La nuova Warner prende forma
La settimana appena trascorsa è stata foriera di molte novità per la Warner Bros., che aiutano a disegnare un quadro più chiaro delle nuove strategie attuate dal CEO David Zaslav. Tra quelle più importanti è da sottolineare certamente l'accordo pluriennale tra la major e il regista Matt Reeves, che segna un totale passo di discontinuità rispetto al passato recente della società.
Prima di addentrarci nei dettagli, è fondamentale evidenziare come questo accordo sia il primo vero atto di Michael De Luca e Pam Abdy, da qualche settimana nuovi responsabili di Warner Bros. Pictures Group, che va ad accogliere pienamente tra le proprie braccia le potenzialità del regista.
Come abbiamo accennato prima, questo accordo segna una certa discontinuità, soprattutto se raffrontato a quello che nel 2019 legò JJ Abrams e la sua Bad Robot alla major, con il proposito di realizzare alcuni progetti cinematografici e televisivi (non solo DC Comics), che però non hanno mai visto la luce, facendo emergere una forte frustrazione nella nuova dirigenza.
La differenza sostanziale è che questo nuovo accordo vede Matt Reeves pienamente coinvolto nei progetti in essere, con lo spin-off di The Batman sul Pinguino ormai ai nastri di partenza, con un altro progetto basato sull'Arkham Asylum e con il lavoro sulla sceneggiatura del sequel sull'uomo pipistrello che dovrebbe partire a breve. Da questo punto di vista, è quindi ovvio notare come l'attuale dirigenza della major abbia voluto avere la certezza granitica di un pieno coinvolgimento del regista, prima di realizzare un accordo dispendioso, soprattutto nell'ottica finanziaria di David Zaslav, tutta concentrata nello spendere quando si è certi di come spendere il denaro.
Inoltre, la prelazione di Reeves come sceneggiatore, regista e produttore per quanto riguarda anche le altre branche della produzione, tra cui Warner Animation Group, delinea come la major voglia utilizzare le idee di questi in vari ambiti, non concentrandosi solamente sui progetti basati sui fumetti DC Comics.
Altra notizia importante è stato l'annuncio delle nuove date di uscita di Aquaman and the Lost Kingdom e Shazam: Furia degli Dei, che se visti superficialmente possono sembrare indice di problemi, ma che invece sottolineano la volontà della Warner di puntare fortemente sui due prodotti, guardando all'origine dei due franchise.
Come ricorderete, inizialmente la data di uscita del sequel di Aquaman era stata fissata per questo dicembre, lo stesso periodo che vide nel 2018 la release nelle sale del primo capitolo, che alla fine incassò oltre 1 miliardo di dollari. Nel marzo dello scorso anno, però, con l'arrivo sempre più sicuro di Avatar – La via dell'acqua per questo Natale, la Warner decise di spostare nuovamente la data proprio per evitare un confronto anche tra due pellicole che avevano la stessa ambientazione sottomarina, anticipando il sequel di Shazam! e mettendolo in diretta sfida con il film di Cameron.
Ora, i due progetti tornano a una loro collocazione più naturale. Shazam: La furia degli Dei veleggia verso un sicuro 17 marzo, avendo come avversari soprattutto John Wick 4 e Haunted Mansion della Disney, mentre il film con l'eroe DC Comics interpretato da Jason Momoa ritorna al periodo natalizio del 2023, dove si potrebbe confrontare con il nuovo film di Star Trek della Paramount e l'atteso Star Wars Rogue Squadron, anche se entrambi i progetti, mentre vi scrivo, ancora non sono entrati ufficialmente in lavorazione.
Le connessioni di She-Hulk
La trasmissione dei primi due episodi di She-Hulk: Attorney at Law ha messo in evidenza alcuni elementi tra cui la bravura della sua protagonista Tatiana Maslany e la normalità di questa eroina, trascinata da avvocato a super-avvocato nello spazio di brevissimo tempo, abbracciando in pieno e con intelligenza la filosofia Marvel “Supereroi con superproblemi”. Oltre a questo, però, emerge un altro dato che rende la visione di questo show imperdibile per un fan del Marvel Cinematic Universe, ovvero una ritrovata vitalità delle connessioni con il resto dell'universo cinematografico, che qui assumono una portata ben più ampia, soprattutto per la professione di Jennifer Walters.
Soprattutto nel secondo episodio, con l'entrata del personaggio all'interno dello studio legale GLKH e della sua divisione per superumani, è chiaro come questi riferimenti si allargheranno costantemente di puntata in puntata, rendendo di fatto She-Hulk: Attorney at Law forse come la serie più interconnessa del MCU, ma anche capace di spiegarne di più le dinamiche, ovviamente con ironia e intrattenimento.
Questo elemento è da aggiungere a quei punti di forza che, fin da subito, hanno affascinato gli spettatori, e c'è da mordersi le dita se si pensa che un altro show Marvel Studios come Moon Knight abbia totalmente tralasciato questo fattore, puntando su una forzata narrazione standalone.
È vero che le troppe connessioni potrebbero in qualche modo schiacciare la narrazione, in alcuni casi, ma qui appare chiaro l'attuazione di un giusto bilanciamento che riesce a non calcare troppo la mano con riferimenti leggeri che servono proprio alla narrazione delle vicende della protagonista, come si evince dal fatto che la presenza di Emil Blonsky/Abominio (Tim Roth) avvenuta alcuni mesi fa in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli abbia di fatto avuto un effetto dirompente (e intelligente) sulla storyline attuale di She-Hulk.