L'animazione post-Miyazaki
Una interessante analisi apparsa nei giorni scorsi su Variety punta l'attenzione sull'animazione giapponese (e non solo) in seguito all'annuncio, avvenuto nel 2013, da parte di Hayao Miyazaki del suo ritiro, evidenziando chi potrebbero essere i suoi papabili eredi.
L'articolo, scritto dal corrispondente in Giappone della rivista Mark Schilling, oltre che puntare su nomi interni allo Studio Ghibli come il figlio del grande regista, Goro Miyazaki, o Hiromasa Yonebayashi, che recentemente ha diretto When Marnie was There, guarda anche a nomi differenti legati in qualche modo con lo studio di animazione.
La storica casa di distribuzione Toho infatti, ha annunciato lo scorso dicembre che distribuirà nelle sale due nuove pellicole co-prodotte dallo studio di Miyazaki, ma realizzate da registi che non fanno parte attivamente della società.
È questo il caso infatti di The Red Turtle del danese Michael Dudok de Wit e di Your Name? di Makoto Shinkai, ritenuto da molti osservatori il “nuovo Miyazaki” grazie al suo stile attento ai dettagli, mentre al'orizzonte si staglia anche il nome di Mamoru Hosoda, che con The Boy & the Beast ha fatto faville al box office del Sol Levante.
Secondo Jonathan Clements, autore del libro “Anime: A History“, l'era dello Studio Ghibli potrebbe essere definitivamente al tramonto dopo il ritiro del grande regista, sottolineando alcuni elementi che renderebbero valida questa toeria.
È davvero finita per loro – ha dichiarato Clements – È una decisione brutale, commerciale, ma si basa su prove certe a partire dall'ultimo decennio in cui nemmeno il nome Ghibli su un film garantiva che questi potesse eguagliare il successo di un film di Hayao Miyazaki. ‘The Red Turtlé non è un vero e proprio film Ghibli, nonostante il sostegno della produzione in studio, con il co-fondatore Isao Takahata che partecipa come produttore artistico. È un esperimento per vedere se un imprimatur Ghibli è sufficiente per fare ottenere al film un avvio al box office in buona salute; e se non funziona, hanno la negazione plausibile per tenere questo progetto fuori dalla storia dello studio. Tutti saranno piacevolmente sorpresi se ‘The Red Turtlé sarà un successo al botteghino, ma io non credo che qualcuno se lo aspetti.
Per lo Studio Ghibli, il futuro sarà delineato anche dal come affrontare il grande successo di franchise di animazione generati da prodotti televisivi o videogiochi, e che solo nell'ultimo anno hanno monopolizzato il box office giapponese. Secondo Variety infatti nella Top 20 dei maggiori successi al box office giapponese, ben 10 erano film animati, di cui 7 facenti parte di franchise di un certo peso come Detective Conan, Dragonball, Doraemon e Naruto.
Queste opere hanno come target in generale la famiglia e hanno una popolarità costante e di lungo termine – ha affermato Eddie Moriya, responsabile sviluppo del business per Polygon Pictures casa di animazione creata nel 1983 e che ha prodotto numerosi film di questo tipo.
Secondo Moriya, ci sono numerosi studi di produzione come la Polygon che realizzano film per una fascia di mercato più ampio e che quindi agiscono in maniera differente da quanto ha sempre fatto lo Studio Ghibli, il quale fin dall'inizio ha lavorato per rendere la propria animazione di alta qualità, con costi e rischi fortemente elevati.
Gli altri Studios non potevano competere con Ghibli in termini di qualità, dal momento che avrebbero bisogno di finire il lavoro su una grande quantità di animazione entro lo stesso tempo. Perciò non possono improvvisamente fare la stessa cosa che fanno allo Studio Ghibli.
L'unica eccezione sembra essere proprio Mamoru Hosoda, che ha fondato la sua casa di produzione, Studio Chizu, e che Moriya definisce la cosa più simile e vicina a quello che fu lo Studio Ghibli degli inizi. Per il produttore, comunque, la vera sfida nell'animazione giapponese per queste realtà legate alla tradizione è quella di resistere alla realizzazione di progetti cinematografici sempre più legati alla Computer-Grafica e al 3D, e all'uso ormai sempre più frequente delle nuove tecnologie, anche se la natura classica resterà sempre un grande punto di riferimento per le società più giovani.
Anche nel regno dei disegni a mano, gli animatori potranno passare dall'utilizzo di carta e penne a lavorare con la pen tablet – afferma Moriya – Inoltre, ci saranno più studi come il nostro che funzionano con personaggi realizzati in CG. Abbiamo una biblioteca di grandi opere Ghibli, a cui ci riferiamo costantemente, consciamente o inconsciamente. Ogni sforzo dei vari studios nel provare nuovi modi di espressione, facendo riferimento a Ghibli e ad altre grandi opere, è quello che porta il progresso e l'avanzamento per l'industria degli anime.
