Un ragazzo con i capelli lunghi e i vestiti scuri entra in una libreria e chiede un libro che possa soddisfare i propri gusti: l’unico indizio a disposizione è la sua adorazione per Burzum, la one man band norvegese, black metal. Nel frattempo una donna elegante, studiosa della cultura norvegese, si fa consigliare dalla collega accanto.
Entrambi i librai invitano i clienti a seguirli; si recano davanti al medesimo scaffale, stessa fila, stesso fumetto: Blacky Mole – Storie Brevi di Antonio Pannullo, che racconta nuove vicende delle sue talpine. Già protagoniste di Blacky Sabbath e Rattus Norvegicus, in questo albo introducono tre storie brevi e si presentano come personaggi irriverenti dal look identificativo: amanti del black metal, che fanno di Burzum il loro credo.
Il primo racconto, Conversione, riprende uno dei temi portanti di questo “fenomeno”, ossia l’ispirarsi a una cultura scandinava medievale, ed è ambientato nella seconda metà del X secolo in Norvegia. In questo periodo i vichinghi subiscono una conversione coatta al cristianesimo, contro la quale i protagonisti difendono la loro religione (il paganesimo spirituale) con altrettanta violenza. Le provocazioni continuano nel secondo episodio, Sacro sangue, sino a toccare punte di blasfemia: scene sarcastiche e suore ipersessualizzate criticano la spettacolarizzazione del culto del sangue di San Gennaro.
Infine la narrazione di Olaff il bruciato attinge direttamente dal romanzo La camicia di ghiaccio (1990) di William T. Vollmann, primo dei Sette sogni dedicati al mito di fondazione americano. La saga, che fonde la storia con la finzione narrativa, racconta la colonizzazione del continente nordamericano. Ogni libro è una tappa nella successione di epoche che vedono lo scontro tra le popolazioni native del Nuovo Mondo e i pionieri giunti dal Vecchio; o meglio il fatale impatto che la tecnologia dei colonizzatori ebbe sulle popolazioni indigene. Un percorso di metamorfosi, come scrisse lo stesso autore, che incomincia con il romanzo sopra citato, ambientato nella Norvegia del IX-X secolo, durante le lotte per il potere (stessa ambientazione di Conversione, così si stabilisce una connessione tra le opere). Dunque due mondi in contrasto, rappresentati nell’albo non solo tramite i combattimenti, ma anche attraverso l’omicidio di un figlio solo perché divenuto altro da sé e quindi nemico: “Non toccatelo! Ha le mani nere!“.
Varg Vikernes, fondatore di Burzum, disse che “Ognuno di noi ha bisogno di oscurità: troppa luce non illumina il nostro cammino ma lo infuoca e ci rende ciechi“.
Per questo il lettore viene immerso in un’atmosfera intrisa di oscurità, attraverso tavole in bianco e nero, in cui prevale il nero. Infatti il contrasto tra sfondo e primo piano è caratterizzato tramite un gioco netto di colori, maggiormente definito grazie a poche linee precise e abbastanza spesse, che contornano elementi dallo stile caricaturale. Tuttavia, questo utilizzo della linea non vieta all’autore di presentare numerosi dettagli, perlopiù attinenti alla simbologia metal. Palette di colori e oggetti emblematici richiamano, quindi, il mondo di Burzum, ma la connessione non termina qui, poiché anche l’ambientazione e le critiche mosse traggono linfa vitale dalla one man band. Il tono è irriverente e sarcastico, mentre l’autore sferza accuse sfrontate. Quest’ultime risultano note al lettore, ciò nonostante la maniera secondo cui vengono esposte rende la critica anticonformista.
Spesso abbiamo ascoltato “una storia unica” sui metallari, che ha fatto sì che si radicassero alcuni pregiudizi. Come suggerisce il romanzo di William T. Vollmann: bisogna abolire i racconti in medias res. Infatti se l’autore non tralascia nessuno step, non dimentica neanche chi già abitava le terre conquistate: la storia non comincia con la scoperta dell’America, bensì con una violenta invasione dei territori a discapito degli indigeni. Lo stesso vale per chi rivendica la propria identità black metal: prima di tacciare l’albo di blasfemia, è giusto cercare il significato di tale provocazione.
Infatti il black metal può considerarsi un fenomeno culturale, poiché le caratteristiche del genere trascendono dai dettami musicali: le origini risalgono ai Paesi scandinavi come la Norvegia e a influenzare i temi sono le credenze medievali; il paganesimo e l’anticristianesimo, nonché il satanismo, suggeriscono le azioni di cui i seguaci si fanno protagonisti (esiste una piccola percentuale estremista che commette omicidi e vandalismi, ma l’affermazione si riferisce alla grande fetta che vuole rompere gli schemi, che si ribella agli stereotipi della società, tanto da essersi aggiudicati l’etichetta di “disadattati”), ma anche il look (ad esempio l’uso del “corpse-paint”, ossia una pittura facciale bianca e nera per sembrare un cadavere o un demone) e la simbologia.
Dunque se è vero che il ragazzo con i capelli lunghi e i vestiti scuri in libreria leggerà il fumetto, poiché potrà rispecchiarsi finalmente in una letteratura che parla di lui, scritta da una persona a lui simile; è anche vero che l’albo è indirizzato a qualcuno diverso da lui, con la finalità di risvegliare taluni dal sonno della ragione. Invero anche la donna, che abbiamo visto all’inizio in libreria, prenderà il libro dallo scaffale e sfogliandolo scoprirà un racconto profondamente legato alla storia norvegese, che invita alla riflessione e all’approfondimento dei contenuti. Quindi si metterà in coda per acquistarlo!
Abbiamo parlato di:
Blacky Mole – Storie Brevi
Antonio Pannullo
EF Edizioni, 2020
32 pagine, brossura, bianco e nero – 3,50 €
IBAN: 9788865431801
Antonio Pannullo
11 Agosto 2020 a 13:41
Rebecca sono commosso. Grazie mille per le stupenda recensione e per aver messo in risalto il carattere delle talpine.
Rebecca
11 Agosto 2020 a 20:09
Grazie a lei, gentilissimo! E complimenti per il fumetto ?