La fantasmagorica Harley Quinn, il ritorno di Spider-Man

La fantasmagorica Harley Quinn, il ritorno di Spider-Man

In questa puntata una analisi del trailer di Birds of Prey e i pro e contro del ritorno di Spider-Man al Marvel Cinematic Universe.

Birds of Prey

La diffusione del primo trailer ufficiale di Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn, ha aperto le danze della campagna promozionale di uno tra i più attesi film del prossimo anno.
La pellicola diretta da Cathy Yan vede il ritorno sul grande schermo della Harley Quinn interpretata da Margot Robbie in Suicide Squad, unico personaggio a guadagnare una certa fortuna da un film che sembra appartenere a un lontano passato, vista l’evoluzione che i progetti cinematografici legati ai fumetti DC Comics hanno avuto nell’ultimo anno.

Mentre il Joker di Todd Phillips sembra essere l’iniziatore di una nuova linea di pellicole slegate dalla continuity ufficiale, la Harley Quinn della Robbie riprende le redini dell’universo condiviso, con un trailer che ci mostra la villain rompere la relazione con il clown del crimine e imbarcarsi in una folle avventura tutta al femminile.
Come hanno evidenziato alcuni addetti ai lavori, ancora una volta la Warner sceglie strade differenti rispetto a quelle intraprese dai Marvel Studios, e ancora una volta segna un punto a suo favore arrivando prima. Se con Wonder Woman la major aveva realizzato il primo film con protagonista una supereroina, con Birds of Prey si guarda per la prima volta a un gruppo interamente composto da donne, capitanato perlopiù da una criminale nota per i suoi comportamenti non proprio inclini alla salute mentale.

Questo modus operandi, che sta dando i suoi frutti da più di un anno grazie ai successi di Aquaman e Shazam, non copre comunque le insoddisfazioni di alcuni appassionati, che chiedono dei film più interconnessi tra loro, una scelta che la dirigenza della major sicuramente valuta come un passo indietro rispetto ai progressi fatti. E’ ormai chiaro che la Warner vuole continuare il progetto di un universo condiviso, ma senza che questo strangoli in qualche modo la libertà narrativa di ogni regista, una libertà che è intuibile nel trailer di Birds of Prey, in cui oltre un breve accenno alla “relazione tossica” con il suo amato “Mister J”, è palese lo scopo di andare avanti e raccontare qualcosa di nuovo, facente parte di una continuity ma non per questo suo prigioniero.

Da questo punto di vista, il film della Yan promette innanzitutto di costruire un ritratto di Harley Quinn più completo rispetto a quello visto in Suicide Squad, e la presenza di un cast prettamente femminile può aiutare in questo intento. Ovviamente, bisognerà vedere come saranno gestiti gli altri personaggi, e soprattutto come questi saranno introdotti nella trama principale, che sembra vedere Maschera Nera (Ewan McGregor) ossessionato proprio dalla figura della bella Harley.
Per tutti questi elementi, bisognerà aspettare però qualche mese, in quanto è ovvio che attualmente la Warner voglia puntare, dal punto di vista promozionale sulla figura di Margot Robbie, al centro dei riflettori per C’era una volta… a Hollywood, la quale sta vivendo un momento d’oro per la propria carriera. Trailer e poster infatti vedono solo Harley Quinn primeggiare, ed è molto probabile che sarà così anche nelle prossime settimane, in attesa di un full trailer con una trama più generale e una introduzione più dettagliata delle altre protagoniste.

Spider-Man, Marvel e Sony

Come ormai noto, nei giorni scorsi Marvel e Sony hanno trovato un accordo per continuare a mantenere il personaggio dello Spider-Man interpretato da Tom Holland all’interno del Marvel Cinematic Universe, non solo con la produzione di un terzo capitolo cinematografico, ma anche con l’apparizione dell’alter ego di Peter Parker in un futuro film Marvel ancora ignoto.
Se questa notizia ha ovviamente accontentato milioni di fan, desiderosi di un permanere dell’arrampicamuri all’interno di uno dei più interessanti esperimenti sul grande schermo degli ultimi dieci anni, ad alcuni analisti la cosa ha fatto storcere il naso, soprattutto guardando alla caratterizzazione che il Peter Parker dei film Marvel Studios/Sony ha avuto nei primi due capitoli diretti da Jon Watts.

