo i primi accordi per diverse opere americane, francesi e giapponesi.
Oltre a questi paesi più “mainstream” stiamo anche parlando con realtà che operano in luoghi completamente al di fuori del radar del mercato del fumetto Italiano. Su questo purtroppo non posso dire di più visto che gli accordi non sono ancora chiusi e la nostra policy è parlare solo quando siamo sicuri di poter portare a casa quello che promettiamo. Intanto ho piantato il dubbio per creare un po’ di suspense ma a brevissimo spero di poter spoilerare un po’ di più.

Un aspetto a cui mi sembra si dia implicitamente rilievo nella vostra proposta è quella di un “fumetto libero”, penso facendo riferimento a una maggiore libertà espressiva delle vostre opere. In che modo questo si è declinato in queste prime serie proposte al lettore?
Allora, non so se abbiamo mai usato questo termine ma in caso lo rubo. Per prima cosa, come detto, il processo di selezione dell’opera da parte degli editor non preclude nessuno stile o genere. In seguito il team editoriale, una volta accettato il progetto, si adopera per ottimizzarne la forma senza influire minimamente sulla struttura generale dell’opera. In questo modo l’artista è libero di portare la propria arte sul mercato sfruttandone il pieno potenziale ma senza nessuna “adulterazione” al contenuto.
Riguardo a come questo ha influito sulle nostre prime opere, la prova che propongo è: provate a leggere gli Originals nel nostro catalogo e diteci se siamo riusciti a creare un ambiente dove gli artisti sembrano potersi esprimere liberamente.

Ringraziamo di cuore Lorenzo Carucci per la disponibilità dimostrata, in attesa di approfondire ulteriormente, in futuro, gli sviluppi della piattaforma.

Intervista raccolta via mail nel mese di marzo 2021.

Lorenzo Carucci

Lorenzo Carucci, foto ufficiale

Lorenzo è nato a Roma nel 1995. Dopo avere conseguito il Diploma di maturità scientifica, ha ottenuto una laurea triennale “Cum Laude” in Economia e Commercio alla Maastricht University, Olanda. Nel corso della laurea triennale ho avuto modo di approfondire la sua conoscenza del mercato asiatico con uno study exchange di 6 mesi in Australia, dove ha seguito corsi specifici sulla cultura aziendale prevalente in Cina/Giappone. In seguito ha conseguito un Master in Imprenditoria “Summa Cum Laude Valedictorian”, avendo ottenuto la media voto più alta dell’intero anno accademico, al Babson College di Boston, un’università specializzata nell’insegnamento dell’imprenditoria. Tornato in Italia alla fine del Master è entrato in Officine Innovazione, startup innovativa di Deloitte che si occupa di fornire servizi di consulenza sui nuovi trend tecnologici (IoT, Blockchain, ecc.). Durante questo periodo ha iniziato a lavorare a Jundo, lasciando il lavoro in Deloitte per potersi dedicare a tempo pieno alla distruzione delle barriere del fumetto.

 

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