La crociata degli innocenti: il viaggio dei bambini verso il Santo Sepolcro

La crociata degli innocenti: il viaggio dei bambini verso il Santo Sepolcro

Crociata-innocenti-COVERChloé Cruchaudet, già autrice di Groenlandia Manhattan e Poco raccomandabile, ha pubblicato per Coconino Press La crociata degli innocenti. In questo racconto riprende un episodio del passato, anche se di dubbia verità storica, per indurci a riflettere sulla condizione dell’infanzia e sul ruolo centrale della religione sin dalla giovane età durante il Medioevo.

Si tratta della leggendaria crociata dei bambini, riportata da una cinquantina di fonti (anche se in maniera contraddittoria e frammentaria), che narrano di come nel 1212 partirono, sia dalla Francia sia dalla Germania, ben due crociate di giovanissimi, guidate rispettivamente da un pastorello di nome Stefano in Francia e da un suo coetaneo, di nome Nicola, in Germania. L’intento delle spedizioni, ispirato direttamente da Gesù, era di arrivare in Terrasanta e liberare il Santo Sepolcro dal dominio musulmano.

Chloé Cruchaudet, basandosi su un’ampia documentazione storica per la ricostruzione dell’ambientazione di quella che era la vita dei bambini nei secoli XII e XIII, ci conduce direttamente nella storia del piccolo Colas. Quest’ultimo, scappato dalla sua misera casa, dove è continuamente punito e rimproverato, finisce a lavorare in un birrificio con altri bambini sfruttati, maltrattati e affamati come lui. Un giorno, però, dopo essere stato a messa e aver sentito della misericordia di Gesù, Colas intravede una sagoma sotto il ghiaccio e si convince, suggestionato anche dalle parole dell’amico Camille, di aver avuto un’apparizione divina. Camille, infatti, persuade Colas di essere una sorta di eletto e che Gesù gli stia chiedendo di andare al Santo Sepolcro. Esaltati da questa convinzione, i due amici riescono a reclutare altri piccoli lavoratori del birrificio e partono per un lungo e drammatico viaggio.

Spinti dalla povertà e dall’odio per gli adulti che li trattano a guisa di schiavi, i fanciulli intraprendono un difficile cammino durante il quale fanno proseliti tra altri bambini, attirati dall’eco delle notizie della loro impresa. Il viaggio si sviluppa nell’arco temporale di un anno, in cui le stagioni scandiscono la narrazione in capitoli, anticipati da stralci di letteratura medioevale che introducono il lettore nelle atmosfere degli episodi raccontati.

Le fonti idealizzano queste crociate raccontandole come assolutamente pacifiche e prive di violenza; Cruchaudet invece immagina che i bambini, costretti dalle spietate condizioni che devono affrontare, siano condannati a perdere la loro ingenuità e l’innocenza, rubando e nascondendosi il cibo l’un l’altro, mentendo e macchiandosi di atti violenti.

Particolarmente originale è l’espediente letterario usato dall’autrice, che riesce a fondere la leggenda, il teatro e la fiaba, in un meccanismo che si svelerà solo alla fine del libro. Ella riesce così a ricostruire in modo verosimile l’avventura dei bambini nella realtà storica dell’epoca, durante la quale la giovane età è tutt’altro che un momento di spensieratezza; eppure i piccoli protagonisti alternano momenti di gioco e scherzo infantile a momenti di rivalità, cattiveria e disperazione, nel tentativo di mantenere la speranza a dispetto della realtà impietosa.

Nelle tavole del libro, i bambini in cammino passano dall’avere un’aria pura e sognante ad assumere espressioni crudeli sui volti deformati dalla fame e dal freddo: man mano che procedono, le avversità sembrano avere la meglio sul sentimento di fiducia e gioia che aveva guidato l’inizio della spedizione. Ad esempio, in un primo tempo i bambini fanno sfoggio di creatività, improvvisando spettacoli sulla propria impresa allo scopo di raccogliere soldi e cibo; in seguito, spinti dalla fame, finiscono per saccheggiare case e derubare persone, convinti che l’arrivo al Sepolcro cancellerà tutti i loro peccati.3

L’istinto alla sopravvivenza, al cospetto di un destino apparentemente immodificabile, conduce poi “gli innocenti” a essere ingannati e schiavizzati; nell’eterna lotta contro il mondo adulto, essi stessi finiscono per diventare “grandi” prima del tempo. Il disegno è molto asciutto, con gamme cromatiche beige, seppia e blu-viola che mostrano una forte coerenza con la natura ostile contro cui i piccoli crociati devono lottare, muovendosi lungo distese di neve, luoghi aridi e deserti, mantenuti in vita dalla sola convinzione che a Gerusalemme possano trovare un conforto, un letto, un’esistenza dignitosa. Le variazioni tonali sono minime ma efficaci, riuscendo a restituire le piccole ombre dei tanti bambini incappucciati. Gli adulti sono rappresentati come sagome enormi, di una monumentalità minacciosa e inquadrati dal basso verso l’alto, secondo il punto di vista dell’infanzia.

A tal proposito, è interessante notare che le illustrazioni ricordano spesso le atmosfere oscure delle fiabe dei fratelli Grimm. Una somiglianza che con ogni probabilità non è dovuta al caso: anche in quei racconti, infatti, ai bambini non vengono risparmiati i particolari più estremi e cruenti della realtà.

Abbiamo parlato di:
Chloé Cruchaudet
La crociata degli innocenti
Traduzione di Francesca Scala
Coconino Press, 2020
172 pagine, cartonato, a colori – 22,00 €
ISBN: 9788876185397

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