Kobane calling on stage: Zerocalcare a teatro

Kobane calling on stage: Zerocalcare a teatro

Lo spettacolo tratto dal fumetto di Zerocalcare è ripartito dal Teatro Bellini di Napoli.

kobanelocNel febbraio del 2015 all’ex Asilo Filangieri di Napoli si tenne un incontro con Zerocalcare dedicato all’esperienza di viaggio a Kobane e in quell’occasione l’autore raccontò della sua adesione alla staffetta romana di solidarietà Per Kobane, spiegando il ruolo sociale di quest’organizzazione, volta a portare aiuti generici agli altri volontari già presenti sul lato turco del confine insieme ai difensori curdi del Rojava opposti alle forze dello Stato Islamico. La città di Napoli dimostrò già allora grande interesse per il tema: l’evento vide la partecipazione dei rappresentanti di istituzioni insieme a giovani universitari e famiglie con bambini. Con il cuore a Kobane era la storia a fumetti da poco apparsa su Internazionale (16 gennaio 2015) e stampata in tre edizioni a cura di Rojava calling: ancora non si sapeva che da qui sarebbe nati dei libri e un progetto teatrale, ma si intuiva già da allora che si trattava di un’opera ambiziosa e originale, un reportage a fumetti dalle caratteristiche del tutto personali in linea con lo stile di Zerocalcare.

Infatti, l’anno dopo Bao publishing pubblicò due storie a fumetti apparse su Internazionale, insieme ad un diario di pensieri di Michele Rech del periodo di Kobane, che ampliava i due racconti arricchendoli di aneddoti e circostanze alla base dei viaggi.
Nel 2020, inoltre, viene pubblicato Kobane calling oggi, introdotto da una lunga prefazione dello stesso autore, in cui ricostruisce la storia curda degli ultimi 5 anni. Kobane calling oggi vide anche l’aggiunta, in appendice, di Macelli, storia uscita a luglio 2019 per Internazionale. In particolare, veniva raccontata la vita e la missione di Lorenzo Orsetti, volontario fiorentino scomparso in Siria nel marzo 2019 mentre militava a fianco delle milizie curde.

Intanto, nel 2017 a Lucca, insieme al direttore di Lucca crea, Emanuele Vietina, e con la direzione artistica di Cristina Porcari, nacque l’idea di portare Kobane calling a teatro. Kobane calling on stage diventò uno spettacolo teatrale con la regia di Nicola Zavaglia e messo in scena dalla compagnia teatrale del Teatro degli Imbarchi. Purtroppo il tour, iniziato nel 2019, viene interrotto bruscamente dallo scoppio della pandemia di Covid 19.

Il 10 maggio 2022 lo spettacolo è finalmente riuscito a ripartire e l’ha fatto proprio da Napoli, dal palco del Teatro Bellini, dove ha dimostrato non solo di non aver perso la sua attualità, visto anche la riflessione sulle tematiche di guerra, ma ha riconfermato l’intensità emotiva, generando grande commozione nel pubblico e negli autori. Infatti, dopo lo spettacolo si sono ritrovati sul palco lmaz Okan dell’Associazione Nazionale UIKI ONLUS in rappresentanza del popolo curdo in Italia, nonché i direttori di Lucca Comics&Games, Teatri d’Imbarco e Teatro Bellini e lo stesso Zerocalcare, emozionatissimo, che ha dichiarato come proprio l’esperienza del teatro gli abbia dato lo stimolo per la realizzazione della sua prima serie animata.

Questa collaborazione inedita ha permesso la realizzazione di un particolarissimo innesto, risultato della fusione del linguaggio a fumetti con un processo di teatralizzazione corale. Il racconto si avvale di tredici personaggi, che si alternano sul palco avvalendosi soltanto delle presenza delle immagini della graphic novel sullo sfondo. Il risultato è molto potente: le voci e le immagini riescono a catapultarci nella verità della guerra, senza indugiare sulle sue componenti più efferate, quanto sul coinvolgimento emotivo di chi ha sperimentato sulla propria pelle il significato della resistenza curda. Zerocalcare è abilissimo nell’annullare le distanze che di solito conseguono alla narrazione mediata dal giornalismo e dai mass media e immediatamente a trasportarci ai confini turchi, siriani, iraniani. Lo spettacolo riesce a essere appassionante grazie alla varietà di toni, registri e punti di vista. Lo spazio del palcoscenico permette al fumetto di allargarsi a un pubblico più ampio, avvicinandogli le parole e pensieri di chi, estraneo alla guerra e alle motivazioni curde, si ritrova all’improvviso sul campo di battaglia e ci si approccia con gli interrogativi e le ingenuità comuni a ciascuno di noi. Il risultato è un’esperienza unica, nonché un doveroso omaggio al popolo curdo e a chi è morto sposando la sua causa.

Non chiamatelo giornalismo: Kobane calling di Zerocalcare

 

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