I forti sopravvivono. I deboli muoiono. È l’immutabile legge della natura: si nasce predatori oppure prede.

Quello ideato da Paolo Margiotta, classe 1981, è un mondo regredito tecnologicamente che conserva solo vecchie rovine in ricordo del primato degli uomini nel quale gli animali, pur evoluti in forma bipede e capaci di parlare, conservano l’istinto primordiale del branco e della catena alimentare. I predatori, dotati di zanne e artigli, uccidono le prede, costrette a fuggire e nascondersi.
Un mondo reso in maniera mirabile da Francesca Perrone, classe 1995, grazie a uno stile dettagliato e morbido che sembra provenire dall’animazione e dall’illustrazione, realistico nel caratterizzare gli animali antropomorfi protagonisti ed evocativo quando deve sottolineare un momento, una pausa prima di uno scontro o l’ingresso tra le rovine di un mondo scomparso. I personaggi sono espressivi, grazie ai grandi occhi e alle bocche spalancate o ghignanti, e si muovono tra le tavole in maniera convincente, senza apparire mai statici anche grazie all’uso intelligente delle inquadrature e della forma delle vignette.
Convincente anche la colorazione, piena e brillante, che dona tridimensionalità alle forme e lascia trasparire in maniera indovinata qualche segno a matita che aiuta a rendere più vivo e materico il disegno, come se fossero rimaste tracce degli schizzi dell’autrice.
L’ambientazione viene esposta con pochi dettagli, sufficienti a fornire il contesto e a dare coerenza ai personaggi e alle vicende, risultando principalmente una variazione rispetto alla struttura basica della narrativa sul tema della vendetta, con l’eroina che diventa forte per perseguire il suo scopo, il viaggio verso la tana del proprio nemico, l’incontro con l’innocenza e la possibilità di una vita serena, gli eventi che la costringono in ogni caso a proseguire con il suo proposito originario, la ricerca di un senso una volta compiuto. Tutti aspetti che è facile ritrovare in altri fumetti, film, libri, tanto da essere elementi ormai classici di un certo tipo di storia.

E gli autori di Bianca riescono a farlo con la giusta misura, dando vita a personaggi caratterizzati quanto basta, utili allo svolgersi degli eventi, con pensieri, azioni e reazioni coerenti; gestiscono bene il ritmo del racconto, prendendosi le pause nei momenti giusti e spingendo sull’azione e sulla violenza quando serve per sottolineare il dramma e il percorso tormentato dei personaggi. Il racconto in gran parte suggerisce invece di spiegare per filo e per segno, lascia spunti che fanno pensare a un mondo più vasto di quello, delimitato, che è sfondo della vicenda, donando così un maggior respiro al racconto.
Non si tratta solo di svolgere correttamente una lezione – visto che parliamo di due autori usciti da poco dalla Scuola Internazionale di Comics di Napoli, alle prese con una storia “da manuale” – ma di saperla adattare al proprio stile senza tradirla, sfruttando gli elementi classici per darle forza e scegliendo bene dove e come inserire degli elementi diversi, spiazzanti.
Shockdom si conferma ancora una volta una casa editrice attenta ai giovani autori (entrambi qui al loro debutto professionale in Italia) e capace di offrire opere di genere come questa: precise, attente, misurate e, soprattutto, appassionati e divertenti. Un merito che forse non sempre le viene riconosciuto abbastanza.
Abbiamo parlato di:
Bianca – Little Lost Lamb
Paolo Margiotta, Francesca Perrone
Shockdom, 2019
128 pagine, brossurato, colori – 18,00 €
ISBN: 9788893361569

