Innocenza meccanica prosegue il racconto della vita ad Ecrònia, città distopica e dai connotati steampunk protagonista della trilogia scritta da Giuseppe Grossi per la pugliese HyppoStyle. L’albo entra nel vivo delle vicende che preludono alla guerra che ogni 25 anni decide le sorti della civiltà ecrònica, si scopre il vero ruolo del Great Gear (il grande luna park cittadino) per il futuro dei bambini di Ecrònia, e si indaga sul background familiare di Isaac, fino al cliffhanger finale dell’albo, inaspettato ed emozionale.
In questo secondo capitolo della trilogia – presentato in anteprima al Napoli Comicon, e in distribuzione a partire dal 15 settembre – Grossi aggiusta il tiro della sceneggiatura, correggendo alcune ingenuità presenti in Futura memoria, rendendo i dialoghi più naturali e fluidi e preparando con efficacia il lettore a un epilogo che si prospetta fortemente cruento e dal ritmo incalzante. Un ritmo che appare più coinvolgente, complici i diversi coup de théâtre e le scene di massa presenti, rispetto al primo volume meramente introduttivo e dettagliatissimo sul piano storico della vicenda narrata.
Anche la quasi totale assenza dell’alternanza tra flashback e flashforward, cifra distintiva del primo albo, rende più fluida la lettura che qui si svolge sempre al presente, agevolata tra l’altro dalla quasi fedele aderenza della sceneggiatura alle regole aristoteliche di unità di spazio, tempo e azione: il racconto si dipana in un arco di tempo di circa ventiquattro ore, naturalmente all’interno della sola città di Ecrònia.
Innocenza meccanica si caratterizza anche per il cambio del disegnatore. Le tavole di Lorenzo Scipioni, si distinguono per il tratto “sporco” e una certa cura nella resa dei dettagli fisiognomici dei personaggi, fondamentali specie alla luce degli omaggi che Grossi ha voluto inserire a diversi attori del panorama cinematografico che prestano il volto ai suoi protagonisti.
Scipioni asseconda l’interesse di Grossi per la Settima arte inserendo su richiesta dello sceneggiatore diversi Easter eggs in cui si citano serie Tv e film popolarissimi, con piccoli dettagli o inquadrature che riprendono pedissequamente celebri momenti cinematografici, rendendo la lettura di questo fumetto quasi un gioco stuzzicante tra autori e lettori alla ricerca delle diverse citazioni presenti.
La matita di Scipioni fa un uso massiccio del tratteggio e mostra una particolare predisposizione al disegno in bianco e nero dalle decise campiture nere, ma in alcuni passaggi sembra necessitare di una pulizia del tratto al fine di rendere più ariose le tavole, soprattutto alla luce di una successiva colorazione.
Quest’ultima infatti di quando in quando non trova la giusta valorizzazione su disegni così carichi di dettagli. Nel contempo, però, quel tratto che abbiamo definito “sporco” riesce a rendere con efficacia l’idea di una Ecrònia basata su dure regole di vita e forti tensioni sociali.
Un ruolo non da poco nella buona resa di questo albo lo ha il colorista Gaetano Longo, che sceglie una palette cromatica che varia tra le tinte fredde e le sfumature ocra e mostra il proprio talento soprattutto nella colorazione degli sfondi e del cielo al tramonto, reso con incredibile realismo. Gli stessi sfondi sono presenti nelle copertine dei primi due albi.
Queste, se accostate, formano una sequenza che riassume la vicenda narrata e che si completerà con il terzo e ultimo capitolo (in uscita nel 2018), dalla presentazione di Ecrònia per proseguire con le fasi preparatorie della guerra sino allo scoppio di quest’ultima. In esse l’utilizzo consapevole del colore – che va sfumando dall’ocra al rosso ai colori plumbei di cui si ha un’anteprima in terza di copertina del secondo albo – alimenta le aspettative e l’impatto emotivo della narrazione.
Abbiamo parlato di:
Blackbox #2 – Innocenza meccanica
Giuseppe Grossi, Lorenzo Scipioni, Gaetano Longo
HyppoStyle, maggio 2017
70 pagine, colori, brossurato – 9,90 €