Lo slice of life di Inio Asano: Solanin

Lo slice of life di Inio Asano: Solanin

Inio Asano realizza con “Solanin” una storia – edita in Italia da Planet Manga in due volumi – intensa ed emotivamente coinvolgente, incentrata su un gruppo di giovani alle prese con le difficoltà della vita e della crescita.

Meiko e Taneda sono due ventiquattrenni che convivono a Tokyo e cercano di costruirsi un futuro che possa essere stabile ma soprattutto felice.
Entrambi incastrati in lavori insoddisfacenti e alla ricerca del proprio ruolo nella società, passano le giornate tra noia, sogni e la compagnia del loro gruppo di amici, formato da Kato, Ai e Billy.

Narrare la normalità

Il merito principale di Solanin – uscito in Giappone tra il 2005 e il 2006 – è la capacità da parte di Inio Asano (qui alla sua quarta opera in tre anni di attività) di raccontare il reale, soprattutto nella prima metà dell’opera.

Un racconto affronta sempre la sfida di restituire la vita vera, che si snoda attraverso percorsi imprevedibili e spesso illogici, attraverso regole basilari che devono portare una storia da un inizio a una fine rispettando un vincolo di verosimiglianza, che la vita non ha.
Una soluzione a cui nemmeno Asano può sottrarsi del tutto, tant’è vero che costruisce il suo racconto nel complesso come una lunga e sofferta parabola che traccia quindi, inevitabilmente, una linea con un punto di partenza e uno di arrivo.

Di contro, però, nei primi capitoli, sfruttando l’esigenza di dover preparare il terreno presentando personaggi e situazioni, l’autore va molto vicino al realismo in quello che mostra: la vita di Meiko e Taneda è fatta di impieghi poco remunerativi, privi di sbocchi e che non corrispondono – se non marginalmente – ai propri studi, di piccoli problemi quotidiani e della consapevolezza che l’esistenza dopo l’università non corrisponde a quanto avevano immaginato anni prima.

Asano scava nell’anima di questi giovani del Nuovo Millennio, mette in evidenza le loro aspirazioni, il loro non volersi arrendere al meccanismo della vita fatto di compromessi e rassegnazione. Fa compiere loro scelte difficili, come quella di Meiko di lasciare il lavoro da impiegata e di Taneda di dedicarsi sempre di più alla musica, ma riesce anche a sottolineare lo scotto da pagare per queste svolte.

L’apatia che prova Meiko nelle prime settimane di disoccupazione, la noia del non avere impegni accompagnata dall’inerzia del non sapere bene cosa fare, è rappresentata in modo efficace, in un modo che non è semplice vedere all’interno di un’opera di finzione.
Lo stesso vale anche per gli altri personaggi: la professione di commesso di Billy e la complessa vita di coppia di Kato e Ai sono descritte in modo asciutto e verosimile, soffermandosi sui loro pensieri e preoccupazioni.

Un risultato ottenuto anche grazie a dei dialoghi piuttosto concisi, che non cedono quasi mai a toni troppo impostati ma cercano di restituire, per quanto possibile, un andamento naturale.
Lo stile più verboso e approfondito viene riservato alle numerose didascalie di pensiero, spesso inquadrate in un’intera vignetta orizzontale completamente nera nella quale si affollano le scritte bianche delle riflessioni di Meiko, principale voice-over della storia.

La seconda metà si concentra invece sulle conseguenze di un drammatico evento che coinvolge il gruppo di ragazzi, in particolare Meiko, avvenuto a mo’ di cliffhanger alla fine del primo volume.
Tale soluzione narrativa, benché certamente coraggiosa e capace di modificare l’assetto narrativo dell’opera, è di difficile valutazione.

Da un lato permette infatti alla storia di prendere una brusca sterzata, emotiva e fattuale, funzionando da spinta per l’evoluzione di alcune trame viste fino a quel momento e portando a una seconda metà del racconto molto intensa. Dall’altro però appare come una discontinuità fin troppo improvvisa, violenta e anche un po’ retorica nel suo commuovere con facilità: questa svolta inaspettata è coerente con il principio dell’imprevedibilità della vita con cui Asano ha impostato Solanin, ma conduce la vicenda verso un territorio di sentimenti diverso rispetto alla prima parte, che, per quanto risulti ben trattato attraverso un approccio personale e potente, ha meno appeal perché si concentra su una tematica più classica.

