La Terra è una severa maestra: “Non è mica la fine del mondo” di Riccioni e Tuono Pettinato

La Terra è una severa maestra: “Non è mica la fine del mondo” di Riccioni e Tuono Pettinato

Francesca Riccioni e Tuono Pettinato, con intelligenza e ironia, esaminano il modo con cui stiamo sfruttando le risorse del pianeta partendo da una premessa semplice ma efficace: la Terra dopo la nostra estinzione.

In Civiltà extraterrestri Isaac Asimov esprime un parere decisamente sconfortante per qualunque civiltà dell’universo: è molto poco probabile che una civiltà riesca a staccarsi dal proprio pianeta prima di estinguersi.

D’altra parte, se proviamo a capire quanto l’uomo abbia modificato l’ambiente della Terra fin dalla sua comparsa, alla fine ci troveremmo di fronte alla situazione raccontata con il ritmo di un diario di viaggio da Alan Weisman ne Il mondo senza di noi: il nostro pianeta, avendo il tempo sufficiente, riuscirebbe comunque a riprendersi dalla nostra presenza, ma le tracce del nostro passaggio resterebbero per centinaia di migliaia di anni, influenzando l’evoluzione delle forme di vita che avrebbero la fortuna di sopravviverci.
Se poi sparissimo in maniera devastante portandoci dietro buona parte dell’ambiente planetario, si potrebbe immaginare la Terra del futuro come una meta turistica per popolazioni extraterrestri galattiche in pellegrinaggio per osservare come una civiltà intelligente è stata in grado di ridurre il mondo in cui vive.

È esattamente così che inizia Non è mica la fine del mondo di Francesca Riccioni e Tuono Pettinato, con i turisti alieni che atterrano su una landa desertica mentre la guida afferma qualcosa del tipo:

Era una società (…) così evoluta che si è distrutta da sola.

In effetti, come mostrato in un recente articolo di astrobiologia, l’affermazione non è così iperbolica: su quattro possibili scenari futuri, uno solo porta a uno sviluppo sostenibile, due sono più o meno apocalittici e uno è oscillante tra periodi di abbondanza e di scarsità.

Forse c’è ancora speranza per il genere umano e allora proprio per questo vale la pena di parlare della sua estinzione, in un libro fantascientifico per ambientazione ma profondamente scientifico per ricchezza di informazioni e per precisione nella ricostruzione della storia dell’uomo sul pianeta. Una storia fatta di sfruttamento incontrollato delle risorse, inquinamento, distruzione dell’ambiente.

L’approccio adottato da Riccioni e Pettinato non è molto distante da quello che avevano scelto per Enigma: una griglia ordinata per le avventure degli alieni sulla Terra devastata e una struttura a tutta pagina senza vignette, molto infografica, per le spiegazioni più scientifiche. In quest’ultimo caso il racconto viene lasciato alla guida interattiva, un essere umano virtuale che spiega con piglio ironico e sarcastico come sia stato possibile portare a un punto di non ritorno il pianeta Terra.

Proprio i toni leggeri adottati dalla coppia di autori permette di avere una lettura veloce, pur se densa di informazioni, e mai didascalica che conduce il lettore a uno dei due messaggi fondamentali del libro: bisogna avere cura del pianeta perché è la nostra unica casa e non ne abbiamo una di ricambio, né ci sono molte possibilità di spostarsi su un altro pianeta mondo1.

Il secondo messaggio del libro, peraltro già esplicito dal titolo, è che qualunque cosa succeda, la vita trova sempre un modo per prosperare: nel caso della Terra i due autori lasciano aperta la porta della speranza grazie a dei piccoli esseri non meglio identificati – le cui avventure il lettore può seguire nelle strisce sottili poste in fondo alle pagine – che seguono le peripezie dei turisti extraterrestri.
È in loro, evidentemente, che sono riposte le speranze del pianeta (e degli autori stessi) di avere una nuova razza intelligente in grado di svilupparsi in armonia con la Terra.

Abbiamo parlato di:
Non è mica la fine del mondo
Francesca Riccioni, Tuono Pettinato
Rizzoli, ottobre 2017
144 pagine, cartonato, colori – 17,00 €
ISBN: 9788817097628


  1. Si dovrebbero citare le difficoltà tecniche nella terraformazione di Marte, per esempio, ma non sono pertinenti alla discussione, non essendo trattate nel volume di Riccioni e Pettinato 

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *