La stanza silenziosa: l’arte imita la vita

La stanza silenziosa: l’arte imita la vita

Canicola Edizioni porta in Italia una raccolta dei racconti della maturità di Yoshiharu Tsuge, in cui i suoi temi cardine vengono elevati ad un nuovo livello di sensibilità e potenza espressiva.

La stanza silenziosa è la nuova raccolta di storie brevi scritte e disegnate da Yoshiharu Tsuge pubblicata da Canicola Edizioni. I sette racconti inclusi nel volume, realizzati negli anni della maturità artistica e personale dell’autore, riprendono situazioni e temi già incontrati nella produzione di Tsuge, elevati però dallo stesso mangaka ad un livello superiore di sensibilità e potenza espressiva, grazie alla grande consapevolezza personale accumulata e il perenne ed intenso autobiografismo inserito all’interno delle vicende narrate.

Vista la quantità di tematiche e suggestioni che le diverse storie evocano, risulta necessario soffermarsi per qualche momento su ognuna di esse.

Ricordo di un’estate, nel suo mischiare erotismo e nostalgia, evidenzia una perdita di tranquillità personale e un turbamento esistenziale difficilmente controllabile dal protagonista, che si trova scisso tra l’attrazione morbosa per un corpo indifeso coinvolto in un incidente stradale e l’ansia per l’arrivo della polizia sul luogo del fatto.

L’incidente narra di un evento (un uomo che non vuole scendere dalla sua macchina bloccando il traffico) che scombussola la vita e la realtà del piccolo quartiere dove vivono il protagonista e la sua fidanzata. La modernità del racconto sta nel lasciare insoluto il mistero che fa da perno all’episodio e nell’incompiutezza finale generale, accentuando il valore della casualità della vita e del flusso ininterrotto del suo corso.

La stanza silenziosa descrive allo stesso tempo l’importanza di cercare e avere i propri spazi e l’effetto benefico dell’ozio. L’autore, per esaltare questi concetti, sceglie di comporre vignette ampie in modo da valorizzare gli ambienti e fornire loro il respiro adeguato, in una storia che rappresenta la stanza come metafora del porto sicuro per le proprie emozioni e gli spazi come luoghi di formazione dell’individuo.

Il gioco del giorno pone l’accento sul ruolo del non-detto e sull’importanza dei piccoli gesti, ammantando il tutto con un velo di insofferenza: il dolore fisico alla mano del protagonista si trasforma inevitabilmente in dolore esistenziale, e la fasciatura diventa così manifestazione e segno di riconoscimento di entrambi i mali.

Ikebukuro 100, nel suo piglio autobiografico ancor più marcato rispetto alle altre storie dell’antologia, riesce a convogliare efficacemente differenti concetti: la perenne insoddisfazione, la delusione per un amore irrealizzabile, la meschinità dell’uomo. L’analisi della vita dell’artista si fa inoltre più profonda, soprattutto nelle sue lotte interiori, nel suo senso di sconfitta e nella distanza tra aspirazioni e realtà, quest’ultima così dura da annichilire tutti i sogni di successo personale.

La vicina di casa mette in scena l’alter-ego dell’autore, chiamato non a caso Tsube come nel precedente racconto, che trovatosi di fronte a difficoltà economiche e lavorative, cerca di lasciarsi andare a un rapporto amoroso, pur consapevole del fatto che gli causerà patimento e tribolazione. A questa vicenda Tsuge interseca un’analisi dei rapporti di coppia, del divorzio e del rifiuto della politica e le soventi inquadrature oggettive in cui il protagonista guarda fuori da una finestra o una porta simboleggiano la dimensione di una fuga che, dalla sua situazione disastrosa, può essere solo immaginaria.

Addio è la chiusura simbolica della carriera dell’autore, dove ancora una volta all’autobiografia si mescolano fallimento, tradimento, tendenze suicide e insistenti paragoni, visivi e non, tra il protagonista e i cani. L’estremo (neo)realismo della storia rafforza tutte queste tematiche, consegnando ai posteri un intenso racconto breve che raggiunge vette di lirismo da annoverare tra i massimi esempi del fumetto nipponico e mondiale.

I disegni, dal tratto pulito e sottile, rivelano un’ampia gamma di modalità d’uso: essenzialità e tratteggio fitto, ombre nette e sfumate, ambienti realistici ma carichi di simbolismo. La recitazione dei personaggi è contenuta, le emozioni vengono spesso tenute dentro e ogni gesto e sguardo diventano fondamentali. Pertanto, risulta importante notare la resa delle espressioni visive e i movimenti e le pose dei corpi, che comunicano molto anche in assenza di dialoghi o didascalie.

La stanza silenziosa è quindi una raccolta prestigiosa, per forma e contenuti, che colma un vuoto all’interno delle pubblicazioni relative a Yoshiharu Tsuge e chiude idealmente la trilogia sulla maturità iniziata con L’uomo senza talento e proseguita con Il giovane Yoshio.

Abbiamo parlato di:
La stanza silenziosa
Yoshiharu Tsuge
Traduzione di Vincenzo Filosa
Canicola Edizioni, 2019
219 pagine, brossurato, bianco e nero – 19,00 €
ISBN: 9788899524364

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