La similitudine letteraria e a fumetti di Pepe Carvalho

La similitudine letteraria e a fumetti di Pepe Carvalho

Tunuè porta in Italia la trasposizione a fumetti di Tatuaggio, romanzo di Manuel Vázquez Montalbán che mette in scena Pepe Carvalho per la prima volta nei panni di investigatore privato. Racconto di genere noir e al contempo d’epoca, mirabilmente adattato da Migoya e Seguì.

Il romanzo di Manuel Vázquez Montalbán Tatuaggio viene pubblicato in Spagna nel 1974. È la seconda avventura con protagonista Pepe Carvalho, ma è la prima volta in cui il personaggio indossa i panni dell’investigatore privato, quel ruolo che lo ha fatto diventare un’icona e un modello letterari  del noir mediterraneo, accompagnando il suo autore in una trentennale carriera letteraria1.

Quando il fumettista Hernán Migoya decide di raccogliere l’invito di Daniel Vázquez Sallés – figlio di Montalban – ad adattare a fumetti Tatuaggio, sono passati oltre quarant’anni dalla prima pubblicazione del libro. Lo sceneggiatore spagnolo, a ragione, sente che esso non soltanto è un romanzo noir ma che è anche diventato un romanzo d’epoca: in esso si raccontano due città che non esistono più – la Barcellona e l’Amsterdam degli anni ’70 – e una società spagnola scomparsa, quella che viveva sotto il regime dittatoriale e militare franchista.

Migoya si rende conto da subito che non deve trasporre in un fumetto soltanto un romanzo di genere, ma anche un libro tra le cui pagine Montalbán ha fermato un’epoca ben precisa in una sorta di cronaca letteraria a essa contemporanea – come del resto farà nei successivi trent’anni nei quali Carvalho rimane coetaneo del suo creatore, vivendo avventure che raccontano in presa diretta la trasformazione del mondo e della società spagnole.
Per creare dunque un adattamento a fumetti che non rifletta esclusivamente gli elementi noir dell’opera originaria ma che, soprattutto visivamente, immerga i lettori in quei primi anni ’70, lo sceneggiatore decide di coinvolgere nel progetto il disegnatore Bartolemè Seguì, capace, grazie al suo stile ricco di particolari, di trasmettere le atmosfere del passato, negli abiti, negli ambienti e nei colori delle tavole da lui create.

La trama della storia è semplice: Pepe Carvalho viene incaricato di scoprire l’identità di un cadavere sfigurato rinvenuto in mare che presenta su una spalla un singolare tatuaggio. L’investigatore privato si immerge nel mondo della droga e della prostituzione che da Barcellona lo portano fino nei Paesi Bassi, in una indagine che man mano che avanza sembra impantanarsi sempre di più, fino alla soluzione finale che nella sua tragicità è la più semplice che si possa immaginare.

Attorno a questo costrutto narrativo tipicamente di genere, Montalbán mette in evidenza la propria cifra stilistica che lo ha contraddistinto in tutta la sua carriera: la capacità di creare serrati racconti polizieschi conditi da riflessioni filosofiche, politiche e sociali.

Migoya decide di trasporre fedelmente questi due elementi nel proprio adattamento. Se da un lato opta per uno sviluppo narrativo che segua precisamente quello del romanzo, l’idea per trasporre le riflessioni di Montalbán in un racconto a fumetti di fatto spiazza il lettore.
È Pepe Carvalho l’elemento catalizzatore del pensiero del romanziere, in tutti i suoi libri, e così deve essere anche nella trasposizione. E in una sorta tanto di omaggio quanto di rimando diretto all’opera originaria, il Carvalho pensato da Migoya si esprime nei dialoghi ma soprattutto nei pensieri, esattamente come nelle pagine del libro.

Lo stile estremamente letterario con il quale lo sceneggiatore ammanta le parole del protagonista di primo acchito appare stridente e assolutamente irrealistico. Si direbbe quasi che il personaggio reciti la sua parte, di fatto tradendo agli occhi di chi legge la finzione del racconto. Tuttavia, a ben guardare, e soprattutto se non si è completamente a digiuno dell’opera di Montalbán, la scelta stilistica di Migoya avvicina fortemente romanzo e fumetto, come se quest’ultimo si prefiggesse come scopo principale quello di dar forma visiva alle immagini che possono formarsi nella mente di un lettore leggendo Tatuaggio.

Altro elemento su cui Migoya decide di puntare fortemente è l’estrema riconoscibilità di Carvalho anche nelle pagine del fumetto. L’antieroe di Montálban è cinico, disincantato, colto, violento e manesco ma al contempo capace di slanci di umanità incredibili. E soprattutto, Pepe è un buongustaio, tanto in fatto di cucina (Montalbán è stato anche gastronomo) che di donne.
Tutte queste peculiarità sono presenti anche nelle pagine del fumetto e le due passioni del protagonista si compenetrano e si completano l’una nell’altra.

Tomeu Seguì, come abbiamo detto, definisce e completa graficamente l’opera di adattamento di Migoya, a cominciare dalle fattezze di Carvalho, modellato sulla figura dell’attore Ben Gazzara che lo stesso Montalbán immaginava come modello fisico ideale del suo personaggio.
A questa scelta il disegnatore affianca quella di tratteggiare i personaggi femminili della storia con i lineamenti delle attrici del cinema porno soft spagnolo di fine anni ’70, a cominciare da Charo, la prostituta con la quale Carvalho condivide un travagliato rapporto sentimentale.

Notevole è poi il lavoro fatto da Seguì su arredi, auto, ambienti e scorci cittadini: la capacità di restituire su carta i colori, le atmosfere e il design degli oggetti tipici del periodo storico è impressionante. In particolar modo la colorazione, dai toni desaturati e acidi, rimanda all’estetica peculiare di quegli anni, oltre che a certa fotografia cinematografica assolutamente anni ’70 che si ritrova anche in alcune pellicole di Pedro Almodovár ambientate nel medesimo periodo.

Da un punto di vista di struttura delle tavole, la scelta condivisa di disegnatore e sceneggiatore è stata quella di un prodotto tipicamente europeo, vicino per stile e forma a molta produzione della BD franco-belga. Da qui deriva una griglia compositiva sviluppata solitamente su quattro strisce, con un gioco di incastri di vignette dal taglio orizzontale e verticale, di varie dimensioni, per dare vita a una narrazione estremamente fitta.
Il disegno non si apre mai su immagini di grandi dimensioni, nemmeno a marcare i passaggi più importanti o d’impatto. Tuttavia questo è un elemento di cui non si sente la mancanza, grazie alla capacità di Seguì di lavorare sul particolare, sui giochi di luce, su ombre e colori, sulle espressioni facciali: a restituire stati d’animo e sentimenti dei personaggi, violenza e tragicità come anche riso e allegria, motori dell’intera narrazione.

L’adattamento a fumetti di Tatuaggio si incanala dunque in quelle trasposizioni che cercano una corrispondenza stretta con l’opera originaria, che hanno la capacità di arricchire l’immaginario collettivo da quella creato, aggiungendo tasselli narrativi nuovi.

Abbiamo parlato di:
Carvalho. Tatuaggio
Hernán Migoya, Bartolemè Seguì
Traduzione di Hado Lyria
Tunuè – collana “Prospero’s Books Extra, 2018
80 pagine, cartonato, colore – 17,00 €
ISBN: 9788867903078


  1. non a caso, Andrea Camilleri ha chiamato il “suo” commissario Montalbano, rendendo omaggio allo scrittore spagnolo e regalando al poliziotto di Vigata più di un tratto in comune con Carvalho 

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