Dopo aver prestato il suo tratto al noir americano di Ann Nocenti, Ruby falls, e aver contribuito alle atmosfere misteriose e inquietanti dei Simulacri pubblicati da Sergio Bonelli Editore, Flavia Biondi torna in libreria con una storia completamente scritta, disegnata e colorata da lei stessa, dal titolo La casa delle Magnolie.
Fumettista italiana di grande talento, Flavia Biondi, classe 1988, in pochi anni è passata da graphic novel costruite completamente in bianco e nero e al maschile (Le Maldicenze, la raccolta delle due storie con cui ha esordito, sono state riedite da Bao Publishing nel 2021) alla realizzazione di questo corposo e complesso volume a colori, quasi totalmente al femminile. L’autrice ha raccontato in un’intervista che la gestazione è stata lunga e non facile e che l’uso del colore l’ha impegnata moltissimo, data anche la necessità di una ricca tavolozza
per rappresentare la campagna toscana in primavera, che non fa solo da sfondo, ma è sicuramente uno dei principali interlocutori della storia.
L’intimità delle atmosfere e il contesto toscano (contesto di origine dell’autrice), nonché la riflessione sul rapporto tra le generazioni, ricordano proprio quelle, appunto, de La generazione, ma qui le due protagoniste sono entrambe donne: Amelia e Ada sono delle persone ferite, tormentate da un grande rimpianto, con tutte le ripercussioni psicologiche (attacchi di panico, disturbi ossessivi) che il loro vissuto ha fatto loro sviluppare. Amelia conserva in sé il rimpianto di non essere stata presente negli ultimi anni di vita della nonna, Ada non riesce a superare il trauma causato da un incidente.
Al centro della vicenda c’è un luogo, una grande casa vuota nella campagna di Montalcino, abbandonata: Amelia, dopo aver fatto per anni l’hostess di volo è venuta per venderla, Ada si ritrova in paese perché ha avuto qui l’assegnazione per una supplenza. La villa, appartenuta alla nonna di Amelia, è lo spazio dei ricordi e delle mancanze. Il tema della casa, affrontato anche nell’omonimo volume di Paco Roca del 2016, ritorna centrale: questo spazio domestico e intimo è solo apparentemente abbandonato, perché racchiude in sé i ricordi e le memorie che attraversano il tempo; solo da qui si può ricominciare e recuperare il senso di comunità come luogo di rifugio e identità. La casa, circondata dalle magnolie, passa da essere la rappresentazione della solitudine e dell’isolamento a divenire spazio salvifico: qui i personaggi recuperano il contatto con se stessi e gli altri.
Flavia Biondi affronta tematiche dolorose e disagi psichici, ma lo fa con delicatezza, mostrandoci le vulnerabilità dei personaggi senza che queste ci risultino estranee, quanto universali: nel disegno, man mano che la storia si approfondisce e si toccano argomenti più profondi, le atmosfere notturne si fanno sempre più presenti. Il colore è quello brillante della vegetazione primaverile, mentre è usato nelle tonalità opposte nelle due protagoniste, privilegiando i toni caldi nei capelli e nell’abbigliamento della vivace, scanzonata e anche un pò invadente Amelia e i toni freddi in Ada, riservata, introversa e riflessiva.
La composizione cromatica risulta armoniosa anche laddove i toni sono in contrasto: i grigi esaltano il colore, anche quando è isolato, diventando rappresentazione di un’energia che va recuperata, trasformata da rimpianto e commiserazione in un coraggio rivolto ad un futuro che è ancora tutto da scrivere (e da disegnare).
Abbiamo parlato di :
La casa delle magnolie
Flavia Biondi
Bao Publishing, 2023
224 pagine, Cartonato, colori – 22,50€
ISBN: 978-88-3273-903-9
“Simulacri” e “La casa delle Magnolie”: intervista a Flavia Biondi