Dopo Deadline, che poche ore fa ha diffuso alcuni dettagli circa i problemi dietro le quinte di X-Men: Dark Phoenix, è ora The Hollywood Reporter a dare uno sguardo in profondità alla debacle che ha portato la pellicola sui mutanti Marvel a uno dei peggiori esordi per il franchise dal 2000, anno dell’uscita del primo X-Men di Bryan Singer.
In un lungo reportage, il sito afferma che la pellicola era vista inizialmente come un modo per correggere gli errori di X-Men: Apocalisse, che incassò 200 milioni di dollari in meno rispetto all’elogiato X-Men: Giorni di un Futuro Passato, sottolineando però che una serie di passi falsi, suggeriti anche da esterni, hanno causato il fallimento.
Sin dall’inizio, infatti, sembrava che la Fox guidata da Stacey Snyder, Emma Watts e dai produttori Simon Kinberg e Hutch Parker avesse imparato la lezione dopo il deludente exploit di X-Men: Apocalisse, e che in una serie di incontri i dirigenti avessero capito che gli errori erano stati causati da una quantità eccessiva di esplosioni e scene di azione, non dovute quindi alla stanchezza del franchise in generale, dando la sensazione in casa Fox che quel film fosse stata una sorta di “anomalia” per la saga dei mutanti.
La scelta sarebbe così caduta su Simon Kinberg per dirigere il nuovo capitolo, anche a causa del fatto che, durante la lavorazione di X-Men: Apocalisse, lo sceneggiatore fosse intervenuto per girare alcune sequenze per l’assenza del regista Bryan Singer. Il lavoro di Kinberg, che non aveva mai diretto un film prima, conquistò le star principali, le quali spinsero per tornare in un nuovo sequel.
Le riprese di X-Men: Dark Phoenix si svolsero dal giugno all’ottobre 2017, ma successivamente durante la post-produzione sia Kinberg che la Fox si accorsero che il film aveva bisogno di una ulteriore lavorazione, che si svolse solamente un anno dopo, a causa degli impegni dei vari attori, con due settimane di riprese principali e altre tre settimane con il coinvolgimento della seconda unità.
La Fox non era preoccupata delle riprese aggiuntive, ma il cambio di release nelle sale sarebbe stato l’inizio dei veri problemi per Dark Phoenix. Inizialmente fissato per una uscita il 2 novembre 2018, fu poi spostato al 14 febbraio 2019 e poi, con il marketing già in corso, al 7 giugno 2019, sperando nel box office cinese e in una diffusione globale in contemporanea. Tuttavia, fonti citate dal sito indicano che la decisione era stata fatta per placare James Cameron, il quale avrebbe fatto pressioni per fare cambiare la data di uscita di Alita: Angelo della Battaglia, prevista per dicembre 2018.
Cameron era preoccupato per la data di dicembre, anche a causa delle uscite di altri film come Aquaman e Mary Poppins Returns. Stacey Snyder, secondo questa fonte, avrebbe accontentato Cameron facendo slittare X-Men: Dark Phoenix a giugno, ed Emma Watts, Kinberg e Parker l’avrebbero scongiurata più volte di non farlo. Parte del ragionamento consisteva nell’affermare che il film sui mutanti non era stato inteso come un prodotto per l’estate, e quindi disegnato per essere una specie di Anti-Apocalisse.
In quel momento, l’acquisizione della Fox da parte della Disney stava ormai prendendo piede, e questo avrebbe avuto una forte influenza sulla campagna promozionale, giudicata confusa.