Batgirl e la nuova Warner
La cancellazione del film di Batgirl realizzato da HBO Max è arrivata come un fulmine a ciel sereno per gli spettatori in attesa dell'adattamento sull'eroina DC Comics, ma molto meno per gli addetti ai lavori che nelle ultime settimane hanno osservato quello che appare sempre più come un ridimensionamento di HBO Max mentre la piattaforma si avvia verso una fusione con Discovery+.
Al centro della questione, come abbiamo già evidenziato, c'è la strategia del nuovo CEO della major, David Zaslav, che, seppur cinica e senza pietà, risponde a delle esigenze che lo stesso mercato richiede, oltre che a una ristrutturazione della società che punta a valorizzare le sale cinematografiche, soprattutto in un periodo come quello attuale, in cui prodotti come Top Gun: Maverick hanno dimostrato la vitalità del grande schermo, mentre lo streaming sembra sempre più diventare una zona non solo strapiena di prodotti che non risultano del tutto vincenti, ma che alla fine chiedono un esborso di denaro che non crea un forte profitto.
David Zaslav vuole evitare, in primis, che Warner Bros. Discovery compia gli stessi errori di Netflix, decisa così tanto a primeggiare sul mercato dello streaming da saturarlo di progetti, il più delle volte realizzati in fretta e furia, con budget altissimi e qualitativamente non eccelsi.
Poco più di un mese fa, su questa stessa rubrica, avevamo evidenziato quali sarebbero state le mosse della nuova dirigenza e del nuovo CEO, partendo dall'analisi di una nota fatta pervenire allo staff, che risulta ora profetica:
L'approccio di Zaslav nei confronti dei progetti DC Comics andrà a colpire quelli che maggiormente interesseranno il pubblico, eliminando invece quei lavori con un impatto minimo, di poco interesse o semplicemente troppo costosi per la major.
E' vero che Batgirl aveva, come progetto, delle particolari frecce al suo arco. Il coinvolgimento di Christina Hodson, sceneggiatrice dell'apprezzato Bumblebee, i registi Adil El Arbi e Bilall Fallah, che hanno diretto Bad Boys for Life rilanciando quel franchise dopo 20 anni e infine una protagonista latina, che avrebbe segnato l'arrivo di una supereroina di un certo peso interpretata da una attrice appartenente a una minoranza etnica. Questo senza dimenticare la presenza di Michael Keaton, il cui ruolo nel DCEU post-eventi di The Flash viene incredibilmente ridimensionato.
Il problema principale, che la maggior parte delle persone non coglie facendo commenti superficiali e di primo acchito sulla decisione di pochi giorni fa, è che Batgirl rispondeva a una politica della major avviata durante la pandemia, in cui Jason Killar, l'ex CEO di Warner Media, vedeva “il popcorn delle sale sul divano di casa” come l'unica prospettiva vincente, anche spendendo 70 milioni di dollari per permettere a Zack Snyder di realizzare, dopo anni, una versione migliorata di un film come Justice League che era stato (volenti o nolenti) un flop al botteghino e un opera decisamente mediocre rispetto alle iniziali aspettative.
La visione di Killar, però, ha sbattuto contro la realtà di un mondo che certamente ha guardato allo streaming nei mesi dell'emergenza, ma che poi ha voluto recuperare l'esperienza cinematografica, soprattutto quest'anno in cui alcune pellicole hanno superato con facilità la cifra del miliardo al box office.
Il film sull'eroina DC Comics, purtroppo, non rispondeva più a delle esigenze che ormai erano state superate e quella visione dell'ex CEO appare ora come vecchia e sbiadita, oltretutto anche poco percettiva nel lungo periodo. Zaslav, come abbiamo scritto appena un mese fa, è noto per la sua intransigenza imprenditoriale, soprattutto quando si tratta di costi. Vuole fare di DC Films il marchio per eccellenza della nuova Warner, ma nei cinema. Un brand capace di essere riconosciuto dal pubblico e capace di sfidare i Marvel Studios sullo stesso campo, dando al pubblico prodotti sì costosi, ma capaci di incassare al box office e attirare l'interesse. Ma nei cinema.
Zaslav ha semplicemente messo nero su bianco una situazione che il direttore finanziario di Discovery Gunnar Wiedenfels, citato da Variety, ha più di una volta e quasi in maniera esasperata dichiarato, ovvero che non c'era alcun motivo e nessun profitto nello spendere 90 milioni di dollari per un film della DC Comics progettato per saltare i cinema e passare direttamente a HBO Max.
È innegabile, dal punto di vista della comunicazione e della pubblicità, che la decisione di pochi giorni fa sia arrivata al grande pubblico e agli addetti in maniera poco ragionata, soprattutto visto che i due registi hanno saputo la notizia in maniera improvvisa e mentre erano al matrimonio di uno dei due in Marocco.
La cosa avrà certamente un peso se si pensa alla percezione che attori e registi avranno da ora in poi e a pagarne in un certo senso sarà la reputazione della major.
Da questo punto di vista, la Warner ha bisogno certamente di rivedere le proprie public relations, ma il succo del discorso generale resta: la decisione della Warner su Batgirl è stata giusta. Cinica, ma razionale se si guarda al mercato attuale.
Cretton e il ritorno degli Avengers
L'annuncio, alcuni giorni fa, dell'incarico della regia di Avengers: the Kang Dynasty a Deston Daniel Cretton sottolinea la centralità che questo regista sta assumendo nel Marvel Cinematic Universe.
Dopo il successo di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli il regista ha firmato lo scorso anno un accordo con i Marvel Studios che include il sequel di Shang-Chi e la serie Disney+ su Wonder Man, e che vede il coinvolgimento di una terza parte che sta assumendo anch'essa un ruolo cruciale all'interno della Disney: Onyx Collective.
Questa società di produzione, lanciata da Disney General Entertainment nel 2021, è impegnata nella realizzazione di una serie di programmi di intrattenimento che vede la partecipazione di nomi quali il regista di Black Panther: Wakanda Forever Ryan Coogler e lo stesso Cretton, quest'ultimo tramite la sua società di produzione, Family Owned.
Questo aspetto sottolinea come il regista di Shang-Chi si stia facendo strada, assumendo un ruolo creativo molto vicino a quello che ebbe Joss Whedon ai tempi del primo film sugli Avengers. La scelta di Cretton come regista di Avengers: Kang Dynasty, lascia comunque intuire anche un indizio su due possibile attori che vedremo nel nuovo capitolo sugli eroi più potenti della Terra, ovvero Simu Liu e Brie Larson.
Il regista è infatti fortemente legato ai due interpreti di Shang-Chi e Captain Marvel; pensando a quest'ultima, ricordiamo che Larson ha partecipato a diversi progetti di Cretton, tra cui è da segnalare specialmente Il castello di vetro, un bellissimo film drammatico uscito nel 2017 e basato sulle memorie della giornalista Jeannette Walls, forse una delle migliori interpretazioni dell'attrice oltre a quella di The Room, premiata con L'Oscar.
Questo elemento è fondamentale nel capire il perché i Marvel Studios abbiano scelto Cretton per dirigere il quinto capitolo degli Avengers, ovvero proprio il suo rapporto con gli attori che interpretano nel Marvel Cinematic Universe due personaggi principali. Questo fattore potrebbe influenzare positivamente anche l'approccio del regista verso gli altri protagonisti che saranno chiamati a partecipare alla pellicola, rafforzando così le relazioni sul set e dando un forte impulso alla realizzazione di un film che già dal titolo si preannuncia decisamente complicato.