A 15 anni Stéphanie scopre di essere incinta: la notizia fa fuggire il padre e getta la ragazza nella disperazione. Decide di tenere la bambina, che chiamerà Brenda, ma ben presto è schiacciata dal ruolo e dalle sue responsabilità, andando lentamente ma inesorabilmente alla deriva, riversando sulla figlia tutti i suoi rancori e le sue frustrazioni.
Little Mama (Piccola Mamma) – romanzo grafico di Halim Mahmoudi – racconta la vita di Brenda e la sua straordinaria sopravvivenza all’inferno quotidiano. “Mama” è il nomignolo con il quale Stéphanie si rivolge alla figlia, quando si pente delle violenze che le ha inferto, o nei rari momenti di serenità.
Brenda racconta la propria storia allo psicologo che la segue per aiutarla a confrontarsi con il carico di dolore, umiliazioni e sofferenze che ha accumulato negli anni e che hanno deformato la percezione di sé stessa.
Tavola dopo tavola, emerge un orrore continuo e pervasivo, fatto di sopraffazioni e violenze che la sola madre prima, e insieme al compagno poi – il padre di Kevin, fratellastro di Brenda – infliggono alla bambina giorno dopo giorno, a ogni occasione, anno dopo anno. La vita di Brenda trascorre quindi come un incubo dal quale gli adulti sottraggono ogni spiraglio di speranza.
Nonostante tutto questo, Brenda attraversa la vita con un forza d’animo straordinaria; a darle forza è solo il fratellastro Kevin, che la elegge come madre effettiva e affettiva.
Halim Mahmoudi – che firma il romanzo con il solo nome proprio “Halim” – racconta questa vicenda in un lungo flashback, interrotto a cadenza regolare da brevi scambi fra Brenda e lo psicologo o fra lo psicologo e sua moglie, il cui scopo è quello di evitare la saturazione emotiva nel lettore, esposto a una sequenza martellante di violenze e maltrattamenti.
La messa in scena sfrutta largamente piani ravvicinati, che portano in evidenza non solo la ferocia degli adulti, ma anche i volti e le espressioni dei personaggi, costruite con un tratto morbido e al tempo stesso netto. Le tavole fanno emergere la miseria affettiva della madre e del patrigno, incapaci di trovare un equilibrio affettivo, ripiegati su se stessi perché troppo presto abbandonati o fuggiti, in continua alternanza fra rancore da sfogare e pentimento per le proprie azioni. Proprio grazie a questa espressività, accade che una delle scene più profondamente spaventose sia quella che mostra la madre e il patrigno di Brenda improvvisamente trasformati, quasi genitori ideali.
La tensione crescente lungo tutto il racconto è amplificata dall’utilizzo di scene brevi ed emotivamente focalizzate: a volte sono piccoli momenti di distensione, con Stéphanie che trova un sorriso o una carezza, quasi sempre sono sfoghi d’odio o rancore, costruiti in un’implacabile struttura ternaria di equilibrio-pretesto-violenza chiusa all’acme, senza anticlimax che consenta di scaricare la tensione emotiva. Mahmoudi utilizza infine un piccolo accorgimento nella rappresentazione di Brenda, che lasciamo al lettore il piacere di scoprire, che gli consente di marcare i progressi della bambina attraverso la terapia.
Little Mama è una lettura che mette a disagio ma che chiude su una nota di ottimismo. Evita il patetico soprattutto grazie all’utilizzo di un registro distaccato – rintracciabile anche nell’approccio visuale, che mostra senza indulgere nella rappresentazione morbosa – e alla fine apre alla speranza. Lo scioglimento è l’unico ma decisivo momento luminoso di tutta la narrazione: la resistenza di Brenda alle angherie feroci della madre e del patrigno la salva dalla (auto)distruzione e, sebbene la forza della ragazzina sembri quasi incredibile, è funzionale a una chiusura che non sommerga emotivamente il lettore.
Il romanzo grafico di Halim Mahmoud è stato pubblicato originariamente in Francia per Dargaud; Europe Comics ne propone la versione inglese in formato digitale.
Abbiamo parlato di:
Little Mama
Halim Mahmoud
Traduzione inglese di Montana Kane
Europe Comics, 2018
192 pagine, digitale, bicromia – 9,99 €