Chi è Lo Spazio Bianco: Angela Pansini
Per il nostro appuntamento alla scoperta di chi siano veramente i collaboratori de Lo Spazio Bianco, oggi intervistiamo Angela Pansini.
Ciao, Angela! È arrivato il tuo momento: presentati.
Speravo che questo momento non arrivasse, quando mi si dà carta bianca per parlare di me mi prende una irrefrenabile logorrea!
Come mi chiamo lo sapete già, sono una classe 1981, nata cresciuta e residente a Molfetta (BA), laureata in Editoria e Giornalismo con una tesi sulla storia del Fumetto italiano, giornalista freelance, bookaholic, filobritannica, cinefila, whovian e cosplayer. Sono consulente per una importante azienda nel ramo delle telecomunicazioni – che poi è un modo cool per dire che lavoro in un call center, per il customer care di un operatore telefonico. Siccome non mi è riuscito di entrare nel mondo dell’editoria, alimento la passione per i libri e i fumetti collaborando saltuariamente (e non chiedetemi se gratuitamente, ché è una domanda retorica) con qualche piccolo editore italiano. Nel 2011 ho fondato un gruppo di lettura a Bari, il Club del Libro, che mi riempie di gioia e soddisfazione personale.
Ho una gatta che ho chiamato come la protagonista di un film Disney, un mummudrai e ogni tanto, quando nessuno mi vede, indosso un fez.
Come hai conosciuto il sito?
Non ricordo né il come né il quando. Ricordo solo che Lo Spazio Bianco è da sempre uno dei siti sul mondo del fumetto che consulto sia per interesse personale che per motivi di studio. È stato per me importante fonte di informazioni durante il periodo della stesura della tesi di laurea, tanto da essere ovviamente citato nella bibliografia, ed era già da prima un ottimo spunto per la scelta delle mie letture fumettistiche.
Da quanto tempo sei con noi? E di cosa ti occupi principalmente?
Domani sarà il 3 febbraio [al momento dell’intervista – ndr], quindi esattamente un anno dal mio arrivo in redazione. Ero appena atterrata all’aeroporto di Torino-Caselle per una breve vacanza, quando ricevetti un messaggio su Twitter da parte di Ettore Gabrielli, che aveva letto alcune mie recensioni scritte per Temperamente.it e mi chiedeva se fossi interessata a far parte della squadra de Lo Spazio Bianco. Credo di aver avuto una reazione scomposta sul pullman diretto in centro, perché il ricordo immediatamente successivo è quello di un tizio, seduto nella fila accanto alla mia, che mi guardava malissimo.
Faccio quello che credo mi riesca meglio di altre cose: scrivo recensioni e sono nel gruppo dei revisori. Il primo compito è piuttosto ovvio, ma il secondo è quello che mi appassiona di più, perché coniugo la mia tendenza ‘grammarnazi’ e la mia natura di insopportabile precisina con quello che purtroppo non è diventata la mia professione: lavorare su un testo per limarlo a livello contenutistico e formale, cercando di migliorarlo e renderlo fruibile ai lettori.
Ti ricordi il tuo primo pezzo e la prima impressione avuta della redazione?
Il mio primo contributo è stato pubblicato il 2 aprile 2014 e si trattava di un approfondimento sul manga Gen di Hiroshima di Tezuka Osamu, in occasione della imminente pubblicazione dell’opera da parte della casa editrice Hikari.
Il lavoro di squadra de Lo Spazio Bianco mi ha subito colpito profondamente, in positivo. Venivo da dieci anni trascorsi nella redazione di un mensile, i cui tempi erano scanditi da riunioni di redazione, telefonate, giornate passate a correre qua e là per realizzare un servizio o un’intervista, pomeriggi al computer per scrivere un pezzo e serate in ufficio a correggere gli articoli e impaginarli e – perché negarlo? – litigare con i colleghi o con il direttore o l’editore.
Qui a LSB lo staff è composto da persone preparatissime, ma geograficamente molto distanti le une dalle altre, eppure ci si riesce a coordinare alla perfezione grazie a Internet e, naturalmente, alla paziente supervisione di Ettore. In più, facciamo quello che facciamo per passione e con passione e la pressione delle scadenze non si sente, come è anche inesistente quella spiacevole sensazione di dover scrivere di un argomento che proprio non ci va giù.
Un’altra cosa che ho amato subito de LSB è stata la consapevolezza di potersi esprimere sempre in piena libertà, senza imposizioni, senza veti. Non è una cosa poi così scontata, nel giornalismo e soprattutto quando si tocca il campo dell’editoria, il non doversi piegare a certe leggi non scritte.
Sappiamo che, oltre ai fumetti, la tua grande passione sono i libri. Nomina un libro/autore che ti descrive e uno che invece è anni luce da te.
Quando mi si chiede qual è il mio libro/autore preferito non posso fare a meno di nominare lo scrittore che ha saputo più di tutti toccare la mia anima con il suo grande capolavoro: Christopher Isherwood, Un uomo solo. Tom Ford ne ha tratto un film meraviglioso, anche se in parte si discosta dal romanzo, A Single Man, con Colin Firth. Li consiglio ambedue, e poi di approfondire la conoscenza di Isherwood con romanzi come Addio a Berlino, Mr. Norris se ne va, Leoni e ombre e i suoi molti altri. Adelphi ne sta facendo una buona opera di riedizione, per chi non è appassionato come me di antiquariato editoriale e mercatini dell’usato.
Sarebbe invece scontato parlare di Fabio Volo e Federico Moccia come gli scrittori da me più lontani, perché non li considero neppure tali. Un autore che non sopporto e che trovo anche tremendamente antipatico sul piano umano? Alessandro Baricco. La sua prosa mi appare retorica e inutilmente contorta. De gustibus!
Grazie per il tuo tempo, Angela, e buon lavoro!