L’animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata

L’animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata

Il volume di Andrea Fontana ed Enrico Azzano ci guida con maestria nel magico e vasto universo dello Studio Ghibli.

Immaginatevi bambini. Immaginatevi immersi in una vita fatta di sogni, illusioni, universi costruiti da tanti fantastici tasselli. Lo abbiamo vissuto tutti, non è difficile. Immaginate poi, solo per un attimo, che l'ingenuità, la purezza, quel sacro, fragile cristallo che è l'infanzia s'incrini, senza frantumarsi.

Nel 2013, durante il 70° Festival del Cinema di Venezia, annunciò il suo ritiro dall'attività cinematografica. Una notizia che venne accolta con stupore e dispiacere dai più, per quanto possibilmente giustificata dall'età avanzata del regista, sceneggiatore e animatore, uno dei capisaldi dello . La tendenza dello spettatore medio a identificare lo studio con la sola figura di Miyazaki è a tratti inevitabile, visto che è automatico associare a lui successi mondiali come La Città Incantata (vincitore dei prestigiosi Premio Oscar come miglior film d'animazione e Orso D'oro di Berlino nel 2003), Totoro, cui si accompagna una sterminata selezione di gadget, o Il Castello Errante di Howl.

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In Italia abbiamo due libri a lui dedicati, Hayao Miyazaki. Un mondo incantato di Valeria Arnaldi e Hayao Miyazaki. Il dio dell' “anime” di Alessandro Bencivenni, che ne ripercorrono il percorso formativo e professionale, attraverso la cui lente vediamo anche lo sviluppo dello Studio Ghibli.

Mancavano però una vera formalizzazione e un'indagine sulla nascita e la strutturazione dello Studio, dalla sua fondazione nel 1985 a oggi, ossia l'intento che si pone fin dal suo titolo il volume Studio Ghibli. L'animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata, mettendo subito l'accento su un'altra colonna portante dello Studio: .
Il libro di Enrico Azzano e Andrea Fontana si apre con un'introduzione che ha subito il sapore del chiusura di un cerchio mistico, scritta dal regista Yurij Norštejn, autore di un altro classico dell'animazione, ovvero il Racconto dei Racconti, del 1979.

L'opera è divisa in due parti principali: nella prima abbiamo cinque capitoli, a cura di Enrico Azzano, che si occupano di contestualizzare a livello storico la nascita e lo sviluppo dello Studio Ghibli, analizzando la sua crescita parallelamente agli eventi storico-economici del Giappone. I successivi, di Andrea Fontana, scendono nell'analisi specifica delle figure portanti dello studio, riflettendo anche su quali possano essere i possibili successori della pesante eredità lasciata da Takahata e Miyazaki, Goro Miyazaki e Yoshifumi Kondo, o di quel momento in cui il futuro sembrava giacere sereno nelle mani di Hiromasa Yonebayshi.

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Abbiamo poi una filmografia ragionata, che analizza nello specifico ogni film prodotto dallo Studio.
La seconda parte include una serie di contributi esterni che amplificano la multiformità e la trasversalità dei piani d'analisi delle opere, come quello in cui Mariuccia Ciotta mette a confronto, in modo non scontato e stimolante, le figure di e Hayao Miyazaki, o quello di Sergio Sozzo e Aldo Spiniello che riflettono sui fattori che hanno portato i film di Miyazaki e Takahata a differenziarsi dai panorami di animazione che li circondavano.

L'aggancio con il fumetto parte dall'intervento di , che analizza sia la produzione fumettistica più nota di Miyazaki, come Nausicaä, su cui si sofferma con un'approfondita analisi anche Francesco Boille, che quella meno conosciuta, come Zassou Nouto.

ghibliLe testimonianze di , ed dimostrano la sincera affezione verso le opere dello Studio, confermando ulteriormente l'importanza delle sue produzioni nel panorama artistico mondiale. Ma queste non sono che una piccola parte dei contributi contenuti nel volume.

Il rischio, quando si destrutturano film e opere di fantasia, è di snaturarle e renderle troppo fredde, perdendone la magia originale e riducendole a una sequenza meccanica di causa-effetto. Studio Ghibli. L'animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata riesce invece a mantenere un tono sognante ma non superficiale, come qualcuno che ti guidi in un lunghissimo e complesso viaggio con l'intento di raccontarti una storia che in qualche modo l'ha toccato, senza pretendere di elargire lezioni o nozioni pure.

Il linguaggio, nell'intera opera, resta fluido e scorrevole, mai fazioso o poco comprensibile, conscio dei lati solari e dei coni d'ombra degli eventi che vengono raccontati. Si attraversano le favole e il folklore giapponese con Totoro e Kiki-Consegne a Domicilio, il dramma della guerra in Una Tomba per le Lucciole e Porco Rosso, l'impegno ambientalista di Pom Poko e Laputa-Il Castello nel Cielo. Si riflette sui flop, come quello de Il Segreto della Spada del Sole/ La grande avventura del piccolo principe Valiant o La Storia della Principessa Splendente (la cui produzione è durata otto anni) e l'impatto che hanno avuto sullo Studio e su Takahata stesso. Tutto seguendo gli eventi storici e gli sviluppi artistici del periodo, le loro influenze vicendevoli, i movimenti e i progetti sorti (per esempio, lo Studio Gainax) e crollati nell'orbita dello Studio. Non viene dato niente per scontato, dalla terminologia alle date, e l'apparato di note molto ricco permette una comprensione agile anche dei concetti linguistici e culturali giapponesi, oltre alle biografie e bibliografie degli autori collaterali citati (ad esempio ).

È un libro che mette il punto su un ciclo di vita fondamentale dell'animazione giapponese e mondiale, aprendo molti spunti di approfondimento per il futuro, grazie anche a paragoni audaci e non scontati (per esempio, quello con Lucio Battisti) sia per il lettore neofita che per quello esperto. Ciò di cui si sente la mancanza è un compendio di foto e immagini che aiutino a contestualizzare visivamente le opere e i suoi protagonisti, sia umani che animati.

Abbiamo parlato di:
Studio Ghibli. L'animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata
Andrea Fontana, Enrico Azzano
Bietti, Collana Heterotopia 2015
260 pagine – 20,00 €
ISBN: 978-8882483319

1 Commento

1 Commento

  1. Marco Pellitteri

    1 Settembre 2015 a 11:24

    Bella recensione.
    Segnalo che ci sono anche altri libri scritti da autori italiani su Miyazaki, fra i quali spicca quello di Anna Antonini, “L’incanto del mondo”.

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