Deadpool
È uscito nei giorni scorsi nelle sale USA Deadpool, che si appresta a invadere quelle nostrane in settimana, con forte curiosità da parte del pubblico per un progetto che negli anni ha subito partenze e stop da parte della 20th Century Fox, prima di riuscire a ottenere il via libera definitivo dopo la diffusione di un grezzo test-footage di quella che sarebbe in seguito divenuta la pellicola con protagonista Ryan Reynolds.
È stato proprio l'attore, che per la seconda volta interpreta il folle mercenario Marvel, a parlare di questa lunga avventura divenuta realtà intervistato da hero Complex assieme al regista Tim Miller.
È come una favola. Quel video [il test-footage ndr] non è mai stato pensato per essere mostrato al pubblico. Ma penso che sia esclusivamente il motivo per cui il film è stato fatto.
Un certo dirigente che conoscevo continuava a dire ‘Se mai faremo un film di Deadpool, tu sarai Deadpool. Continuavo a dire, ‘Che cosa è Deadpool?' Ho letto i fumetti e, in maniera abbastanza sicuro , mi sono davvero collegato al suo mondo. Sapevo che avrei lavorato con una impronta diversa rispetto ad altri.
‘Green Lantern' [di cui Reynolds fu protagonista] è stato fondamentalmente condannato fin dall'inizio perché non c'era davvero uno script che funzionasse o che avesse una sua identità. Molti di questi film tratti fumetti, senza una chiara idea di ciò che il film voglia veramente dire, non si materializzeranno mai secondo le vostre aspettative.Deadpool è molto diverso. E non è solo per via della classificazione R o, della violenza o il tono e l'umore – ha aggiunto il regista – credo che la sua più grande forza sia prendere le aspettative che il pubblico ha per questo genere di film e prendere in giro quello che è stato un genere molto serio. Ciò non sarebbe potuto accadere prima che il pubblico avesse familiarità con i film tratti dai fumetti.
Secondo Rhett Reese, che assieme a Paul Wernick ha realizzato la sceneggiatura anni fa, la pellicola ha rischiato molte volte di non essere mai realizzata, ma che la tenacia di Miller ha aiutato il progetto a concretizzarsi, fino a ricevere luce verde dai dirigenti della Fox, anche per via dell'intervento di Simon Kinberg.
Il progetto spesso è quasi morto – ha affermato Reese – Tim [Miller] ha dato lo script ad alcuni suoi amici potenti, come David Fincher e James Cameron. A entrambi è piaciuto e hanno espresso il perché ai dirigenti dello Studio. Abbiamo tirato qualsiasi filo che avremmo potuto tirare.
Il tono di Deadpool è quasi l'opposto dei principali film degli X-Men – ha invece affermato Kinberg, il quale ha persuaso la Fox – è stata una scelta di fiducia piuttosto audace.
Interpellati invece da CBR, i due sceneggiatori hanno sottolineato lo sviluppo, iniziato nel 2009, del progetto, e dell'evoluzione dello script da loro realizzato fin dalla bozza iniziale.
Siamo stati assunti nel 2009, e abbiamo scritto una bozza ogni anno solare da allora. È interessante, perché se si torna indietro a leggere il progetto originale e poi si guarda il film, io direi che è circa il 70% di ciò che è stato scritto quando abbiamo iniziato molti anni fa. È davvero quello che si vede sullo schermo, totalmente lo stesso. Ci sono state delle iterazioni. Abbiamo scritto una bozza PG-13 lungo la strada per cercare di ri-energizzare il progetto e vedere se la Fox avrebbe compiuto il salto con noi su una versione PG-13. I personaggi sono andati e venuti. Ma in realtà il nucleo di ciò che si vede sullo schermo è apparso in quel primo progetto di molto tempo fa – ha dichiarato Wernick.
Darabont contro AMC: prima vittoria
Continua la querelle legale che, da qualche mese, oppone il regista e sceneggiatore Frank Darabont al network AMC in merito ai profitti derivanti dal serial The Walking Dead. Nei giorni scorsi, un giudice della Corte Suprema di New York ha deciso di consentire le modifiche alla denuncia fatta da Darabont, alla ricerca di una fetta più grande dei profitti.
Insieme con i suoi agenti alla CAA, l'autore accusa la rete televisiva di avergli rubato decine di milioni di dollari, mentre AMC sostiene di avere negoziato all'epoca il diritto di stabilire un canone figurativo.
