La fabbrica onirica del suono: l’omaggio psichedelico di Algozzino  

La fabbrica onirica del suono: l’omaggio psichedelico di Algozzino  

Attraverso l’epopea di una band immaginaria, Sergio Algozzino rende omaggio alla grande stagione della musica rock progressive italiana.

Fabbrica onirica_1Tra la fine degli anni ’60 e la metà degli anni ‘70, in Italia come nel resto del mondo, i costumi e la cultura vennero completamente stravolti e trasformati: dopo il boom economico, la crescita del popolo operaio e la lotta di classe da una parte, la battaglia per i diritti civili e per il cambiamento della cultura dominante dall’altro cambiarono il volto del nostro paese per sempre. Una rivoluzione a volte pacifica, altre volte drammaticamente meno, quella degli anni di piombo e del terrore, tanto rosso quanto nero. Questa forza di rinnovamento travolse anche la musica, partendo dai Beatles, che cambiarono completamente il modo di fare rock, per arrivare al progressive rock dei Genesis e dei Pink Floyd, passando per il cantautorato impegnato: un decennio pieno di idee brillanti e coraggiose, di energie straripanti a trazione giovanile che ancora oggi appare come proiettato nel futuro.

La Fabbrica Onirica del Suono, il graphic novel di Sergio Algozzino per Feltinelli Comics, riesce prima di tutto in quello che sin da subito appare l’intento principale del libro, ovvero l’omaggio sentito e spassionato a una grande stagione della musica italiana. Algozzino non è nuovo al racconto generazionale e all’omaggio a determinati momenti della storia e della cultura italiana, come visto nell’autobiografico Memorie a 8 bit (dedicato al decennio degli ’80): in questa nuova opera l’autore sfrutta la fittizia storia dei Jokers, poi diventati la Fabbrica Onirica del Suono che dà nome al titolo e infine la Fabbrica (seguendo l’evoluzione dei membri così come della musica e del clima socio-politico italiano), per ricreare le atmosfere elettrizzanti e psichedeliche che videro la musica italiana passare dalla realizzazione dei musicarelli (i film con protagonisti i cantanti e i gruppi più noti dell’epoca)  alla nascita di gruppi come i Dik Dik, Le Orme, i New Trolls, i Quelli (poi diventati la PFM, Premiata Forneria Marconi), e ancora più in giù con lo sperimentalismo degli Area, del Banco del Mutuo Soccorso, dei Goblin, tutti riuniti insieme da radio indipendenti e festival storici come il Festival di Re Nudo.

A tutto ciò si aggiunsero le influenze che arrivavano dall’estero e alimentavano questo fuoco creativo e il cantautorato italiano più impegnato, quello di Guccini, Dalla e Roversi, De André. Una storia grande e avvincente che vede la sua fine ideale nella morte di Demetrio Stratos, genio musicale degli Area, e nell’avvento del pop, del punk e della musica electro rock degli anni ‘80.Fabbrica onirica_2

Un lavoro di grande passione da parte di Algozzino, che infonde in questo tributo l’energia di una tavolozza fatta di colori acidi e contrasti lisergici, tipici delle copertine degli album di quegli anni, e che trovano il loro apice nelle pagine più oniriche che inframezzano la storia, un ideale videoclip che accompagna i testi delle canzoni del gruppo e la parabola di Nunzio. A questo, si aggiunge l’accuratezza del dettaglio con cui l’autore caratterizza vestiti, automobili, look dei personaggi, oggetti e strumenti musicali, oltre alla rappresentazione dei protagonisti reali della musica dell’epoca: una epopea immersiva che non sfocia mai nel nostalgico, ma che si fissa nell’immaginario del lettore grazie a un tratto pulito, un segno fermo e preciso che solo nelle sequenze lisergiche diventa più tremolante e volutamente sporco

Su questa passione portante, si intesse il racconto di un momento significativo della Storia dell’Italia, legato indissolubilmente alle vicende dei protagonisti, che rispecchiano la società di quegli anni: da una parte Patrizio, ragazzo che vuole vivere di musica, supportato negli studi dalla sua famiglia, che appartiene alla piccola borghesia; dall’altra Nunzio, operaio attivo politicamente e promotore dell’aspetto sociale delle canzoni della band, per le quali compone testi fortemente politici.

La parabola dei due e della loro band segue quella del paese, dai movimenti della controcultura agli anni di piombo, fino alla fine delle ideologie e, nella parte finale, ambientata nel presente, al loro superamento. Il loro incontro e i loro scontri simboleggiano con grande intensità il fervore di quegli anni e rientrano, per tematiche e idea di base, nella grande tradizione di un certo genere di racconto italiano, dal Fasciocomunista di Antonio Pennacchi a La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, per finire a esempi del fumetto recente come L’ora X: Una storia di Lotta Continua di Cosimo Damiano Damato, Erri De Luca e Paolo Castaldi o La prima bomba di Marco Rizzo e La Tram.
La struttura narrativa, piuttosto lineare nonostante i salti tra passato e presente, riesce però a mescolare bene cronaca musicale, storica e storie personali, coinvolgendo il lettore con un ritmo ben cadenzato. Permette soprattutto di mantenere un focus sul cuore più intimo del racconto e sull’evoluzione dei personaggi, sul loro progressivo allontanamento e sul loro incontro finale, che rappresenta l’acme emotivo della storia: due uomini uniti da una amicizia che il tempo ha provato, ma non scalfito.

Fabbrica onirica_3Purtroppo non tutto fila liscio in questo “concept album” storico concepito da Algozzino: alcuni personaggi, come la bella e sfacciata Tiziana, presentata inizialmente come rappresentante delle energie femministe di quegli anni, non vengono sviluppati in tutto il loro potenziale, restando troppo in ombra sullo sfondo della storia di Patrizio e Nunzio. La vera nota stonata è però rappresentata dai dialoghi: laddove le didascalie si fanno carico della parte dedicata alla storia della musica e del paese, i dialoghi vengono spesso utilizzati per raccontare il cambiamento, la trasformazione e anche la radicalizzazione delle ideologie, rappresentando in maniera verosimile i discorsi e le discussioni, sia politiche che esistenziali, che avvenivano tra amici a quell’epoca.
Nonostante questo e confrontandolo con la rappresentazione messa in atto nelle opere citate sopra, in vari passaggi le interazioni tra i personaggi vengono eccessivamente appesantite, risultando farraginose e affettate, rallentando il ritmo del racconto ma soprattutto coprendo di artificiosità l’autenticità di un rapporto di amicizia, altrimenti ben costruito, tra i due protagonisti. Non è un caso che proprio nella parte finale, dove queste ideologie vengono abbandonate, gli scambi tra i due diventino più verosimili ed emozionanti. Lo stesso vale per i disegni, che nella loro compostezza geometrica e nella loro pulizia in alcuni frangenti risultano eccessivamente rigidi.

La Fabbrica Onirica del Suono, mancando in alcuni passaggi di un cuore emotivo forte e coinvolgente, appare come un’opera non completamente riuscita. Al tempo stesso resta l’ambizione principale del racconto, questa sì realizzata, di creare un omaggio sentito alla musica rock e progressive, al suo valore storico e sociale, alla sua energia e sperimentalità dall’infinito potenziale. L’affresco di un’epoca che non tornerà più, ma le cui note non smettono di affascinare e conquistare, risuonando forti e chiare in questo fumetto.

Abbiamo parlato di:
La Fabbrica Onirica del Suono
Sergio Algozzino
Feltrinelli Comics, 2021
128 pagine, brossurato, colore – 16,00 €
ISBN: 9788807550683

 

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *