Scrivere – e in questo caso disegnare – satira, è un mestiere molto più difficile di quel che può sembrare. Non si tratta infatti di dar vita solamente a un prodotto comico, o fare la parodia di personaggi veri prendendoli in giro, ma riuscire invece a parlarne con acutezza, cognizione di causa, significato, stile, eleganza e completezza, cercando di metterne in luce i punti incerti o errati, e ricostruendone un ritratto che sebbene esacerbato dall'uso della commedia non deve essere meno veritiero di quello reale.
La satira è uno specchio deformante, che nonostante mostri in modo diverso chi vi si riflette dovrebbe nondimeno offrirne un'immagine che non toglie o aggiunge nulla a quella vera. Se chi si riflette ha un naso un po' grosso, nel riflesso potrà averlo gigante al punto da sembrare minaccioso o ridicolo, ma di certo non dovrebbe averne due, dieci, o nessuno. Pena il fallimento.
Scrivere di satira presuppone conoscenza precisa e circostanziata della persona o situazione che si vuole mettere alla berlina. Richiede idee chiare e quanto più possibile oggettive (altrimenti si rischia di sembrare solo invidiosi o rancorosi con conti da saldare). Esige una percezione chiara della propria realtà e un desiderio di aiutare il prossimo a comprenderla meglio, mettendolo in guardia da pericoli veri. Pretende grande capacità comunicativa. E pretende molto anche dal lettore, che deve essere informato quanto e più di chi scrive, e capace di comprenderne i messaggi. Così come non è facile scrivere satira efficace, non è facile neppure saperla leggere e decifrare.
Alessio Spataro, autore non nuovo alla satira dopo volumi come Papa Nazingher, la serie de LaMinistronza, o HEilBeppe!1!, tenta dunque di fornire un ritratto dei nostri tempi che rispecchi le migliori caratteristiche della satira con il nuovo Le avventure rossobrune di Ego Fuffaro, edito da Shockdom. Un fumetto che risponde a un preciso desiderio di gettarsi nella mischia dei tempi moderni a testa alta e a gamba tesa, e che mettendo sotto i riflettori uno dei tanti personaggi che affollano i salotti televisivi moderni ne approfitta per dire due parole riguardo la nuova Italia e i suoi nuovi governanti.
Ovviamente, nell' Ego Fuffaro del titolo, paperoide privo di spina dorsale, è facile riconoscere il filosofo Diego Fusaro che da tempo imperversa nelle librerie e nelle televisioni, intellettuale per alcuni geniale, per altri filosofo d'accatto, pensierologo affascinante o retorico sloganista, figura eternamente indecisa tra destre e sinistre ma che nel frattempo richiama pubblico, raccoglie consensi, e viene portato a esempio del nuovo che avanza.
Inutile dire che, nel fumetto a lui dedicato, Spataro ne offre una versione leggermente diversa. Ne fa un papero in un mondo di animali – dimostrandoci per l'ennesima volta quanto efficaci siano queste rappresentazioni antropomorfizzate, e quanta serietà si possa ottenere con stili e personaggi all'apparenza facili e accessibili a tutti (proprio Shockdom ne aveva già dato efficace prova con Paperi dei fratelli Rincione); e ce ne racconta la storia di pulcino deriso e vilipeso, introverso ma spinto verso un'affermazione di sé totale e totalitaria.
Paperotto nato senza vertebre, quindi per sua natura facilmente disposto all'inchino e all'accondiscendenza, ma nello stesso tempo macrocefalo e quindi “dalla testa dura”, incline a diventare un pallone gonfiato, pronto a contraddire se stesso in cambio dell'unica cosa che in fondo sembra interessargli, a prescindere da ogni considerazione: i soldi, e la visibilità.
E il paperotto Fuffaro trova proprio per questo un suo posto legittimo proprio in questi anni, dei quali incarna l'uso disinvolto di una magniloquenza fine a se stessa, diventa fautore di un frasario ricercato che serve solo a ripetere pochi banali concetti di sicura presa per un elettorato invisibile e di bassa cultura e pretese, e che proprio per questo diviene un personaggio conteso da presentatori, giornalisti e esponenti politici di ogni fronte, che ne amplificano e condividono le bassezze.
Né di destra né di sinistra,ma forse tendente alla seconda, idealizzatore conto terzi di una loro improbabile fusione (il partito “rossobruno” dai cui il titolo dell'opera), motivato solamente dal denaro, onnipresente in rete, Fuffaro giganteggia tra nani grazie a un suo parlare aulico e contemporaneamente vuoto, intellettualoide, giungendo al punto di incontrare la vera corrente sotterranea che sembra animare ogni cosa: un misterioso mondo del Sottosopra che esiste parallelamente al nostro, un universo oscuro nel quale prosperano “il taciuto, il repellente, il rimosso”, e ovviamente il peggior Fascismo, in una divertente metafora alla StrangerThings che trasforma uno degli elementi portanti di quella innocua miniserie televisiva per aspiranti nerd in una spietata visione del nostro presente. Il tutto in un volume unico che diverte, sì, ma senza dimenticare di mettere nero su bianco le proprie sconsolate tesi politiche e anche artistiche.
Se infatti il tema principale del discorso imbastito dall'autore è sicuramente una critica al regime che si sta imponendo dopo le ultime elezioni, interessante è anche un secondo tema, e cioè quello della popolarità e dei modi per arrivare al successo oggi: essere visibili sempre e ovunque, essere “social”, dire e ridire cento volte le stesse cose, parlare per slogan ripetuti fino allo sfinimento, urlare al più basso elettorato/fan dicendo ciò che egli vuole sentire (perché se non lo dici tu andrà ad ascoltare qualcun altro, in un'assurda inversione dei ruoli tra autore e pubblico), esprimere concetti populisti e banali, e infine infarcire il tutto di prosopopea pseudo intellettualoide che conferisca al tutto una patina di nobiltà e cultura.Cosa che, a ben pensarci, è tutt'altro che inedita per gli imbonitori da rete internet.
Scrivere satira, si sa, impone un passo diverso rispetto a compilare una classica avventura. I personaggi, le loro idee e le loro opere hanno un peso uguale se non superiore a quello della storia pura; hanno necessità di essere spiegati e raccontati, e insieme a loro tutto il mondo che li circonda. Contrariamente ai prodotti di mero intrattenimento, lo sfondo ha spesso più peso del racconto, e risulta spesso difficile dosare fatti e spiegazioni.
Spataro però, forte della sua attività ormai di lunga data, sembra riuscirci bene, e ci offre un volume di agevole lettura, che anzi sembra interrompersi fin troppo repentinamente proprio dove pare che stia per arrivare “il bello”.
I suoi personaggi rimangono in molti casi sospesi, manca una closure, ma principalmente perché la satira è anche una narrazione “in diretta” che fotografa i propri eroi e mostri in un preciso momento (politico), in un eterno presente, in un “ora e qui” che è quello che all'autore interessa narrare e offrirci come monito. Impossibile quindi chiedere un futuro e un finale, la finzione non può che raggiungere lo stesso punto in cui la realtà si è fermata, e considerarsi riuscita anche solo in virtù di questo.
Molto adatto anche lo stile di disegno, reso più potente dai bei colori a tinte piatte. Se all'apparenza può sembrare semplicemente un gradevole pastiche Disneyano tendente a un sottile realismo, visto da vicino e nelle situazioni più salienti si dimostra invece capace di derive undeground, di orride deformazioni, e rivela una natura grottesca e repellente nascosta appena sotto la superficie che proprio per questo risulta molto affine e adatta a ciò che si sta raccontando. Delle matite chiare e leggibili, belle da vedere, al servizio della storia maspigolose quanto basta. Il tutto senza perdere quasi mai in stile, e senza passare il segno. Funzionano le versioni animali dei politici (delizioso il Di Maio versione suina, così carino che gli andrebbe dedicato almeno uno spin-off), ed è estremamente efficace il Sottosopra e i mostri sbavanti e uncinomuniti che lo popolano.
Scrivere satira significa anche schierarsi. È ovvio pensare che ciò che un autore critica sia proprio quello che più disprezza e vuole condannare. È comunque necessario lasciare in questa condanna uno spazio anche per il lettore, è necessario mantenersi il più possibile oggettivi senza lasciarsi trascinare da livori eccessivi, e cercando per quanto possibile di non scadere nel grottesco e nel volgare fini a loro stessi. Le avventure rossobrune di Ego Fuffaro non cade in questo tranello e, sebbene non risparmi colpi bassi (come l'autoerotismo Dannunziano di Ego, però solo accennato e lasciato alle menti dei lettori più smaliziati) ed esagerazioni (forse troppo ovvio – ma, ahimé, funzionale –ilSalvini ridotto a tenia intestinale), riesce comunque a rimanere in bilico tra il poco e il troppo. Come detto all'inizio richiede ovviamente un lettore che gli tenga testa, e che conosca la materia di cui si sta trattando, ma riesce a farsi comprendere più o meno da tutti.
Infine, scrivere satira in Italia, per di più a fumetti, e venire pubblicati, non è impresa facile. Le cose sono cambiate a partire dagli anni '80, con l'avvento di riviste come Frigidaire, Il Male e via dicendo; ma per il resto il panorama della narrativa disegnata italiana è sempre stato dedicato a mondi molto spesso irreali, o a realtà molto lontane dalla nostra.
Mentre gli altri paesi, in maniere più o meno realistiche e attente, raccontano spesso il loro mondo e i suoi problemi anche nelle storie a fumetti più mainstream, l'Italia è sempre stata attenta a lasciare chiesa e politica – ma in pratica anche quasi ogni accenno al nostro paese – al di fuori della narrativa disegnata, seppure con ottime eccezioni.
Fa piacere, dunque, vedere che un editore non prettamente politico come Shockdom si “permetta” l'ardire di pubblicare accanto a fantasy, supereroi e amore, racconti come questo Ego Fuffaro. Anche a prescindere dal messaggio, è già la presenza del contenitore a essere degna di nota.
Leggere Le avventure rossobrune di Ego Fuffaro sapendo cosa si ha davanti è dunque un'esperienza positiva, che poi ciascun lettore personalizzerà a seconda della propria preparazione e “credo”. Nelle 96 pagine c'è spazio per tutti e ogni personaggio viene scandagliato nelle sue profondità. Il papero Ego è messo in risalto nelle sue contraddizioni senza che si possa considerare il personaggio come demonizzato,bensì semplicemente come espressione di se stesso rapportata al reale, e il contesto creato è credibile e facilmente decifrabile. Un fumetto piacevole e completo, che conferma le capacità di un autore come Spataro, quanto mai lucido e deciso nelle sue riflessioni.
Abbiamo parlato di:
Le avventure rossobrune di Ego Fuffaro
Alessio Spataro
Shockdom, 2018
96 pagine, brossurato, colore – €12,00
ISBN: 978-8893361255