Don Camillo – Via Crucis è il diciottesimo volume regolare dell'adattamento integrale a fumetti di Guareschi messo in campo da ReNoir, una serie di cui abbiamo spesso parlato. Come si può intuire dal titolo, il fumetto raccoglie una serie di episodi piuttosto drammatici nella storia del Mondo Piccolo, legati da un lato alla grande alluvione del novembre 1951, dall'altro all'allontanamento di Don Camillo dal paese.
La sceneggiatura dell'albo è, come al solito, del curatore Davide Barzi, mentre tutti i racconti sono disegnati da Alberto Locatelli, secondo un scelta di omogeneità visiva che valorizza la forte unitarietà delle storie presentate. Similmente, non si adotta il consueto criterio cronologico, ma si unificano le varie storie dedicate da Guareschi a questa specifica saga del personaggio, che lui stesso definiva “Storie dell'esilio e del ritorno”.
La copertina di Ennio Bufi, con colori di Anwar Abbas, è particolarmente efficace nel sintetizzare questo momento difficile del protagonista e della sua terra, con un'immagine che riprende un momento della storia ma assume anche forte valenza simbolica. Circa questa scena, appare interessante annotare che nella versione italiana del film Il ritorno di Don Camillo, tratto nel 1953 da questi racconti, è tagliato il momento della caduta di Don Camillo – che assume ovviamente un fortissimo significato simbolico, rimandando alla caduta di Cristo nella salita al Calvario e all'inevitabile “caduta” del cristiano nel suo percorso personale verso la redenzione. Nella versione francese era, invece, presente. In generale il Don Camillo di queste storie è personaggio più tragico (anche se mai in senso disperante, in Guareschi), più lontano dall'interpretazione più nettamente comica del Fernandel filmico.
Alla fedele accuratezza di Barzi corrisponde l'attenzione di Locatelli a questa resa psicologica, nelle espressioni dei volti e corporee: ad esempio, la rissa iniziale coi bestemmiatori, non ha per una volta il carattere parossistico e burattinesco di molti match di pugilato rusticano che Guareschi descrive con piglio divertito, ma è più cupa e seria; significativamente, parte da una blasfemia sprezzante che scatena Don Camillo ben più delle consuete beghe politiche. Il montaggio di tavola usa la consueta griglia a quattro strisce, come al solito con alcune caute variazioni che risultano perciò particolarmente d'impatto. Ad esempio, la pagina doppia dedicata all'alluvione, che mostra bene il solco causato dalla furia del fiume, nella terza striscia: anche grazie al sapiente uso espressivo dei balloon, che collegano il sacerdote al suo popolo, al di sopra delle acque.
All'interno della vicenda non mancano momenti di alleggerimento, ma il finale torna su un registro tragico e alto, con Don Camillo asserragliato nella sua chiesa come un capitano che non abbandona la nave che affonda, mentre fuori infuria l'alluvione. E anche la chiusura è cupa e meno conciliatoria, con Don Camillo che fissa sprezzante, passata la tempesta, il ritratto di Stalin nella casa del popolo, commentando “Guardate quanto fango c'è ancora sulle pareti!”. Una battuta icastica, che risulta particolarmente efficace nella sequenzialità fumettistica, e chiude la storia nel segno del ferreo anticomunismo militante di Guareschi.
Un numero quindi particolarmente significativo della lunga saga del Mondo Piccolo, reso con la solita filologica fedeltà che lo rende un tassello importante per gli appassionati del microcosmo guareschiano.
Abbiamo parlato di:
Don Camillo
Davide Barzi, Alberto Locatelli
ReNoir Comics, 2019
120 pagine, brossurato, bianco e nero – 12,90 €
ISBN: 9788865672235