Tanto questo elemento viene inserito ex abrupto, quanto viene infatti approfondito con il secondo volume nelle sue conseguenze sui protagonisti. Qui il lavoro sulle reazioni, le fasi di elaborazione e il venire a patti con la vita che prosegue sono ben analizzati, e anche in questo caso Asano irrobustisce il racconto con dialoghi realistici e situazioni dal sapore concreto.

Dolore in musica e disegni

La musica assume un’importanza che trascende il semplice vezzo utile a dare una caratterizzazione a Taneda. Il personaggio vive il momento del suonare come catartico, come scintilla vitale che lo rende reale perché può esprimersi davvero solo in questo modo, quando imbraccia una chitarra e può cantare i suoi testi.
Inio Asano è in grado di trasmettere queste sensazioni anche al lettore, descrivendo innanzitutto in maniera credibile la routine di un gruppo musicale amatoriale fatta di prove, dialoghi, errori e di proposte a case discografiche. Ma soprattutto attraverso il disegno.

Il tratto dell’autore infatti trova il suo apice, all’interno di Solanin, proprio nelle scene che vedono Taneda, Kato e Billy suonare insieme, sia in sala prove che soprattutto sul palco. Il capitolo-flashback che mostra il loro primo concerto è intenso perché mostra proprio lo sfogo che il ragazzo può concedersi solo perché si trova in quel determinato contesto, e graficamente anche le vignette accompagnano il ritmo sincopato degli strumenti, alternandosi frenetiche e con diverse dimensioni, mostrando un primo piano del cantante con tutti i dettagli del volto, sudore compreso, seguito da una ripresa generale della formazione, quasi cristallizzata durante un passaggio della canzone, e una vignetta nera. Taneda circondato da uno sfondo completamente bianco, Billy alla batteria con sguardo concentrato e le linee cinetiche a suggerire il movimento sul rullante.

Accelerazioni e decelerazioni che dalla performance si trasmettono alla struttura della tavola e rendono la lettura stessa un concerto, fino all’esplosione finale dove il frontman grida nel microfono tutto quello che ha dentro.

Il perfetto contrappunto a questo episodio è quello, verso la fine, in cui a cantare è invece Meiko: la natura e il significato di questa esibizione, per la ragazza e i lettori, sono tali da cambiare anche l’approccio alla rappresentazione del momento. La calma è tutta posta all’inizio, con il carico di dubbi e sentimenti di Meiko, per poi concentrare l’energia nel resto del concerto. Una serie di tavole mute ricche però di suoni e grinta che si percepiscono dai movimenti di chitarrista, bassista e batterista, inquadrati alternativamente nelle vignette che si susseguono a ritmo vorticoso e che comunicano un’intensità accorata, piena di vita e di sfoghi soddisfatti attraverso il concerto. C’è spazio per un inciso in cui tornano le didascalie di pensiero, per poi lasciarlo ancora a una tavola muta nel gran finale dell’ultima canzone.

Un lavoro accurato, che anche negli altri capitoli è comunque di tutto rispetto: il tratto di Asano è sempre dettagliato, sia nei paesaggi che nei personaggi, e non di rado l’attenzione viene spostata su elementi come scarpe, occhiali, chitarre e motociclette in un tentativo di ampliare la panoramica di realtà di questo microcosmo narrativo, restringendo l’inquadratura su alcuni elementi di volta in volta più significativi di altri.
I primi piani dei volti, soprattutto di Meiko e Taneda, sono un’altra caratteristica estetica del manga, e permettono di osservare con maggiore attenzione il complesso universo di umanità dei protagonisti grazie a occhi, capelli, espressioni.

Solanin è un’opera malinconica senza essere melensa: per quanto soprattutto nella seconda parte lo sconforto sia parte integrante della narrazione, questo non cede mail il passo a una tristezza fine a se stessa, ma riesce a inquadrarla all’interno di una cornice di umanità che tende tutto sommato alla positività, al bisogno di andare avanti e di realizzare qualcosa di bello. Il realismo, in tutto questo, è che i personaggi non sanno come fare, e procedono per tentativi ed errori. Non sono felici, e non sanno se sapranno mai dirsi tali, ma non per questo smettono di provarci, senza paura di essere incoerenti. Un inno alla vita che, proprio per questi accorgimenti, non suona vuoto.

Abbiamo parlato di:
Solanin, volume 1
Inio Asano
Traduzione di Mayumi Kobayashi
Planet Manga, maggio 2017
208 pagine, brossurato, bianco e nero – 7,50 €
ISBN: 9788891265579

Solanin, volume 2
Inio Asano
Traduzione di Mayumi Kobayashi
Planet Manga, luglio 2017
224 pagine, brossurato, bianco e nero – 7,50 €
ISBN: 9788891266446

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