“Nel West, se la leggenda incontra la realtà, vince la leggenda”
È, quella sopra, una frase del grande regista John Ford, uno che il genere western lo conosceva molto bene.
Ed è anche una affermazione citata più volte in L’eroe e la leggenda, il volume cartonato all’interno del quale la Sergio Bonelli Editore presenta ai suoi lettori l’interpretazione di Tex data da Paolo Eleuteri Serpieri.
Mauro Boselli, nella sua prefazione all’opera, afferma che le leggende, come i personaggi che le popolano, non hanno un aspetto univoco; al loro interno convivono più facce, più punti di vista. Per tale motivo, in letteratura, esistono per esempio tanti Ulisse e tanti Orlando, grazie, oltre ai loro creatori originari, agli altri autori che ne hanno narrato a più riprese le gesta. Questa pluralità d’interpretazioni di personaggi mitici o mitologici è sempre stata dettata da più fattori, tra i quali il target anagrafico dei lettori a cui si rivolge (bambini, adolescenti, adulti) e il contesto sociale e temporale al quale gli autori appartengono che, di volta in volta, ha portato a sottolineare aspetti e particolari diversi di una stessa vicenda.
Tale molteplicità, oltre che in letteratura, è stata spesso applicata anche nel mondo del fumetto, a dir la verità molto di più in campo straniero che italiano.
Nell’universo supereroistico dei comics statunitensi ormai non si contano più le secret origins, le versioni ultimates e i reboot ai quali la maggior parte dei personaggi iconici, nessuno escluso, è stata sottoposta.
Nel nostro paese si è spesso avuto il limite di guardare con troppo timore reverenziale ad alcuni dei personaggi che hanno fatto la storia del fumetto italiano e che, a tutti gli effetti, di esso sono diventati dei miti; timore legato anche a una politica editoriale che ha sempre mirato a una “cristallizzazione” dei personaggi, con la presunzione che i lettori appassionati non avrebbero forse accettato interpretazioni diverse dei loro beniamini.
Negli ultimi anni qualcosa però si è incominciato a muovere nel fumetto popolare, basti pensare all’operazione DK posta in essere dall’Astorina sul personaggio di Diabolik.
E il vento di innovazione che da un po’ di tempo a questa parte sta soffiando negli uffici del maggior editore di fumetti italiano, la Bonelli, si è manifestato finalmente anche in questa direzione.
L’uscita de L’eroe e la leggenda ha una duplice valenza positiva. Da un punto di vista editoriale, segna il ritorno in edicola dei volumi cartonati bonelliani, a un prezzo competitivo e in un formato che in via Buonarroti non si vedeva ormai da 35 anni, dai tempi della collana Un uomo, un’avventura.
Da un punto di vista narrativo, se da un lato vede il ritorno di un progetto completamente autoriale all’interno del canone del fumetto seriale e popolare, dall’altro presenta la grande novità dell’interpretazione libera e altra che si dà di un personaggio iconico e con un’identità fortemente definita quale è Tex Willer.
Alcuni potrebbero obiettare che del ranger bonelliano già da anni venga regalata un’interpretazione “diversa” negli Speciali Tex, i cosiddetti Texoni; ma in quelle storie, gli autori coinvolti, spesso maestri di fama nazionale e internazionale, danno comunque una loro visione del personaggio fortemente radicata in quello che con gli anni è diventato il canone narrativo tipico bonelliano. Ciò dovuto anche al fatto che gli sceneggiatori di quelle avventure sono coloro che lavorano stabilmente alla serie mensile del ranger. A ciò si deve anche aggiungere che l’elevato numero di pagine degli albi di quella collana, con tempi di realizzazione non certo brevi, non incoraggia certo l’approccio autoriale verso il personaggio.
In questa sua opera invece Paolo Eleuteri Serpieri si spinge oltre, realizzando una storia completamente diversa rispetto alla norma (scritta e non) da un punto di vista narrativo, compositivo e di resa grafica e caratteriale del personaggio.
Il Tex di Serpieri è un Tex diverso, altro dal personaggio che troviamo tutti i mesi in edicola, ma con quest’ultimo coerente e non in antitesi.
Il maestro romano decide di ambientare la sua visione nella gioventù di Tex, antecedentemente alle avventure narrate nelle prime strisce del personaggio, dunque ancora prima che diventasse un ranger.
Questo regala all’autore un’ampia libertà di movimento, tanto visivamente quanto narrativamente. Serpieri decide così di raccontare un preciso episodio della gioventù dell’eroe, il suo primo incontro con Kit Carson, e sceglie di offrirlo al lettore attraverso l’io narrante di un vecchio Carson, ormai a riposo in una casa di cura newyorkese.
Questa scelta narrativa sembra fatta per rafforzare la certezza nei lettori che comunque si parla del Tex a cui loro sono abituati, benché si tratti di un Tex giovane, i cui tratti caratteriali non sono stemperati dalla maturità del personaggio che conosciamo, bensì si presentano in tutta l’asperità, l’immediatezza e la sfrontataggine tipiche della gioventù.
È un Tex comunque già coraggioso, con un forte senso della giustizia e, soprattutto, è un Tex già Aquila della Notte e dunque dalla parte degli indiani e pronto a opporsi a coloro che, anche all’interno di quella nazione, commettono crimini e atrocità.