A sottolineare questo elemento è stato Dani Di Placido in un articolo apparso su Forbes, dal titolo “Perché sono deluso dal ritorno a casa di Spider-Man”, in cui vengono fatti presenti, per supportare la propria tesi, alcuni paragoni tra l’attuale saga dell’Uomo Ragno e la famosa trilogia diretta da Sam Raimi e interpretata da Tobey Maguire.

La reinvenzione della Marvel di Spider-Man è stata intelligente e unica, ed è esattamente ciò che era necessario dopo il terribile Amazing Spider-Man 2. Ma lo Spider-Man di Holland non ha la qualità da “uomo comune” così vitale per il personaggio.
Ciò che rende Spider-Man così singolarmente attraente e riconoscibile, è la sua costante lotta; la trilogia di Sam Raimi è ancora la più pura incarnazione di Peter Parker, nel senso che era sempre il perdente. Senza un soldo, costretto a consegnare pizze, anche aiutando la campagna di propaganda di J. Jonah Jameson contro di lui, Peter Parker di Tobey Maguire era la definizione di oppresso. Ma indossava quella maschera e si sforzava di fare la differenza nonostante la sua stanchezza cronica, nonostante il fatto che l’affitto fosse in ritardo, il suo portafoglio vuoto e la sua vita personale sull’orlo del collasso.

Partendo da questa considerazione, il giornalista evidenzia come invece, al contrario, lo Spider-Man di Holland ritratto da Watts sia un giovane principalmente fortunato, il quale ha “ereditato” da Tony Stark una serie di costumi iper-tecnologici che, rispetto allo squattrinato Peter di Maguire, sarebbero l’apoteosi di un “ragazzino da fondo fiduciario”.

Ha ereditato casualmente una serie di costumi sempre più potenti e, infine, persino un sistema globale di sorveglianza con attacchi di droni. I suoi amici e i suoi cari sono completamente consapevoli e accettano la sua identità e il suo impegno per l’eroismo non gli provoca alcuna sofferenza personale, a parte il livido occasionale o il sangue dal naso.
È troppo facile per l’Uomo Ragno di Holland interpretare l’eroe: non ha bisogno di sacrificare una sola cosa. E per me, la bellezza di Spider-Man è il peso del suo peso; mentre Thor, Doctor Strange e Captain America sono eleganti superumani, Spider-Man dovrebbe essere uno di noi, che lotta per sopravvivere alla routine quotidiana.

In conclusione, per Di Placido l’accordo tra Sony e Marvel ha praticamente svuotato la prima di qualsiasi controllo sull’evoluzione narrativa e caratteriale del personaggio, aggiungendo che sono poche nel futuro le probabilità che l’arrampicamuri possa in qualche modo tornare alle sue origini. E’ vero, però, che il finale di Spider-Man: Far From Home  abbia messo in luce un futuro più oscuro per il vivace Holland e la sua incarnazione di Spidey, vista la rivelazione al mondo della sua identità. Ma sapranno i Marvel Studios fare tesoro di quel finale? E come sarebbe stato utilizzato invece un finale del genere se avessimo visto un film di Spidey fuori dal MCU, con il pieno controllo creativo Sony?

Peter Parker in Spider-Man 2 rinuncia al costume. Sapranno i Marvel Studios ritornare alla formula “supereroe con superproblemi” per lo Spidey di Tom Holland?

Donick Cary e Comedy Central

Lo scrittore e produttore Donick Cary ha firmato un accordo con Comedy Central Productions attraverso il quale svilupperà e produrrà progetti di animazione su tutte le piattaforme del network tramite la nuova branca dello studio, Comedy Central Productions. Come parte del suo accordo, Cary svilupperà le proprie idee e lavorerà con altri talenti e creatori per identificare e sviluppare proprietà animate per Comedy Central e altre piattaforme. L’accordo arriva sulla scia del rinnovo, da parte di Comedy Central, della serie animata South Park che ha ormai raggiunto le 26 stagioni.
Donick ha lavorato in passato a quattro stagioni de I Simpson, dove svolgeva il ruolo di co-produttore esecutivo e per il quale ha vinto un Emmy Award.

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