Lo scorso agosto, Darabont ha modificato la sua causa per aggiungere un ulteriore affermazione che AMC ha impropriamente ridotto la sua quota di profitto in un altro modo. Essendo la persona che per prima ha sviluppato The Walking Dead facendo poi approdare il serial a AMC, Darabont aveva il diritto di ottenere fino al 10 per cento dei profitti della serie, ma visto che questi non aveva completato la seconda stagione come produttore esecutivo a tempo pieno, AMC ha contabilizzato 3/4, facendogli ottenere solo il 7,5 per cento. Gli avvocati di Darabont sostengono che il loro assistito ha comunque lavorato su tutti gli episodi della seconda stagione e che il contratto, o l'intenzione del contratto, non significava che doveva lavorare a tempo pieno nello show.
Gli avvocati del network hanno cercato di evitare quella che poi è stata la decisione del giudice, tentando di dimostrare che Darabont non aveva lavorato come showrunner dello show a tempo pieno dopo il 27 luglio 2011.
La causa comunque è solo all'inizio del dibattimento, e forse ancora a livello embrionale nonostante siano già passati tre anni, anche perché AMC ha intentato una nuova azione legale in California per costringere la comparsa di un altro testimone nella vicenda.
Iron Man 3
Un giudice ha stabilito nei giorni scorsi che la causa sul progetto per l'armatura del franchise di Iron Man e in particolare quella del film Iron Man 3, intentata nel 2015 da Ben Lai e Ray Lai della Horizon Comics, non ha posto nei tribunali del Massachusetts.
Secondo The Hollywood Reporter, la Disney e la Marvel sono protetti dalla querela perché il giudice ha deciso che la questione non appartiene ai tribunali dello Stato per quanto concerne la legislazione sul copyright e il marketing.
La causa era iniziata lo scorso anno, quando i due avevano accusato le due major di avere basato il design dell'armatura indossata da Robert Downey Jr. sul loro fumetto Radix, pubblicato nel 2001, inviando anche missive con avvisi di cessazione poco prima della premiere di Iron Man 3.
Dopo la decisione del giudice, i due hanno fatto sapere che continueranno la causa legale, ovviamente al di fuori del Massachusettes.
DC Superhero Girls
Warner Bros. Consumer Products e DC Entertainment, in collaborazione con Mattel, sono entrati in una partnership esclusiva con Target per offrire una nuova linea di merchandising ispirata alla serie di cortometraggi animati DC Super Hero Girls.
La nuova collezione sarà caratterizzata da un assortimento di prodotti in più categorie tra cui giocattoli, abbigliamento e accessori, editoria e altro ancora, per essere venduti esclusivamente da Target dall'inizio di marzo.
La linea di giocattoli Mattel (licenziatario storico di DC Comics) comprende una serie di innovazioni nel settore come la prima action figure da 15 centimentri progettata per un pubblico di ragazze, e la prima collezione di bambole che si distinguono per le pose eroiche e il primo ruolo d'azione nel settore dei giocattoli per bambine.
Inoltre, la rete televisiva Boomerang di Ted Turner sarà il partner esclusivo per la serie “DC Super Hero Girls” e lancerà un primo special di 44 minuti di “DC Super Hero ragazze” questa primavera.
Target si vanta di mantenere un impulso sulla cultura pop, e abbiamo un patrimonio dietro i franchise più caldi per portare ai nostri ospiti l'esclusivo merchandise dai loro film, spettacoli e personaggi preferiti – ha detto Scott Nygaard, vice presidente senior, del settore Merchandising di Target – Siamo entusiasti di lavorare con alcuni dei partner leader del settore e introdurre una nuova generazione di questi personaggi, conosciamo i fan di tutte le età i quali potranno abbracciare queste eroine amate e iconiche costruendo con loro nuovi ricordi.
Future Shock! The Story Of 2000AD
Metrodome International ha raggiunto un accordo Gravitas Ventures per distribuire in Nord America il documentario Future Shock! The Story Of 2000AD, sulla storia della casa editrice di fumetti che ha visto la creazione di Judge Dredd e Halo Jones.
Il documentario, in cui saranno incluse interviste a Neil Gaiman, John Wagner, al regista Alex Garland e Grant Morrison, è stato presentato al Fantastic Fest di Edimburgo e in seguito acquisito da Film4 per i diritti televisivi nel Regno Unito.
Prodotto da Stanton Media e Deviant Films, il film è diretto da Paul Goodwin e prodotto da Sean Hogan e Helen Mullane.
The Coldest City
Si sono spostate a Berlino negli ultimi giorni le riprese di The Coldest City, adattamento del graphic novel ambentato negli ultimi giorni prima della caduta del muro di Berlino, che vedrà protagonisti gli attori Charlize Theron e James McAvoy.
L'attrice sudafricana è stata avvistata sul set lo scorso lunedì, intenta a girare alcune sequenze, con un inedito look dai capelli rossi, mentre il giorno seguente ha sfoggiato un look biondo platino.