In tutto ciò è comunque coerente con il Tex, di qualche anno più vecchio rispetto a quello rappresentato in questa opera, del quale hanno cominciato a narrarci Gianluigi Bonelli e Galep; anzi, il Tex di Serpieri si innesta a pieno titolo nei binari caratteriali del personaggio creato da Bonelli padre e a quei tratti, più che alla visione che negli anni successivi hanno scelto di dare Sergio Bonelli e altri autori, è molto debitore. Dunque un Tex aspro, con un carattere non facile, deciso e non disposto a scendere a compromessi, senza timore di mettersi contro la legge stabilita, se ritiene che questa ostacoli il suo senso di giustizia: un giustiziere, appunto, aspetto che nel corso degli anni si è un po’ affievolito nel personaggio, per quanto ultimamente Boselli stia facendo un’efficace opera di recupero.
Anche da un punto di vista visivo, Paolo Eleuteri Serpieri ci offre un Tex diverso, ma sempre riconoscibile.
Regala al personaggio una folta chioma, non così improbabile da ritrovare in quei luoghi e in quel tempo, come giustamente Ferruccio Giromini fa notare nella seconda prefazione al volume; gli dona un fisico più piazzato, rispetto al corpo asciutto cui siamo avvezzi, caratteristica che fa apparire il personaggio più basso rispetto all’immagine tradizionale.
Ma l’autore riesce soprattutto a restituire una visione dell’abbigliamento del ranger uguale ma allo stesso tempo diversa da quella abituale. Gli elementi peculiari del vestire di Tex ci sono già tutti, ma come per il suo carattere, appaiono più crudi, più rozzi; il foulard nero legato al collo è già presente, come la camicia gialla che, anziché essere in stoffa, viene resa da Serpieri quasi una sorta di giubbotto scamosciato sullo stile dei trapper. A tal fine, forse la resa della camicia che c’è nell’immagine in quarta di copertina del volume, con le frange su petto e spalle, sarebbe stata ancora più efficace di quella presente in tutta la storia, più semplice e senza decori.
Anche nelle armi Tex ricorda molto di più un trapper, rispetto alla sua versione tradizionale: al cinturone con appesa la pistola sul lato sinistro, calcio in avanti per una più rapida presa, Serpieri affianca un secondo cinturone dotato di un coltello indiano dalla lunga lama e di un’accetta. In tutto questo non manca certo il fucile, ma non il classico Winchester a cui ci ha abituato la serie mensile, ma un più maneggiabile Sharp a canna corta.
Da un punto di vista compositivo, la libertà data a Serpieri è totale. Scordiamoci la tipica gabbia bonelliana che non viene mai presa in considerazione dall’autore; le tavole sono “fluide” con vignette mai completamente contornate che sfumano le une nelle altre, che molto da vicino ricordano alcune opere del fumetto western francese, ma che hanno il limite di essere troppo simili e ripetitive tra loro. In alcune pagine poi, la quantità dei baloon di testo, appare decisamente eccessiva e ingombrante; per quanto nella prefazione si voglia far passare la ricchezza di testo come una qualità necessaria ai fini del racconto, ci sono alcune tavole che vengono chiaramente penalizzate per far spazio a brani testuali che in determinati casi appaiono ripetitivi e didascalici.
Lo stile di Serpieri è, da sempre, uno stile “illustrativo” con una grammatica del fumetto molto semplice e con una tensione rivolta più verso la resa estetica che la valenza narrativa; tale caratteristica è ribadita anche in questa storia, semplice e lineare, comunque godibile e che riesce a non essere completamente scontata con alcune trovate efficaci quali il finale metafumettistico e il gesto risolutivo di Tex nello scontro decisivo con il suo antagonista Luna Nera.
L’arte dell’autore non è chiaramente in discussione, la sua precisione nella ricostruzione storica del dettaglio realistico di armi e abbigliamento, nelle anatomie e nel paesaggio è quella consueta, anche se in alcuni passaggi le figure appaiono meno nitide di quelle alle quali ci ha abituati in passato, che, grazie al suo cosiddetto “tratteggio volumetrico”, si stagliavano nette e tridimensionali all’interno delle vignette. E quello stesso tratteggio, sua cifra stilistica da sempre, appare a volte eccessivo e appesantisce le figure che, in alcune pose, appaiono forse troppo rigide.
La colorazione è invece molto efficace, soprattutto nei toni cromatici scelti, mai esagerati, che donano alle tavole ancora maggior realismo.
Le criticità evidenziate non vanno a sminuire un fumetto la cui presenza è importante nel panorama fumettistico italiano in generale e nell’approccio autoriale a Tex in particolare.
È giusto che la Bonelli, con le risorse a disposizione che ha, abbia provato anche questo “esperimento”.
La riuscita di questo cartonato potrebbe fare da apripista a una collana aperiodica che raccolga al suo interno visioni diverse delle leggende a fumetti di via Buonarroti e tale speranza trova già una conferma nell’annuncio che Mario Alberti e Angelo Stano sono già al lavoro su nuovi volumi d’autore.
Abbiamo parlato di:
Tex: l’eroe e la leggenda
Paolo Eleuteri Serpieri
Sergio Bonelli Editore, febbraio 2015
52 pag., cartonato, colori, € 6,90
ISBN: 977197112700350011